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Botte estreme

Abbiamo giocato la demo del nuovo picchiaduro portatile di Dragon Ball

PROVATO di Christian Colli   —   11/08/2015
Botte estreme

In uscita a metà ottobre, il nuovo picchiaduro per Nintendo 3DS ispirato al famosissimo manga/anime di Akira Toriyama è stato sviluppato nientepopodimeno che da Arc System Works, la stessa software house che ha dato i natali a titoli del calibro di Guilty Gear e BlazBlue, da anni giocati anche a livello professionale in tornei internazionali prestigiosi come l'EVO. È la seconda volta che Arc System Works ha per le mani questa licenza - la prima volta ha realizzato i due più che discreti Supersonic Warriors - ed è chiaro che Bandai Namco gliel'ha affidata col preciso obiettivo di ricavarne un titolo al di sopra della mediocrità che ha contraddistinto i tie-in di Dragon Ball negli ultimi anni. Allo stesso tempo, la piattaforma e il target hanno preteso una filosofia adatta a ogni tipo di giocatore, senza calcare troppo la mano sulla complessità sia visiva, sia di gameplay. Il risultato finale potrebbe stupirci.

Gli autori di BlazBlue riprendono in mano la serie di Akira Toriyama con Dragon Ball Z: Extreme Butoden

Come ti rompo le sfere del drago

La demo caricata sull'eShop Nintendo non rivela granché in termini di modalità di gioco, proponendo una semplice modalità battaglia in cui affrontare la CPU e una modalità multigiocatore per combattere contro un amico in locale. Anche il roster dimostrativo è molto contenuto: quattro personaggi (Goku, Gohan bambino, Vegeta e il grasso Majin Bu) di cui tre Saiyan in condizioni "normali".

Botte estreme

Il gioco è uscito in Giappone già da qualche mese, perciò sappiamo che il roster definitivo - inclusi alcuni personaggi bonus - comprende ben ventisei lottatori, alcuni dei quali sono però le versioni Super Saiyan... o Super Saiyan God Super Saiyan, ehm... di quelli già presenti. Di Goku, per esempio, ce ne saranno almeno quattro, ma non divaghiamo. Ironicamente, i tre Saiyan nel roster della demo diventano brevemente Super quando usano la loro mossa speciale più devastante, ma a quanto pare le versioni potenziate non saranno semplici reskin, ma personaggi a parte con parametri e attacchi diversi. Oltre ai quattro lottatori, la demo permette di selezionare alcuni Z-Assist, tra cui il gattone Kirin, il Great Saiyaman, Mr. Satan e Tenshinhan. La scelta dei combattenti e del team dipende da un valore complessivo che impedisce di costruire una squadra di personaggi troppo forti, e dallo spazio immaginario che essi occupano: per farla breve, il giocatore ha a disposizione sei caselle, con i combattenti che ne occupano due a testa e i Z-Assist che ne occupano una ciascuno. Questo vuol dire che è possibile creare un tag team con tre combattenti e nessun Z-Assist o scegliere un solo combattente e fino a quattro Z-Assist; dopodiché, tutto sta nella strategia, dato che alcuni Z-Assist possono persino curare i lottatori che li "evocano" o paralizzare gli avversari. La tartaruga del Maestro Muten, ad esempio, si limita a muoversi lentamente sullo schermo, ostacolando i movimenti di entrambi i lottatori. Basta toccare l'icona del personaggio sullo schermo inferiore per cambiare lottatore o richiamare uno Z-Assist, ma per rifarlo bisognerà attendere un breve periodo di ricarica, e il sistema ci è piaciuto perché appare ben bilanciato e soprattutto si integra bene nel sistema di combattimento frenetico, dato che con il giusto tempismo è possibile usare i Z-Assist per prolungare le combo, interrompere quelle dell'avversario e via dicendo. I Z-Assist sono, insomma, delle vere e proprie mosse speciali personalizzabili. Il che non stupisce, visto che il moveset di ogni combattente è piuttosto magro. Nonostante Extreme Butoden sia un picchiaduro bidimensionale che ricorda appunto BlazBlue anche nella grandezza e nelle dettagliate animazioni degli sprite, i vari lottatori non possiedono delle mosse speciali che richiedono movimenti particolari e complicate sequenze di tasti, ma combo generiche uguali per tutti e pressioni simultanee che si producono in animazioni e attacchi diversi.

Botte estreme

La combinazione L+X, ad esempio, consente a Goku di scagliarsi contro l'avversario in Kaioh Ken, sferrando una poderosa testata, mentre Vegeta attacca verso l'alto con un poderoso calcio verticale. La differenza tra i personaggi risiede quindi nella forma di un paio di attacchi, e nei parametri che contraddistinguono il lottatore di turno: Goku, neanche a dirlo, è il combattente più bilanciato, laddove il piccolo Gohan è più agile ma anche meno resistente. Majin Bu, ovviamente, è lentissimo ma fortissimo, mentre Vegeta è veloce e potente ma incassa i colpi come non ci fosse un domani. L'arsenale a disposizione dei vari lottatori, inoltre, consente una molteplicità di manovre difensive come schivate e scatti subitanei, ma anche "teletrasporti" istantanei alle spalle del nemico nel caso si schivi un colpo col giusto tempismo. Il tasto R, invece, permette di caricare il sempreverde Ki e di consumarlo per effettuare le tecniche speciali più devastanti: un paio di esse concludono alcune combo più lunghe, e innescano una breve sequenza in cui il lottatore di turno scaglia all'indirizzo dell'avversario una gigantesca onda energetica. A quel punto, il destinatario può scegliere se inghiottire i danni o consumare il proprio Ki per contrattaccare in una specie di minigioco in cui vince chi preme il tasto A più velocemente. L'idea è carina e ci ha ricordato i vecchi picchiaduro di Dragon Ball bidimensionali, ma l'animazione forse dura un po' troppo e rischia di rovinare il ritmo dello scontro. Da notare che un minigioco simile può verificarsi anche quando collidono due attacchi fisici della stessa potenza, inscenando uno spettacolare scambio di colpi a raffica. Infine, una volta perso metà dell'energia vitale, il nostro lottatore entra in uno stato "critico" che consente di caricare l'indicatore del Ki a da 150% a 200%, e di effettuare una combo più potente che si conclude con una tecnica speciale ancora più devastante. Quanto abbiamo giocato in questa demo, insomma, ci ha intrigato non poco: Arc System Works è riuscito a catturare la frenesia degli scontri di Dragon Ball Z e a innestarla negli schemi dei suoi picchiaduro più famosi, semplificando leggermente il gameplay per renderlo appetibile a un pubblico più vasto. La mancanza di una maggior varietà di mosse speciali individuali ci ha fatto storcere il naso, ma ci riserviamo di giocare la versione definitiva e, quindi, di provare gli altri lottatori e Z-Assist prima di giudicarne l'eventuale peso.

CERTEZZE

  • Lo sviluppatore coi picchiaduro è una garanzia
  • Graficamente è un gioiellino

DUBBI

  • Varietà del roster tutta da valutare
  • Nessuna versione dimostrativa delle altre modalità