Presentato letteralmente a sorpresa durante la conferenza di Sony dell'Electronic Entertainment Expo appena conclusosi, Horizon: Zero Dawn ha lasciato tutti a bocca aperta. Lo sviluppatore, dopo tutto, è Guerrilla Games: forse i loro Killzone non saranno tra gli sparatutto in prima persona migliori di sempre, ma di sicuro hanno detto la loro in ambito tecnico. Horizon, dal canto suo, prende le distanze dal genere che ha reso famosa la compagnia europea, per la quale rappresenta una nuova sfida da ogni parte lo si guardi: è un genere tutto nuovo con cui fare i conti, quello degli action game in terza persona, e dovrà sfoggiare le potenzialità della next-gen rappresentata da PlayStation 4. Hermen Hulst, il grande capo di Guerrilla Games, è eccitato e ansioso al tempo stesso: "Horizon è il gioco più ambizioso al quale abbiamo mai lavorato", afferma.
Horizon: Zero Dawn potrebbe essere l'inizio di un franchise veramente speciale
Un'apocalisse misteriosa
Ambientato nel 3000 dopo Cristo - praticamente a mille anni da oggi, perciò possiamo stare tranquilli - Horizon ci cala nei panni di Aloy, una cacciatrice che vive in un mondo post apocalittico in cui la civiltà umana è collassata, cedendo il passo al dominio delle macchine. Robot giganteschi calcano le lussureggianti praterie di questo nuovo pianeta Terra, e Aloy è costretta a cacciarli e a smontarli per sopravvivere. "Noi li chiamiamo semplicemente macchine", precisa Hulst. "Non posso sbottonarmi sulla storia, ma posso dire che Aloy inizialmente non comprende bene la situazione del mondo in cui vive. E noi vogliamo puntare proprio su questo alone di mistero". A quanto pare, infatti, Horizon inizierà in media res, catapultandoci in un mondo devastato senza spiegarci cos'è successo, da dove arrivano le macchine, che rapporto c'è tra esse e gli umani superstiti. "Aloy comincia l'avventura senza sapere nulla, proprio come il giocatore", spiega Hulst.
"Le risposte arriveranno per entrambi col susseguirsi delle ore di gioco". L'ambientazione e le atmosfere futuristiche, ma non fantascientifiche, ricordano franchise come Terminator o Matrix. Vien da chiedersi se lo sceneggiatore John Gonzalez, che aveva precedentemente lavorato a Fallout: New Vegas prima di passare a Guerrilla Games, non si sia ispirato ai suddetti film in cui - vi ricordiamo, nel caso non abbiate mai posseduto quantomeno una TV in vita vostra - le macchine assumevano il controllo del pianeta e davano una caccia spietata agli esseri umani. "Questo è proprio uno dei grandi misteri di Horizon", sghignazza Hulst. "Se approfondissi la questione, finirei per rovinare la sorpresa. Infatti, la vera missione di Aloy e dei giocatori sarà scoprire cosa ha causato questa catastrofe e come le macchine hanno sconfitto la civiltà umana". È interessante, da questo punto di vista, il fatto che Gonzales e i ragazzi di Guerrilla Games abbiano scelto come protagonista una donna. Il cosiddetto "sesso debole" dimostra ancora una volta di non essere debole affatto, e basta dare un'occhiata ai videogiochi di questo E3 2015 per rendersi conto di quante protagoniste forti e determinate controlleremo nei prossimi mesi, dall'indimenticabile Lara Croft ad Aloy stessa, passando per Faith di Mirror's Edge Catalyst. "In realtà, quando si sviluppano giochi importanti come Horizon, le carte in tavola cambiano continuamente", rivela il direttore di Guerrilla Games. "Spesso si provano diverse combinazioni e si cerca di capire se funzionino, ma Aloy è sempre stata la protagonista del gioco, fin dai primissimi concept. Il gioco che volevamo creare doveva avere lei per protagonista, però temevamo molto la reazione del pubblico e, prima di procedere, ci siamo affidati a dei focus group con risultati, fortunatamente, positivi". Guardando il trailer, si nota l'incredibile espressività del personaggio, lo stupore con cui ammira il suo mondo, l'ironia con cui commenta la battaglia. "Volevamo un personaggio agile e intelligente prima, dopo e durante ogni combattimento. Aloy, in questo senso, è perfetta". Dopo la presentazione del gioco, in rete sono scoppiate le battutine riguardanti il fatto che Aloy non stesse mai zitta durante lo scontro: è una caratteristica che può piacere o non piacere, ma che rende unici personaggi come l'Uomo Ragno o, per restare in ambito videoludico, il protagonista della serie Uncharted di Naughty Dog, Nathan Drake. Il troppo stroppia, però, e ci chiediamo se Guerrilla Games riuscirà a trovare il giusto equilibrio.
