In Italia la cultura del videogioco e del videogiocare è ancora qualcosa in divenire. In altri paesi, invece, è una realtà già più concreta e capace di lasciare il salotto o la scrivania per abbracciare altre realtà. In Inghilterra, ad esempio ci sono bar dedicati, a tema, come ci racconta Destructoid all'interno di questo articolo. Magari anche noi un giorno avremo una scelta di luoghi di ritrovo simili, nel frattempo accontentiamoci di guardarli in foto. Il sito internet Don't Die offre una serie di interviste ad alcuni dei protagonisti dell'industry, con retro scena e approfondimenti che analizzano il lavoro di alcune figure importanti e molto diverse tra di loro. Infine se volete vedere cosa accade quando Civilization e Far Cry si incontrano, dato uno sguardo alla Kyrat Mod per lo strategico Firaxis!
Tutto il mondo del gioco su PC nella rubrica settimanale di Multiplayer.it!
COMPONENTE | CARATTERISTICHE | PREZZO |
Processore | Intel Core i5-4430 | € 180.00 |
Scheda Madre | ASRock Z97 Pro4 | € 95.00 |
Scheda Video | Radeon R9 280x | € 230.00 |
RAM | Corsair XMS3 8gb (2x4gb) ddr3 1600 MHz | € 75.00 |
Alimentatore | SeaSonic S12II 520 Bronze 520W | € 50.00 |
Hard Disk | Hard Disk Seagate - Barracuda 500 GB + Samsung 830 128GB | € 140.00 |
Lettore-Masterizzatore Ottico | Samsung SH-S223Q SATA | € 25.00 |
Case | Cooler Master 690 II Advanced | € 85.00 |
CONFIGURAZIONE COMPUTER DA GIOCO | € 880.00 |
Vale la pena segnalare Nevergrind anche solo perché è un gioco di ruolo indipendente che si lancia nella finestra del browser. Lo scopo del gioco è finire missioni e uccidere nemici in scontri tattici con visuale frontale, simile a quella di Legend of Grimrock, ma totalmente bidimensionale. Il fatto che il concetto originale del gioco fosse un fan game basato su Everquest dà conto dell'interfaccia ricca di pulsanti e della quantità di opzioni riservate al giocatore in termini di manipolazione dell'equipaggiamento. Il sistema di combattimento basato sulla strategia e sulle serie di attacchi combinati completa quello che sembra un gioco molto promettente. Fra l'altro mentre scriviamo è stato già interamente finanziato.
L'anno scorso Infamous Quests ha riscosso un meritato successo con l'avventura punta e clicca Quest For Infamy. Ringalluzziti dalla buona accoglienza, gli sviluppatori hanno deciso di tornare subito sulle scene con due nuove avventure dello stesso ciclo, The Order of the Thorne: The King's Challenge e Roehm To Ruin. Entrambe le avventure sono ambientate nel mondo di Quest For Infamy, ma con una sostanziale differenza. The King's Challenge inaugura infatti un nuovo ciclo di storie che fanno luce su vari personaggi all'interno del mondo di gioco, mentre Roehm To Ruin è il prequel di Quest For Infamy. Siete confusi? In effetti è facile perdersi. Mettiamola così: se vi è piaciuto Quest For Infamy, ci sono all'orizzonte molte altre ore di avventura da spendere fra puzzle ingegnosi e dialoghi umoristici. Le differenze fra i due giochi non si limitano comunque all'asse temporale. The King's Challenge narra infatti la storia di un bardo che vuole salvare il suo reame e ci permette di suonare il flauto magico del protagonista e lanciare magie tramite un'interfaccia grafica. Roehm To Ruin include invece sezioni ispirate alle meccaniche di infiltrazione ed è più tradizionale nell'uso dell'interfaccia. Il ritorno degli sviluppatori su Kickstarter è motivato dalla volontà di pagare artisti full time e registrare le voci dei personaggi in uno studio professionale, così da rispondere alle richieste dei fan. Se siete eccitati, siatelo ancora di più, perché Quest For Infamy ha già raggiunto e superato il traguardo monetario sperato. Inoltre, mentre scriviamo, mancano ancora ventiquattro giorni allo scadere del bando. Siamo comunque pronti a scommettere che qualche dollaro in più potrà solo fare bene a queste nuove avventure.
