Con l'arrivo dell'architettura Skylake Intel ha radicalmente cambiato la propria politica di distinzione di CPU: laddove, fino ad Haswell, i potenti processori Xeon, comunemente destinati a workstation e server, avevano un proprio socket (LGA2011 e 2011-3), oggi adottano lo stesso schema delle CPU Core, adottando quindi lo standard LGA 1151. Questo forse significa che è possibile montare un membro della famiglia E3 v5 su una qualsiasi scheda madre in grado di ospitare un Core i7-6700? Non proprio: per poter sbloccare tale potenza di fuoco è necessario che sulla mainboard sia installato un chipset dedicato che riesca a riconoscere i processori Xeon. Intel ne ha rilasciati un paio, sotto il nome in codice Sunrise Point: il C232 e il C236, protagonista indiscusso della mainboard che Gigabyte ci ha permesso di provare. Il colosso taiwanese ha deciso infatti di investire con più decisione nel commercio dei propri prodotti nel nostro paese, noi per il momento però soffermeremo l'attenzione sull'imponente X170 Extreme ECC che rappresenta una soluzione per certi versi unica nel mercato.
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ECC, un retaggio del passato?
Oltre al supporto per i processori Xeon di quinta generazione, il C236 si differenzia dal più comune Z170 per un ridotto supporto alle vecchie porte USB 2 (4 contro 14), per il moltiplicatore bloccato e per l'assenza del sottosistema audio. Dall'altro lato la tecnologia "enterprise" di Intel consente l'utilizzo di memorie ECC (come sottolineato anche dal nome della scheda) e della tecnologia VPro. Scelte che seguono perfettamente la logica della produttività, ma che nel nostro caso i tecnici di Taipei hanno deciso di declinare in favore dei giocatori perché questa scheda, a dispetto di quanto scritto sinora, è destinata proprio a una particolare nicchia di hardcore gamer.
La X170 Extreme ECC appartiene alla serie Ultra Durable con cui Gigabyte indica una famiglia di prodotti realizzati con un occhio di attenzione alla resistenza costruttiva: la piedinatura del socket è dunque dorata, gli slot PCI-Express 8x sono coperti da uno scudo metallico che li rende significativamente più tolleranti agli sforzi e i condensatori utilizzati sono naturalmente tra i migliori presenti sul mercato. Caratteristiche che la accomunano anche ad altre flagship dotate di chip Z170 ma che risultano ancora più apprezzabili in questo scenario, dove lo scopo dichiarato è quello di mettere a punto un sistema che non tema la prova del tempo. Le memorie ECC in particolare sono un'altra chicca che C236 porta in dote: attenzione però perché possono lavorare solo in combinata con una CPU Xeon (non vengono riconosciute dai Core). Si tratta di una tecnologia storicamente utilizzata in ambito server: ECC è l'acronimo di Error Correction Code che comprende una serie di algoritmi con cui i moduli RAM possono rilevare e correggere eventuali errori. Stiamo parlando di scenari difficilmente riscontrabili nella quotidianità, soprattutto per l'ottima affidabilità ottenuta dalle memorie tradizionali, ma la sicurezza di non incorrere in alcun tipo di problematica può essere un plus da non sottovalutare, soprattutto in relazione del fatto che i moduli DDR4-ECC, a differenza del passato, si trovano praticamente sulla stessa fascia di prezzo di quelli tradizionali. Dall'altro lato, installare queste RAM nei 4 slot presenti sulla X170 Extreme (fino ad un massimo di 64 Gbyte) ha anche degli effetti "negativi": anzitutto si perde la possibilità di sfruttare la tecnologia XMP grazie a cui la scheda madre, in automatico, riesce a spuntare i settaggi migliori per le memorie; inoltre le DDR4 ECC ufficialmente supportate arrivano a 2133 MHz, mentre con quelle prive del controllo degli errori si può arrivare a superare abbondantemente la soglia dei 3GHz.
Niente overclock
Non c'è però molto da preoccuparsi a riguardo, visto e considerato che il chipset C236 presenta il moltiplicatore bloccato: su questa scheda madre è pertanto perfettamente inutile installare una CPU "K" perché non ci sarebbe la possibilità di sfruttarne le conclamate capacità di overclock. In uno scenario del genere quindi anche disporre di memorie ultra veloci potrebbe non avere molto senso. Molto meglio puntare allora all'affidabilità messa in campo dai processori Xeon, che trovano nella X170 Extreme un buon terreno dove sfogare le potenzialità ludiche.
