Ogni anno a Barcellona i produttori di dispositivi mobile si riuniscono nella più grande fiera del settore per presentare le novità che verranno lanciate sul mercato nei mesi a venire; per gli amanti della telefonia si tratta di un appuntamento da non perdere, dato che a ridosso dell'evento vero e proprio alcuni "giganti" alzano il sipario sui propri top di gamma, mentre le aziende più piccole approfittano della copertura mediatica per ritagliarsi uno spazio in questo mercato sempre più saturo e per certi versi a corto di idee. Passiamo quindi in rassegna gli annunci più significativi e vediamo di fare il punto della situazione in ambito mobile.
Il MWC 2015 appena conclusosi non verrà certamente ricordato per gli innovativi prodotti presentati
Prima i grandi...
Come ampiamente anticipato da molte fonti, Samsung ha presentato ben due modelli del proprio top di gamma, denominati S6 e S6 Edge che si differenziano unicamente per la presenza o meno di uno schermo con doppia curvatura e per il prezzo di vendita.
La dotazione hardware è uguale per entrambi e consiste in un Exynos octacore accoppiato a 3GB di RAM, display Super AMOLED da 5.1", fotocamera da 16 Mpx con OIS (stabilizzatore ottico dell'immagine) e tre tagli di memoria, rispettivamente da 32-64 e 128GB; il lettore d'impronte digitali, inoltre, è stato migliorato e non richiede più uno swipe per poter essere utilizzato, ma basta appoggiarvi sopra il dito in modo del tutto analogo al funzionamento di Touch ID della Apple. Ha fatto scalpore, invece, la decisione di rimuovere lo slot per le schede SD, la batteria estraibile e l'impermeabilizzazione che ha caratterizzato il precedente Galaxy s5, generando fiumi di critiche verso la casa Coreana accusata di voltare le spalle agli utenti che in primis l'hanno sostenuta negli anni passati, puntando al profitto facile tramite il classico trucco dei tre tagli di memoria da 100€ ciascuno. Polemiche a parte, va dato atto a Samsung di aver finalmente imboccato la strada giusto in fatto di design presentando due smartphone molto piacevoli da vedere e costruiti interamente in metallo e vetro; ovviamente il modello che ha polarizzato su di sé l'attenzione del pubblico è il S6 Edge, grazie al display dotato di doppia curvatura che si estende da una parte all'altra del terminale. Nonostante l'eccellente cura ai dettagli va precisato che si tratta più che altro di un esercizio di stile, dato che per il momento non sono previste funzioni speciali che sfruttino la particolare conformazione dello schermo, ma comunque è una mancanza che potrebbe essere colmata in futuro tramite aggiornamenti software. La versione standard, d'altro canto, stilisticamente non si discosta di molto dai predecessori, ma si presenta semplicemente con un design più ricercato sotto alcuni aspetti, grazie all'utilizzo di materiali "nobili" e un profilo che pare un mix fra iPhone 6 e Xperia Z3, scatenando le solite diatribe senza fine su forum e siti specializzati. Oltre ai sopracitati prodotti alla conferenza è stato presentato anche il sistema di pagamento tramite smartphone made in Korea, chiamato Samsung Pay, che permette di effettuare transazioni via NFC su POS compatibili, ma soprattutto può essere usato anche dai commercianti che non sono dotati delle ultime tecnologie, sfruttando il normale lettore magnetico per carte di credito; è certamente una delle funzioni più interessanti, dato che in questo modo è possibile pagare nel 90% degli esercizi commerciali, almeno secondo i dati forniti dalla casa madre. Tutto sommato si è trattata di una conferenza discreta, senza particolari momenti memorabili - basti pensare alle situazioni imbarazzanti delle presentazioni precedenti - che ha sorpreso, più che altro, per alcuni dettagli minuscoli che andremo ad analizzare fra qualche paragrafo.
HTC ha deciso di andare sul sicuro e non stravolgere il proprio terminale di riferimento -squadra che vince non si cambia - aggiornando le componenti interne e affinando qualche piccolo particolare, ad eccezione della fotocamera che risulta l'unico vero cambiamento del nuovo One M9. Esteticamente parlando è difficile distinguerlo dal precedente M8 dato che la scocca è praticamente la stessa, lo schermo pure e le casse idem, anche se la casa taiwanese assicura che ci vogliono ben 70 passaggi e 300 minuti di produzione, inclusa la lucidatura finale a mano, per ritrovarsi con un M9 nuovo di pacca tra le mani; insomma un vero prodotto di artigianato di qualità. Battute a parte, è innegabile che si tratti di uni dei terminali meglio rifiniti sul mercato e nonostante il design sia già al terzo ciclo produttivo, il fascino rimane immutato grazie alle rifiniture in metallo spazzolato, al retro affusolato e al display di prim'ordine. Inutile soffermarsi sulle specifiche tecniche, praticamente immutate dallo scorso anno se non per il nuovo Snapdragon 810, poiché l'unico vero sconvolgimento è l'abbandono della fotocamera UltraPixel - riallocata sulla parte frontale - a discapito di un sensore da ben 20 megapixel, con un cambio di rotta clamoroso da parte di HTC. Nonostante sia doveroso premettere che il software montato non sia ancora definitivo le foto finora trapelate risultano mediocri durante l'uso diurno e al limite dell'indecenza in caso di scatto notturno; ovviamente la casa taiwanese ha ancora un po' di tempo per affinare il tutto e confidiamo nei suoi programmatori affinché sistemino le cose. Fotocamera a parte lo smartphone non presenta praticamente nessun'altra novità, se non qualche lieve modifica all'interfaccia, e in molti si stanno chiedendo cos'abbia fatto la HTC nell'ultimo anno, dato che ben pochi possessori di M8 opteranno per l'upgrade.