Rimanendo in tema di avventure punta e clicca, passiamo ora a parlare di Ira, un gioco tridimensionale disegnato come un film d'animazione del passato che emana un malinconico desiderio di ricongiungimento. Con cosa il giovane Ira si debba ricongiungere non lo sappiamo, ma lo scopriremo seguendo la sua vocazione, che fin da quando era bambino gli faceva sbirciare i pianeti attraverso la lente del suo telescopio. Nel pianeta Terra sul quale vive Ira i viaggi spaziali sono possibili, sebbene solo le classi più ricche siano riuscite a lasciare il pianeta madre per la Luna o Marte. Ira però non ha mai smesso di inseguire il suo sogno e, quando viene scoperto un nuovo sistema solare, si avvicina per lui il grande momento. La prima spedizione di scienziati inviata alla scoperta di questo sistema solare non ha infatti trasmesso più notizie. Viene perciò allestita una seconda spedizione, della quale fa parte proprio Ira. Mentre il suo corpo viaggia nello spazio, addormentato in un serbatoio criostatico, un messaggio della prima spedizione raggiunge la Terra. Cosa dice questo messaggio? Cosa hanno scoperto gli scienziati? Ira si troverà in un mondo sconosciuto con solo un'intelligenza artificiale a fargli compagnia e nessuna risposta alle tante domande che affollano la sua mente. Il nostro compito è quindi guidarlo nella sua ricerca, scegliere le risposte nei dialoghi per decidere quale sarà il suo sviluppo e risolvere vari puzzle per aiutarlo a proseguire. L'atmosfera del gioco è intensa, e qualcosa ci dice che Ira potrebbe diventare una di quelle perle indipendenti che ogni tanto si scoprono nella melma dei cloni che affollano il mercato. Se Ore Creative riuscirà a raccogliere i 68.200 dollari richiesti, forse Ira realizzerà il suo sogno sui nostri monitor. Nel frattempo non dimenticate di accendere una luce verde su Steam e magari date un'occhiata alla demo per apprezzare di persona il lavoro svolto fino ad ora.
Mentre scriviamo la campagna di raccolta fondi di HUSH è appena cominciata. Il destino di questo gioco di azione e avventura è appeso quindi alla discreta somma di 99.000 sterline, con le quali Game Studio 78 conta di portare sui nostri monitor la rappresentazione delle paure e dei sogni infantili. HUSH offre vasti livelli da esplorare, pieni di nemici, puzzle e trappole ambientali. Alla fine di ogni livello ci aspetta un boss che incarna una delle tipiche paure infantili: il buio, i tuoni ecc. Il sistema di combattimento è semplice e immediato, con buffe armi a forma di giocattolo che alternano attacchi in mischia ad attacchi a distanza. Per aggiungere un po' di pepe all'azione gli sviluppatori hanno previsto anche situazioni nelle quali combattere non è sufficiente e bisogna guardarsi intorno per capire come sfruttare l'ambiente a proprio vantaggio. Da queste semplici premesse può uscire fuori un gioco simile a mille altri così come un piacevole concentrato di azione e immediatezza. Tutto sta nel capire se gli sviluppatori sono in grado di creare situazioni varie e sempre stimolanti. Per ora ci sembra tutto molto veloce e pulito; la direzione artistica soprattutto sembra avere centrato lo spirito del sistema di gioco, per quanto lo stile da fumetto cattivo sia già stato ampiamente usato. Insomma, vale la pena finanziare questo progetto? Difficile dirlo, ma sulla pagina Kickstarter del gioco c'è un video di gameplay che potrebbe convincervi in un senso o nell'altro.
di Andrea Rubbini
Questa settimana siamo stati colpiti da un profondo scoramento cercando titoli da proporvi per Underground. In realtà i candidati non mancavano, ma non abbiamo trovato niente di eccezionalmente originale o di imperdibile. Così abbiamo deciso di buttarci sui classici e abbiamo scelto di proporvi l'intera collezione dello spagnolo Locomalito, prolifico sviluppatore indipendente noto sulla scena per la grande qualità dei suoi titoli, tutti ispirati ai classici da sala giochi o dell'epoca 8/16-bit e tutti rigorosamente gratuiti. Vediamoli uno per uno presentati in ordine alfabetico.