Dinobot dall'inferno
Nonostante il filo conduttore fantascientifico e la presenza di giganteschi robot e nemici meccanici, Horizon è ambientato in gran parte all'aria aperta, tra boschi e pianure. Si tratta, ovviamente, di un contrasto cercato apposta tra la natura incontaminata e l'artificialità della "razza" dominante sul pianeta. "Una parte del nostro team di sviluppo si occupa soltanto della natura nel gioco, delle piante e della vegetazione", rivela Hulst. "Abbiamo addirittura inventato delle specie completamente nuove per sottolineare il lasso di tempo che separa la Terra del gioco dalla nostra". Aloy, del resto, potrà strisciare furtivamente tra l'alta vegetazione per prendere i suoi nemici di sorpresa o evitarli del tutto.
Horizon, in questo senso, è una di quelle avventure in terza persona che possono essere affrontate in vari modi. Quando il giocatore non è costretto a combattere, e magari sta solo esplorando l'immenso mondo in free roaming, può schivare tutti i nemici o piazzare trappole e attirarli sopra di esse con un po' di astuzia, lasciando che facciano tutto il lavoro al posto suo. L'interattività ambientale e le tante possibilità offerte dal combat system dovrebbero essere il fiore all'occhiello della nuova produzione Guerrilla Games. "Aloy non è forte come le macchine che combatte, perciò a volte può usare le loro stesse armi dopo avergliele strappate, un po' come si è visto nel trailer", sottolinea Hulst. "Tuttavia, può anche impiegare la corrente elettrica per stordirle o le funi per legarle. Ha tantissime armi a disposizione, molte delle quali devono essere fabbricate con i pezzi dei nemici sconfitti". Cioè, una specie di Monster Hunter? Uhm, le cose si fanno ancora più interessanti. In effetti, Horizon ricorda la serie Capcom sotto diversi aspetti. Hulst, per esempio, anticipa la pressoché totale assenza di tutorial. "Non vi diremo come sconfiggere i nemici e quali armi sia meglio usare in determinate situazioni: dovrete esplorare il mondo, studiare i nemici e scoprirlo da soli". Trial and error, insomma, proprio alla maniera di Monster Hunter. Le macchine di Horizon saranno profondamente interconnesse tra loro: alcune si proteggeranno a vicenda, altre potrebbero approfittare di un combattimento per avventarsi sul giocatore... o sul suo bersaglio. Nascondersi nell'erba alta e analizzare il comportamento dei nemici, prima di attaccarli, diventerà presto fondamentale. Tuttavia, la curva di apprendimento in Horizon sarà molto più morbida, grazie anche ai "perk". Aloy, infatti, guadagnerà esperienza proprio come in un gioco di ruolo, sbloccando via via alcune abilità. "Nel trailer abbiamo mostrato un'abilità che rallenta il tempo, per così dire, concedendo al giocatore una maggior precisione nella scelta del bersaglio e nella mira", sottolinea il director. "Senza di essa sarebbe molto più difficile colpire il nemico nei suoi punti deboli". Considerando quello che abbiamo visto nel trailer, e le potenzialità del gioco così come le lasciano intendere i portavoce dello sviluppatore europeo, è incredibile che finora Horizon sia rimasto tanto segreto, escludendo le illustrazioni trapelate qualche mese fa. "Abbiamo cominciato a lavorarci in gran segreto poco dopo aver completato Killzone 3, ancora prima di Killzone: Shadow Fall", svela il director di Guerrilla Games. "Volevamo sviluppare un gioco nuovo e graficamente bellissimo. In fondo, abbiamo sempre lavorato con la fantascienza, ma quella di Killzone è molto più cupa. Questa volta abbiamo voluto concentrarci sulla bellezza".