Sony, invece, ha deciso di rimandare la presentazione del proprio terminale top di gamma puntando su uno smartphone di fascia media denominato Xperia M4 Aqua; dotato di display da 5" HD IPS, monta uno Snapdragon 615, 2GB di RAM, una batteria da 2400mAh e fotocamera da 13Mpx che a detta della casa giapponese è la migliore nella sua fascia di categoria, ossia 300€. Il telefono riprende le fattezze dello Z3 ma monta una scocca in plastica al posto del vetro accoppiato al metallo in modo da contenere i costi di produzione, viene rilasciato con Android 5.0 e -probabilmente l'elemento più interessante- ha una porta USB di nuova concezione che assicura al terminale l'impermeabilizzazione senza l'elemento di copertura presente nei modelli precedenti. Quest'ultimo particolare è presente anche sul nuovo Z4 Tablet, sottile come un iPad Air 2 ma più leggero e dotato di un'autonomia di ben 17 ore di riproduzione video nonostante il display 2K (2560x1600) di eccellente qualità; viene fornito con Microsoft Office preinstallato e a parte potrà essere acquistata una custodia dotata di tastiera fisica in modo da utilizzarlo come fosse un ultrabook.
...e poi i piccini
Passiamo ora in rassegna alcuni degli annunci di produttori minori iniziando da Lenovo, che ha presentato il Vibe, smartphone in alluminio simile ad una point and shot con il chiaro intento di sostituire la vostra fotocamera compatta, grazie al sensore da 16 megapixel, al bottone di scatto a due livelli di pressione, lo stabilizzatore ottico e uno slider per selezionare la modalità automatica o manuale. Non sono note le specifiche hardware ma dato il costo di $349 la sensazione è quella di trovarsi di fronte un terminale di fascia media che punta di più sulle presunte capacità fotografiche che sulle prestazioni pure. Alcatel, invece, ha optato per un approccio più classico rivelando il Hero 2+, phablet da 6" fullHD fornito di serie con Cyanogen OS al prezzo di $299 e il nuovo Idol 3 da 5.5" dotato di Snapdragon 615 octacore, speaker JBL e due microfoni posti alle estremità del telefono. Stilisticamente appaiono anonimi e non si distinguono dalla massa per il design ricercato, ma dato il prezzo che si aggira attorno ai $300 non ci si può certo lamentare a fronte delle specifiche tecniche più che decenti e al target di riferimento. Strategia simile anche per Microsoft che ha deliberatamente deciso di non presentare alcun Lumia top di gamma fino all'arrivo di Windows 10 concentrandosi piuttosto sulla fascia bassa di mercato per racimolare percentuale di market share; in quest'ottica da Redmond hanno rilasciato i modelli 640 e 640XL con display da 5" e 5.7" rispettivamente, in cui sotto il cofano trovano posto uno Snapdragon 400, 1GB di RAM e 8GB di memoria. Chiaramente si tratta di dispositivi entry level venduti a basso costo che beneficiano della pochezza di risorse richieste da Windows Phone 8.1 e per raggiungere, comunque, prestazioni più che discrete. Interessante l'indiscrezione secondo cui Microsoft stia testando il runtime di Android da inserire nel sistema operativo, in modo del tutto analogo a quello che ha fatto Blackberry, per ridurre almeno in parte il gap di applicazioni che al momento rappresenta il più grande problema per Windows; se una cosa del genere si rivelasse vera potrebbe aiutare almeno in parte a recuperare l'enorme gap nei confronti del duopolio attualmente dominante.
Concludiamo questa carrellata di prodotti dando uno sguardo ad alcune proposte della moda del momento, gli smartwatch e le fitness-band; iniziamo da Pebble, pioniere del settore, che ha presentato a sorpresa il modello Time Steel soltanto una settimana dopo la campagna Kickstarter di enorme successo. Come suggerisce il nome è l'esemplare in acciaio del Pebble Time, dotato dello stesso schermo a colori e della porta SmartStraps che permette di sviluppare liberamente accessori di terze parti; l'autonomia dichiarata è di ben 10 giorni e viste le premesse è difficile non considerarlo uno dei contendenti più forti per il trono di smartwatch migliore. LG, invece, ha puntato su due modelli esteticamente uguali ma dalle funzioni totalmente opposte: il Watch Urbane é l'ennesimo orologio rotondo che monta Android Wear e non si differenzia praticamente da tutti gli altri giá presenti sul mercato, mentre la versione LTE é quella più interessante da un punto di vista concettuale. Accoppiandolo ad una sim con piano dati attivo si può tranquillamente effettuare e rispondere alle chiamate, leggere le email e connettersi a internet senza la necessità di avere uno smartphone sempre a portata di mano; tutto ciò é possibile grazie a WebOS che apre le porte a molte funzioni non ancora implementate sull'omologo made in Mountain View.
