Quando si deve rincorrere la prima posizione si tende sempre a dare il meglio di se, arrivano risorse inaspettate e non di rado si riesce nel proprio intento. Quando raggiungi la vetta, però, tutto cambia, non hai nessuno da inseguire, sei tu che reggi il mercato e detti legge, diventa facile sedersi sugli allori e avere meno forza per continuare a guidare il gruppo rimanendo in prima linea. Al rientro delle vacanze estive videoludiche abbiamo due casi piuttosto eclatanti che seguono tale falsariga, e se vogliamo non sono del tutto inaspettati. Il primo è legato a FIFA 15, il quale nel corso degli anni ha incontrato il favore della maggior parte della critica e degli utenti, per non parlare delle vendite eclatanti che hanno surclassato quelle di Pro Evolution Soccer.
Ebbene, quest'ultimo nell'edizione 2015 non vedrà la luce prima di metà novembre, ed Electronic Arts ha perso un'occasione eccezionale per mantenere il gap ed evitare invece quello che è successo: la presenza di una quantità impressionante di bug al lancio del gioco, alcuni abbastanza clamorosi che solo in parte sono stati risolti dalla patch del day one. Situazione ampiamente evitabile: una volta che non ti devi preoccupare immediatamente della concorrenza, non sarebbe stato meglio prendersi qualche giorno o settimana in più per uscire con un prodotto completo e senza problemi di sorta? Anche perché non stiamo parlando della qualità pura o altro, è chiaro che diventa sempre più difficile pubblicare un prodotto a cadenza annuale ed a parte alcuni sportivi e FPS abbiamo visto tanti altre proprietà intellettuali crollare sotto i colpi della serializzazione estrema (a partire da Guitar Hero e Rock Band, ma tanti altri). La sottile linea che sostiene il favore degli utenti è sempre sull'orlo della rottura, anche se spesso noi giocatori di un certo tenore dimentichiamo come sia la massa a fare i numeri, massa a cui spesso interessa relativamente poco che ci siano problemi in grado di minare la fruibilità del prodotto. Ma saliamo ancora di livello e focalizziamoci sulla lotta eterna tra console, nella fattispecie PlayStation 4 e Xbox One: con la nuova generazione di console Sony ha acquisito un certo vantaggio in termini mediatici e nelle vendite, soprattutto nel mercato europeo; ha apportato alcune modifiche strutturali alla sua offerta online, abbinando il gioco multiplayer al costo del PlayStation Plus, e si è trovata una quantità impressionante di utenti ad aderire al proprio servizio e a comprare i titoli di questa piattaforma, al di là della qualità o meno di ognuno di essi.
Adesso che tutti i riflettori sono puntati (anche) sulla casa giapponese, è più facile far apparire i diversi problemi che il PlayStation Network continua a riscontrare, tra connettività a singhiozzo e rallentamenti vari (la parte di gestione degli amici e delle richieste, ora che ho milleseicento amici, sulla mia console è diventata lenta e ingestibile) che cominciano un po' a spazientire. Con il caso più dirompente in ordine di tempo legato a DRIVECLUB: un gioco rimandato più volte che fa grande affidamento sulla sua componente community e online, e che è arrivato dei negozi con i server alle ortiche, senza contare la versione PlayStation Plus rimandata. Il bello è che a noi il titolo è piaciuto non poco e durante la fase di recensione è filato tutto liscio come l'olio... possibile che Sony non si aspettasse così tanta gente data l'esclusiva e una versione PlayStation Plus gratuita con tutte le caratteristiche attive? Una situazione del genere è francamente inaccettabile e senza alcuna scusante. Di esempi da fare in ambito videoludico ce ne sarebbero tanti, in realtà (altro titolo fresco di problematica: NBA 2K15), quel po' di insegnamento che si può ricavare è come la concorrenza faccia sempre bene a mettere il fiato sul collo, e come gli utenti debbano assolutamente (Microsoft insegna) far sentire le proprie ragioni e lamentarsi, sono loro i fruitori finali e in grado di cambiare veramente qualcosa. Alla stessa maniera diventa difficile che un protagonista domini la scena per troppo tempo incontrastato, e la sfida più grande rimane sempre quella di continuare a migliorarsi ed evolversi anche quando non hai nessuno da inseguire.
FIFA 15, DRIVECLUB e la dura legge di essere primi: quando sei al comando, è facile fare passi falsi