8Bit Killer
8Bit Killer è uno sparatutto in prima persona stile Doom con la grafica disegnata per ricordare un gioco per NES. Per realizzarlo Locomalito ha usato texture 32x32 e la palette di colori della prima console casalinga di Nintendo. Siamo nell'anno 2488 e la razza umana sta per estinguersi per mano del Master Brain, creatura aliena che dopo essersi guadagnata la fiducia dei terrestri, ne ha avviato lo sterminio. Gli unici che possono fermarlo sono dei soldati scelti posti a difesa delle città maggiori. Nel gioco viene narrata la loro ultima missione.
Endless Forms Most Beautiful
Endless Forms Most Beautiful o EFMB è un remake diretto di un titolo inglese sviluppato da Dave Hughes per ZX Spectrum. Il giocatore veste i panni di Moebius o Pucky, incaricati di salvare delle strane creaturine sparse in quindici livelli, sfruttando teletrasporti e altri aggeggi. L'obiettivo di Locomalito, perfettamente riuscito, è stato quello di recuperare il gameplay dell'originale e riproporlo in una veste più moderna, ma dallo spirito vintage. È possibile anche giocare in due cooperando o scontrandosi tra amici.
Gaurodan
Gaurodan è uno dei titoli più recenti e anche uno dei pezzi forti della produzione di Locomalito. Si tratta di uno sparatutto multiscrolling in cui si guida Gaurodan, l'uccello di tuono, rinato per combattere il suo avversario di sempre, Guayota, la bestia di fuoco.
Lo scontro non risparmierà niente e nessuno, con città che saranno rase al suolo e interi eserciti che saranno sbaragliati. Ispirato a classici come Defender, Choplifter, Sky Kid, Commando, Gyrodine e 1942, Gaurodan è un piccolo capolavoro di giocabilità, che non avrebbe sfigurato in una sala giochi giapponese.
Hydorah
Siamo indecisi se dare la palma di capolavoro di Locomalito a Hydorah o a Maldita Castilla. Diciamo che la vincono a pari merito. Hydorah è uno dei migliori shoot 'em up prodotti dalla scena indipendente, un eccezionale celebrazione di classici come Gradius, Armalyte, R-Type e alcune perle per MSX, ma con anche elementi di gameplay derivati da titoli molto diversi come Castlevania e Turrican. È caratterizzato da una grafica old school in pixel art, da livelli vari e ben strutturati, da boss giganteschi che richiedono tutti approcci differenti per essere abbattuti e da una colonna sonora retrofuturistica di Gryzor87, grande amico dello sviluppatore spagnolo.
L'Abbaye des Morts
Negli anni '80 esisteva un genere chiamato arcade adventure, in cui solitamente un personaggio vagava per mappe bidimensionali alla ricerca di oggetti con cui risolvere gli enigmi che lo separavano dalla fine del gioco.
L'Abbaye des Morts ne riprende in pieno in tutti i suoi canoni, scegliendo lo stile visivo dello ZX Spectrum per raccontare in pochi pixel la drammaticità di un evento storico realmente avvenuto: il massacro dei Catari da parte della chiesa cattolica. Evocativo e profondo.
Maldita Castilla
Insieme a Hydorah è il miglior titolo in assoluto della libreria di Locomalito. Maldita Castilla è un clone dichiarato di Ghosts'n Goblins di Capcom, di cui riprende lo stile del gameplay e il feeling visivo. La trama è ispirata all'Amadigi di Gaula, uno dei più famosi libri medievali sui cavalieri erranti (viene citato spessissimo anche nel Don Chisciotte) e vede il prode Don Ramiro attraversare le terre di Tolomera alla ricerca del modo di distruggere il male che affligge il regno di Castile. Siete pronti ad affrontare dei livelli difficilissimi (ma equi) e ad affrontare terribili boss? Tra le altre fonti d'ispirazione del gioco citiamo con piacere Tiger Road, Black Tiger, Shinobi, Rygar e Karnov, accanto ai quali non avrebbe sfigurato.