L'ultima generazione della famiglia più seriosa di Intel si contraddistingue per un posizionamento di mercato aggressivo, che porta i modelli di fascia media in diretta concorrenza con i Core di fascia alta. In particolare il 1230 v5 rappresenta il miglior compromesso nel rapporto qualità/prezzo: facilmente reperibile al di sotto dei 280 euro questo gioiellino è dotato di 4 Core e di 8 Thread, proprio come il Core i7-6700. A differenza del fratello "consumer" è sprovvisto dell'IGP, il che rende perfettamente inutili le due uscite HDMI (di cui una 2.0) presenti nel backplate della scheda madre, ma di certo nessun giocatore si sognerebbe di utilizzare una scheda integrata per le proprie scorribande in GTA 5. Il clock di base è di 3,4 GHz, inferiore solamente di 300 MHz rispetto alla flagship 1280v5 che però costa la bellezza del 700% in più, mentre in modalità turbo le differenze si assottigliano ulteriormente, fermandosi ad appena 200 MHz (3,8 contro 4 GHz). Si tratta di valori che comunque possono avere un peso soprattutto in ambito gaming, dove si fanno sentire con un po' più di margine le maggiori frequenze del 6700K, punta di diamante della famiglia consumer. C'è altresì da aggiungere che a risoluzioni elevate (da un FullHD in su) i processori raramente rappresentano un collo di bottiglia e le variazioni prestazioni si rendono praticamente impercettibili nella maggior parte dei videogame.
Musica per le mie orecchie
La scheda di Gigabyte sfrutta l'affrancamento dall'onnipresente ALC1150 di Realtek per offrire un chip audio decisamente più performante: si tratta del Sound Core 3D di Creative, immesso nel mercato embedded un paio d'anni fa e giunto oramai a piena maturazione: un vero e proprio tocco di classe che arricchisce l'ottima multimedialità di questa versatile mainboard. Il processore governa 5 jack e un ingresso ottico, ed è coadiuvato da un amplificatore sostituibile: si tratta dell'oramai celebre tecnologia AMP UP che la società di Taipei ha introdotto un paio d'anni fa riscuotendo un grande successo di pubblico e critica. Le orecchie dei giocatori possono contare anche sul supporto dell'amplificatore OPA 2134 di Texas Instruments che "spinge" il suono verso il jack frontale per le cuffie.
Sul fronte connettività troviamo poi, per la prima volta in assoluto, il supporto allo standard Thunderbolt 3. Il piatto è completato con un'ampia carrellata di prese USB 3.1 gen1 (Type A), 3.1 gen2 (Type C), USB 3.0 e USB 2.0. Il sottosistema storage è una vera e propria compilation, con la presenza di due ingressi del tipo M.2 Sata, 3 SATA Express e 6 SATA 3 tradizionali. Le connessioni di rete sono gestite sia dal chipset Intel sia da quello di Killer, qui presente con il potente E2400: da notare che i due non possono operare in "team". La scheda, a dispetto della vocazione professionale, è quantomai scenografica: nel lato sinistro una vistosissima scocca protegge il pannello delle connessioni e isola il sottosistema Creative per evitare eventuali interferenze; la mimetica militare, nella versione deserto, prosegue poi nell'importante sistema di dissipazione posto attorno al socket per terminare dalla parte opposta con l'altro heatsink che si occupa di tenere a bada i bollenti spiriti del chip 236. Per la verità l'architettura SkyLake è estremamente efficiente, grazie al processo produttivo a 14nm (22 per il chipset), sicché sia le temperature di esercizio che i consumi di energia elettrica sono davvero ai vertici della categoria. Sulla scheda trova posto anche un ulteriore ingresso a 8 pin per l'alimentazione ausiliaria, che dovrebbe tornare utile in caso di overclock. In effetti, nonostante il moltiplicatore bloccato, ci si può dilettare con le frequenze del base clock anche grazie alla presenza dell'IC proprietario denominato Turbo B Clock che permette, in buona sostanza, di selezionare un valore a piacimento tra 90 e 200 MHz, superando così il limite del 5% presente nelle tradizionali schede madri.
Ibrida con stile
La Gigabyte X170 Extreme ECC è una scheda tanto affascinante quanto particolare. Chiaramente non è la scelta primaria per chi è deciso a cimentarsi con l'overclock e, più in generale, per coloro che hanno deciso che il prossimo processore appartiene alla famiglia Core: in questo caso sono decisamente preferibili le soluzioni basate sul chipset Z170.
Abbinata ad una CPU Xeon e a moduli DDR4 ECC la mainboard si presenta con una veste decisamente più accattivante, soprattutto in considerazione del prezzo competitivo dell'entry level di casa Intel. Un sistema così messo a punto è praticamente un carro armato che non teme sessioni di utilizzo estreme (parliamo di intere giornate a pieno carico), e unisce a delle performance comunque di assoluto rilievo un'efficienza energetica e termica ai vertici della categoria. Il supporto al 2-Way SLI di Intel e al 3-Way CrossFire di AMD permette poi di realizzare delle vere e proprie testate nucleari a prova di 4K. Ci si passi il paragone con un SUV sportivo come l'Audi SQ5: nella versione base si tratta di un tipo di veicolo concettualmente studiato per percorrere anche strade sterrate, ma nella configurazione sportiva riesce a dare il meglio in pista. Allo stesso modo la X170 Extreme è una fuoriserie in termini di versatilità e affidabilità, ma se la cava estremamente bene anche in ambito multimediale, per il quale certamente non è stato concepito l'ecosistema Xeon, ma che Gigabyte è riuscita a convertire in modo davvero encomiabile.
Conclusioni
PRO
- Un'ottima soluzione per l'ecosistema Xeon
- Affidabilità al top
CONTRO
- Non adatta a tutte le esigenze