9

Intervista a Massimo D'Angelo

Al next@acer abbiamo intervistato il vicepresidente della sezione EMEA di Acer riguardo agli obiettivi della compagnia in ambito gaming

INTERVISTA di Vincenzo Lettera   —   30/04/2016

Pochi giorni fa abbiamo preso parte al next@acer di New York, conferenza annuale in cui Acer ha annunciato i nuovi prodotti che saranno lanciati nel corso del 2016. Oltre a computer per ciclisti, ai nuovi Aspire, dispositivi 2-in-1 e smartphone, la compagnia taiwanese ha rivelato anche nuove macchine per il mercato gaming. Dei nuovi Predator ne abbiamo parlato nel dettaglio in un articolo dedicato, ma la conferenza statunitense ci ha dato anche la possibilità di una breve intervista a Massimo D'Angelo, vice presidente della regione EMEA (Europa, Medio Oriente, Africa) di Acer.

Dopo l'annuncio dei nuovi Acer Predator, abbiamo fatto due chiacchiere con Massimo D'Angelo

Intervista a Massimo D'Angelo

Il motto di Acer per lo scorso anno era "diversificazione", con i primi veri passi dell'azienda nell'ambito gaming. Quali sono gli obiettivi per il 2016, nello specifico nel settore dei videogiochi.
Va detto che il mercato dell'informatica in generale non è un mercato in crescita, e anzi gli ultimi numeri hanno mostrato un primo trimestre con una riduzione complessiva del 10% circa. Tuttavia, all'interno di questo settore esistono nicchie che invece sono in fervente crescita, quei segmenti che offrono qualcosa di diverso. Il prodotto classico, quello all-in-one, soffre sempre di più perché l'utente lo cambia con meno frequenza, mentre segmenti come il gaming e i dispositivi 2-in-1 sono segmenti in fortissima crescita proprio perché più specifici: magari offrono un form factor diverso oppure un tipo di utilizzo differente, o ancora vengono incontro a chi fino a ieri si assemblava il PC in casa. In tutte queste nicchie abbiamo obiettivi di crescita interessanti: sono segmenti relativamente piccoli, ma che offrono tassi di crescita molto elevati. L'intenzione quindi è di proseguire lungo la strada tracciata lo scorso anno: è importante esserci e dimostrare di essere un'azienda in grado di sviluppare prodotti tecnologicamente molti avanzati.

Oltretutto la linea Predator include non solo desktop e notebook, ma anche tablet, proiettori e monitor. Qual è il target per il desktop e quale il notebook?
Anche all'interno di una stessa nicchia cerchiamo di offrire una gamma di prodotti molto vasta nel tentativo di venire incontro a una platea di utenti che hanno esigenze molto diverse. Chi vuole giocare al massimo delle prestazioni ai giochi ovviamente punta al desktop anziché al notebook, e in base a quello di cui ha bisogno può optare per il G6 o per il più piccolo e trasportabile G1. Dall'altra parte abbiamo i notebook, che ovviamente sono molto più pratici e perfetti per chi ha poco spazio in casa o si ritrova con altre persone in luoghi specifici. Da questo punto di vista sono perfetti per gli sviluppatori che vogliono mostrare i loro giochi agli eventi e alle fiere.

Intervista a Massimo D'Angelo

Cosa avete imparato dal primo ciclo di Predator?
Dietro al primo anno di vita di Predator c'è stato un enorme investimento di risorse e tempo. Avevamo un gruppo eSports, il Team Acer, composto da giocatori professionisti che ci hanno dato costantemente feedback. Abbiamo ascoltato molto quello che avevano da dirci i giocatori, e abbiamo chiesto a ciascuno di loro che tipo di prodotto cercassero. Questo primo anno è stato importante perché abbiamo maturato un know-how, abbiamo capito quali aspetti sono davvero importanti nell'ambito gaming e quali le performance a cui dare priorità: dalla reattività della tastiera ai frame per secondo, fino ad arrivare alla gestione dell'equilibrio termico e al mantenimento di prestazioni elevate e costanti nel tempo.

Sappiamo che lei è appassionato di auto.
Esatto [ride].

Intervista a Massimo D'Angelo

Se pensa alla linea Predator qual è il marchio automobilistico che più gli si potrebbe avvicinare?
Domanda difficile, perché Predator non è solo una macchina performante, ma è un prodotto studiato per un utilizzo specifico. Più che a un marchio lo accosterei a una tipologia d'auto, e per me è l'equivalente delle vetture da competizione. Non è una Porsche, una Ferrari o una Lamborghini che puoi usare per strada. È un prodotto mirato, che acquisti perché vuoi giocare, e non certo per usarlo come notebook da lavoro. Più che un marchio direi che è una vettura da pista non targata. Ti presenti all'autodromo, ti metti al volante e fai qualche giro in pista.

Parte della comunicazione del Predator 17X è legata al fatto che sia una macchina pronta per la realtà virtuale. Ci dobbiamo aspettare dei bundle con un visore nel prossimo futuro?
Ricordo che quando si vendevano i PC nei primi anni, in bundle c'era sempre una qualche stampante. Molti brand negli anni hanno provato a fare dei bundle, ma siamo convinti che se si riesce a fare un prodotto che è dotato di alcune caratteristiche, è meglio lasciare all'utente la possibilità di scegliere quale periferica collegare. Al momento non vediamo la ragione di offrire un bundle, anche perché la tecnologia è nuova e non è ancora chiaro quale diventerà lo standard, ma non escluderei che in futuro possa diventare più interessante da un punto di vista commerciale.