They Came from Verminest
Se mettiamo insieme Galaga, Centipede, Space Invaders e Xevious cosa otteniamo? They Came from Verminest, probabilmente. La regina Verminia ci vuole vedere tutti morti.
Bisogna fermarla raggiungendo il suo nido. Quale occasione migliore per blastare (usiamo qualche termine desueto) un bel po' di viscidi alieni insettiformi?
Verminian Trap
Micro gioco ispirato a Wizard of Wor, Battle city e Pac-Man. Sviluppato in pochi giorni e pensato per essere giocato da due persone, è sicuramente il titolo più semplice del mucchio, nonostante le tre modalità e il divertimento diretto che riesce a offrire.
Viriax
Viriax è una corsa per il corpo umano nei panni di un virus. Ovviamente l'obiettivo è distruggere l'ospite. Tra le caratteristiche del gioco spiccano i livelli generati proceduralmente, la grafica in pixel art, il sistema di punteggi che spinge a migliorarsi di partita in partita e così via. Riusciremo a contagiare l'intero genere umano e a sterminarlo?
di Simone Tagliaferri
Skyforge
Il nuovo MMO del Team Allods sta diventando un appuntamento fisso della nostra rubrica settimanale, dato che gli aggiornamenti sullo sviluppo del gioco - o meglio, sugli ultimi rintocchi, visto che la beta è alle porte, tanto che in Russia è già cominciata - si susseguono ormai a ritmo serrato.
Questa settimana gli sviluppatori russi sono tornati sull'argomento scottante del "pay to win" che tante polemiche ha suscitato qualche settimana fa: pochi giorni addietro, infatti, alcuni giocatori si sono accorti che si possono comprare i crediti con i soldi reali, ignorando del tutto i limiti settimanali imposti dal gioco e, quindi, sviluppando molto più velocemente i personaggi. Come potete immaginare la community si è innervosita, e i devs hanno dovuto spiegare in dettaglio il sistema di valute di Skyforge in un'apposita bloggata, confermando che, sì, i giocatori possono scambiare la valuta per le microtransazioni, chiamata Argent, per i crediti, ma esistono due fattori che limitano il meccanismo. Prima di tutto, c'è un limite a ogni tipo di potenziamento, e poi i programmatori hanno imposto altri tipi di "cap" per rallentare anche il progresso dei giocatori più spendaccioni. Passando a un argomento un po' più frivolo, il team si è anche espresso sulle Distortion, uno degli elementi endgame di Skyforge: essenzialmente sono delle arene in cui i giocatori affronteranno vari nemici in rapida successione, ed entro un limite massimo di quindici minuti. Nell'apposito approfondimento, i devs hanno parlato di una battaglia contro nemici marini capitanati da un Kraken, ma nella build finale ci saranno molte altre Distortion che serviranno sia a sfidare i giocatori, sia a raccontare il passato del pianeta Aelion e delle razze ostili e benigne che lo popolano.
Guild Wars 2
Nell'ultimo Points of Interest, lo show episodico dedicato alla community del MMORPG targato ArenaNet, si è discusso di un problema che gli utenti hanno molto sentito nell'ultimo anno: quello della storia. Nonostante l'enfasi riposta sulla narrazione con la ricca mitologia di Guild Wars, la lunga campagna e la Living Story a puntate, la trama di Guild Wars 2 secondo molti giocatori non è stata abbastanza convincente né appassionante.
Ecco perché il team di sviluppo ha deciso di concentrarsi molto su questo aspetto di Heart of Thorns, l'imminente espansione. Il sistema delle Mastery, ad esempio, è stato pensato per fondere letteralmente il gioco e la storia, dato che permetterà ai giocatori di approfondire alcune parti della storia sulle quali magari avevano sorvolato, specialmente se vogliono sbloccare un nuovo bonus. Gli sceneggiatori, inoltre, vogliono fare in modo che la Personal Story del nostro avatar sia molto più legata agli eventi in corso nella zona in cui si svolge, così da coinvolgere di più i giocatori. A chi invece non frega proprio niente della storia, suggeriamo di sintonizzarsi con Tyria il 14 aprile, perché potrà giocare per la prima volta e in prima persona la nuova modalità PvP chiamata Stronghold, che per l'occasione sarà aperta a un test pubblico e permetterà di saggiare uno degli aspetti più curiosi dell'espansione.