Purtroppo la necessità di disporre di una batteria molto capiente e l'aggiunta di un modulo sim card hanno reso necessari alcuni sacrifici, specialmente sul fronte dell'ergonomia: chi l'ha provato è rimasto deluso dalle dimensioni eccessive e dal peso non indifferente, che si tradurranno in un flop quasi certo. A sorpresa Huawei, noto produttore di smartphone e modem 3G, ha alzato il sipario sul proprio modello, dotato di un design circolare molto raffinato che ricorda in tutto e per tutto un tradizionale orologio meccanico d'altri tempi. Al display da 286ppi vengono affiancati vari sensori, tra cui quello per il rilevamento del battito , mentre non si hanno ancora notizia riguardo il prezzo di vendita e la durata della batteria, anche se visto il trend non ci aspettiamo più di un giorno di autonomia effettiva. Concludiamo con HTC che oltre al proprio smartphone ha deciso di presentare la propria smartband chiamata Grip; molto simile al Nike Fuelband, si tratta di un fitness tracker con GPS integrato che può essere interfacciato a alcuni accessori di terze parti tramite Bluetooth, non necessita di un telefono per poter essere utilizzato e incorpora alcune delle funzioni standard, come le notifiche e il controllo del player musicale. Il prezzo di vendita è di $199 - è lecito attendersi un cambio euro/dollaro del tipo 1:1 - e sarà pienamente compatibile sia con Android che iOS.
Un'ultima considerazione
Sicuramente non si è trattato di un Mobile World Congress memorabile ma nonostante tutto vi sono alcuni punti su cui riflettere che danno un'idea di dove si trovi attualmente il mercato e la direzione in cui si muova. In primis è evidente che al momento la posizione privilegiata sia occupata dalla Apple, che attualmente può permettersi il lusso di ignorare del tutto la concorrenza grazie a un'offerta solida e una base di utenti fidelizzati che non hanno intenzione di cambiare piattaforma; un mercato a parte che i grandi produttori Android al momento non riescono minimamente a scalfire. I numeri parlano chiaro, nel Q4 la casa di Cupertino ha venduto 74.8M di dispositivi mentre i coreani 73M con i profitti calati di ben 37 punti percentuale rispetto al 2013, nonostante rimangano il più grande produttore di smartphone al mondo grazie ai 307.5M di prodotti venduti rispetto ai 191.4M di Apple. L'unica conclusione logica è che i modelli top di gamma siano stati un flop e a trainare le vendite siamo stati piuttosto gli entry level, notoriamente poco redditizi; Samsung sta vivendo una crisi innovativa e non riesce a presentare nuove idee che diano slancio al bilancio.
Emblematica in tal senso la dichiarazione durante la presentazione dei nuovi Galaxy, quando dal palco è stato annunciato che il sistema operativo è stato privato del 40% di funzioni considerate inutili; quando mai si è assistito ad una scena del genere durante un media briefing, invece dei soliti annunci in pompa magna su mirabolanti novità? Il 2015 probabilmente sarà un anno di transizione con i produttori maggiori che attualmente hanno poche idee per ribaltare una situazione di stallo generale e il MWC è stata proprio la conferma di questo trend. Samsung ha puntato sul design rinnovato e nient'altro, HTC ha svolto il compitino strappando la sufficienza e alla Sony stanno ancora considerando se lasciare del tutto il mercato oppure no. Come se non bastasse stanno riscuotendo sempre più successo i produttori cinesi che vendono top di gamma a prezzi stracciati mettendo in seria difficoltà i colossi; tuttavia tutti sanno cosa può accadere quando si accoppiano quotazioni di mercato stratosferiche e guadagni pressoché nulli, basti pensare a cosa accadde nei primi anni 2000. Sono tempi molto duri per tutti gli attori di questa brillante commedia in salsa IT che in futuro potrà riservare colpi di scena interessanti con uno spostamento degli equilibri di potere considerevoli; nel mentre Microsoft se ne sta tranquilla a sviluppare Windows 10 e pare il più promettente in quanto a nuove funzionalità, peccato per l'app store non all'altezza dei rivali che la relega al terzo posto da cui non riesce a schiodarsi. Android è stato il più grande affare di Google proprio grazie all'ecosistema e ai servizi made in house e l'unico ad averlo intuito è stata propria la Samsung, che non è riuscita ad imporsi nonostante la montagna di soldi spesi in pubblicità. Il risultato è che ci troviamo ad un punto morto e disperatamente bisognosi di uno scossone che ridia impulso alla creatività.