Black Desert
Il MMORPG di Pearl Abyss ci stuzzica con le sue foto spettacolari da mesi, ormai... ma di concreto finora abbiamo visto poco, almeno noi occidentali che possiamo limitarci ad ammirare la sua grafica superlativa mentre i coreani continuano a testare con mano le ultime rifiniture che lo sviluppatore sta apportando al suo ambizioso progetto.
Capita così che, in attesa della localizzazione in una lingua comprensibile, si sorvoli su quello che sta succedendo davvero al gioco, distratti dalle te... xture delle belle donzelle in foto. Ecco perché siamo rimasti stupefatti nello scoprire che Black Desert, ultimamente, a un MMO ci somiglia sempre meno. Secondo alcuni fan che si sono presi la briga di tradurre gli ultimi changelog dei cambiamenti apportati al gioco, Black Desert starebbe perdendo, una dopo l'altra, alcune feature tipicamente da MMO come i vari tipi di gilde e la possibilità di scambiare gli oggetti con gli altri giocatori, mentre su tutto incombe l'ombra di un sistema PvP a dir poco discutibile. Lo stesso mondo di gioco, a quanto pare, starebbe perdendo tutto il suo appeal: negli ultimi aggiornamenti il client avrebbe perso i boss all'aperto, le abitazioni, persino i negozi, diventando una specie di RPG single player con la modalità cooperativa. Nel frattempo, Pearl Abyss ha implementato una nuova classe, la Valkyrie Shield Maiden in grado di curare i compagni, scagliare potenti incantesimi d'attacco e combattere in corpo a corpo. Praticamente il classico paladino del fantasy secondo i coreani.
di Christian La Via Colli
GTA V - Un vero gioco PC?
Rockstar non è stata sempre gentile con l'utenza PC che negli ultimi anni si è trovata a dover rinunciare a Red Dead Redemption ed è stata costretta ad aspettare gli ultimi due capitoli della serie Grand Theft Auto. Ma in tutto questo una contropartita c'è e questa contropartita si chiama modding. Grazie a questa parolina magica Grand Theft Auto IV ha visto la propria vita allungarsi con mod come l'iCEnhancer che hanno trasformato il titolo anche esteticamente e con risultati sorprendenti. Nel frattempo, però, è uscito Grand Theft Auto V per Xbox 360 e PlayStation 3 senza che si parlasse nemmeno di una versione Windows e dopo più di un anno l'ultimo kolossal targato Rockstar è arrivato anche su Xbox One e PlayStation 4. Questo significa che l'utenza PC ha dovuto aspettare ben tredici mesi di attesa ai quali si sono aggiunti altri due mesi per lasciare campo libero alla versione next-gen e altri tre necessari per consentire agli sviluppatori di dare un senso a un'attesa davvero lunga.
Ma questa volta il ritardo corrisponde all'arrivo di una versione decisamente superiore rispetto a quella uscita su Xbox One e PlayStation 4 con tanto dell'ormai immancabile supporto della risoluzione 4K. E non è questa l'unica buona notizia per un'utenza che gioca su configurazioni estremamente diverse e non è sempre contenta di rinnovare il proprio PC ogni paio d'anni. Qui il PC gaming sfoggia la sua arma segreta, quella scalabilità dei motori grafici che permette di studiare compromessi e di ottenere una resa gradevole anche con hardware non eccezionali. Purtroppo non tutti i titoli approfittano di questa possibilità e sono molti i giochi che limitano la personalizzazione del comparto tecnico alla risoluzione, alle ombre, alle texture, a qualche filtro, talvolta alla vegetazione, ogni tanto agli effetti di post processing e quando va bene alla distanza visiva. E ci sono anche casi in cui la conversione da console ci lascia con appena quattro o cinque opzioni per la parte video e con un paio di scelte per il sistema di controllo. Per nostra fortuna Grand Theft Auto V non appartiene a questa categoria ed è una cosa che cio fa a decisamente piacere. Il menù include le classiche opzioni tecniche come quelle che abbiamo elencato poco fa e numerose altre tra cui spiccano ben tre differenti filtri per l'antialiasing e un selettore per l'MSAA dedicato ai soli riflessi. Inoltre nelle opzioni grafiche avanzate ci sono due slider che permettono di aumentare o diminuire la densità e la varietà dei modelli degli abitanti della città e come ciliegina sulla torta c'è un indicatore che mostra l'effettivo quantitativo di memoria video necessario per la configurazione scelta. Infine ci sono le opzioni per i controlli che pur non essendo paragonabili a quelle di un ArmA o di un Battlefield sono più che sufficienti per una personalizzazione adeguata e ci consentono di affermare che la versione Windows di Grand Theft Auto V veste i panni di un vero gioco per PC con tutti gli annessi e connessi che ci si aspettano da questa definizione. Per fruire a pieno di Grand Theft Auto V in risoluzione 1080p dovrebbero bastare una Nvidia GTX 660 2GB o di una AMD HD7870 2GB mentre per giocare a 4K senza compromessi si parla di una configurazione SLI o CrossFire di fascia alta.
Di schede video e di altre questioni
Torniamo a parlare di hardware con le immagini, apparse in rete qualche giorno fa, di quella che dovrebbe essere la Radeon R9 380 targata XFX. Inizialmente molti si sono lanciati in speculazioni di ogni genere, a quanto pare ingannati dalla bassa qualità delle immagini pubblicate su un forum cinese, credendo che si trattasse della R9 390. Ma le somiglianze con la R9 290 hanno subito sollevato qualche dubbio. La scheda svelata, infatti, dovrebbe essere un mero rebrand, un riposizionamento della summenzionata R9 290 che verrà scavalcata dalla R9 390 e dalla R9 390X basate sulla nuova tecnologia Fiji. Ma per quanto questa rivelazione sia poco emozionante ci fornisce comunque un'informazione utile e questa informazione riguarda la vicinanza della presentazione delle nuove Radeon che dovrebbero chiudere definitivamente l'era delle GPU a 28 nanometri.
Il prossimo ciclo comporterà probabilmente un lungo salto fino ai ben più minuti 16 nanometri che promettono un incremento netto nelle performance combinato con una riduzione sensibile dei consumi. A quel punto le soluzioni commerciali con raffreddamento a liquido potrebbero addirittura andare fuori moda lasciando tubi e pompe nelle mani dei soli modder. Per ora, comunque, il raffreddamento a liquido ha ancora i suoi estimatori e alcuni di questi non si fanno problemi a sborsare qualche soldo in più per soluzioni pronto uso piuttosto costose. Quella di Gygabyte, per esempio, include tre GTX 980 da 4GB con sistema di raffreddamento Waterforce. Spinte a 1329 MHz, le 980 sono tenute a bada dall'acqua che passa per tre dissipatori, ognuno dotato di ventola propria, incassati in un'avveniristico bauletto da incastrare sulla parte alta del case. Tutto questo, nel caso delle 980, costa ben 2999 dollari ma Newegg ci piazza assieme un Acer G-Sync 27 pollici gratuito. Purtroppo si tratta di un monitor Full-HD e i 1920 x 1080 punti dell'XB270H potrebbero sembrare pochini per una configurazione triplo SLI ma è sempre possibile affiancare più monitor e parliamo comunque di un 144Hz G-Sync da 600 dollari che promette una fluidità dell'immagine estrema. Resta però il fatto che non è paragonabile a un XB270HU che oltre al G-Sync sfoggia una risoluzione di 2560 x 1440 punti su un pannello IPS. Ma dobbiamo anche considerare che queste specifiche costano ben duecento dollari di più. Per aver qualcosa di paragonabile a un costo inferiore sarà necessario attendere l'inevitabile calo dei prezzi o una soluzione similare targata ASUS che presto dovrebbe presentare l'MG279Q. Il monitor in questione monta un pannello IPS che arriva alla risoluzione 2560 x 1440 e dovrebbe costare circa 600 dollari grazie all'adozione della tecnologia FreeSync che non richiede moduli costosi come il G-Sync. Il problema è che l'MG279Q si ferma a 120Hz contro i 144 dell'XB270HU ma non dovrebbe essere un problema a meno che non viviate di Counterstrike e Quake.
di Mattia Armani