Nintendo Switch, in arrivo il 3 marzo, ha fatto il suo ingresso in società con tutto il rumore che ci si aspetta dalla nuova console di una compagnia storica, un'azienda ultra centenaria che negli ultimi quarant'anni ha contribuito a plasmare il mondo dei videogiochi. I motivi di tanto clamore sono come al solito molteplici e non sono tutti positivi, ma possiamo affermare in tranquillità che quanto mostrato della lineup del particolare ibrido è di quelle che mettono voglia di mettere mano al portafogli senza pensarci troppo. Il desiderio, però, rischia di spegnersi davanti ai 329 euro di prezzo, tasse incluse, che superano nettamente il contante necessario per acquistare la più potente PlayStation 4. Inoltre c'è la questione delle periferiche, argomento centrale di questo articolo, che costano già parecchio in dollari e potrebbero costare ancora di più con la conversione in euro. Ma prima di scatenare rivolte o di ergersi in strenua difesa dell'amata Nintendo, è il caso di fare qualche riflessione in più su una questione un po' più complessa di quanto sembri.
Parliamo dei prezzi delle periferiche per Nintendo Switch tra specifiche, mancanze e considerazioni
La potenza non è niente senza controllo
Parlando di prezzi è bene ribadire che Nintendo Switch è un ibrido tra portatile e console da salotto che deve fare i conti con una docking station il cui costo si aggiunge al computo complessivo e con un complesso controller capace di adattarsi a entrambe le situazioni. Inoltre i due Joy-Con che compongono il pad, utilizzabili singolarmente o in combinazione a seconda del caso, sono piuttosto avanzati e riescono a contenere in uno spazio minuscolo telecamera a infrarossi, lettore NFC, batteria da 20 ore, sensori di movimento e un motore per la vibrazione decisamente raffinato che spicca per la capacità di restituire feedback tattili complessi. Stupisce quasi che i due Joy-Con siano tanto piccoli e per qualcuno lo sono fin troppo visti i sacrifici relativi alla corsa estremamente ridotta dei trigger e degli analogici.
Ma, al netto delle preferenze personali, risulta evidente che il design è del tutto funzionale alla possibilità di utilizzare i due pad come motion controller e di collegarli a un supporto così come alla console stessa, in modo da garantire tipologie di fruizione completamente diverse l'una dall'altra. Ed è proprio per questo che non ci stupiamo del costo elevato, determinato sia dal lavoro di design che dalla componentistica, che va inevitabilmente a pesare sul costo complessivo della console. Non riusciamo però a trattenere un tremito vedendo quegli 80 dollari di prezzo necessari per l'acquisto di un secondo set che sarà necessario per fruire a pieno della console in multiplayer. Alcuni titoli si accontentano dei due Joy-Con separati, ognuno dei quali viene utilizzato come un piccolo pad dotato di tutti i tasti necessari per giocare alla maggior parte dei titoli di stampo classico, ma ce ne sono alcuni, come la boxe futuristica Arms, che costringono un giocatore a impugnare due controller, diventando una versione evoluta della combo tra Wii Remote e Nunchuck. Tra l'altro il singolo Joy-Con non costa la metà della coppia, ma 50 dollari ed è una di quelle scelte che sono destinate a scatenare malumori. Non sarà invece necessario rivolgersi a Nintendo per acquistare una power bank vista la presenza di una porta USB-C compatibile con un cavo standard che fa il paio con uno slot per schede Micro SDXC, potenzialmente salvifiche visti i 32GB di spazio per i dati che non daranno problemi con i titoli fisici basati su cartuccia, ma sono comunque destinati a riempirsi velocemente attraverso acquisti digitali e altri tipi di dati. Il problema in questo caso è il taglio massimo di 256GB, che tra l'altro costringe a una spesa assolutamente non commisurata all'utilizzo. Speriamo che il supporto per dischi esterni e penne USB, a quanto pare destinato a essere implementato dopo il lancio, arrivi il prima possibile.
A caro prezzo
Tra pregi e difetti, l'arsenale delle periferiche Switch include anche un controller Pro pensato per chi preferisce tasti più grandi, croce direzionale e feedback classici. Il layout dei tasti è simile a quello del pad di Xbox One, decisamente superiore a quello del Pro Controller di Wii U, mentre la dotazione comprende rumble HD, riconoscimento amiibo e tutti i sensori dei Joy-Con, ad esclusione della telecamera a infrarossi. Ma anche se gli extra hanno un inevitabile peso sul prezzo, non possiamo di certo esultare di fronte alla richiesta di 70 dollari per un joypad che, considerando le problematiche dei due Joy-Con, potrebbe risultare fortemente consigliato per sparatutto e picchiaduro. Non saremo invece costretti ad acquistare una docking station, già inclusa nel pacchetto base, anche se in questo caso la discrepanza tra prezzo e tecnologia appare difficilmente giustificabile. L'alimentazione aggiuntiva e il raffreddamento del Dock Set consentono alla Switch di passare dal gaming in 720p a quello in 1080p, ma la tecnologia che si occupa di farlo è nella console.
Il resto della magia, almeno all'apparenza, si limita a un semplice dispositivo di alloggiamento e alimentazione con cavo HDMI, con pochi dubbi meno complesso dei due Joy-Con, che viene venduto a qualcosa come 90 dollari spazzando via il sogno di non spendere troppo per una seconda base da abbinare alla televisione della camera da letto, a quella della nonna e via dicendo. Parliamo, però, di un lusso non necessario e lo stesso vale per il sostegno a cui si agganciano i due Joy-Con per trasformarsi in un controller unico. Quello incluso con Nintendo Switch non è in grado di ricaricarli e per godere di questa comodità, superflua a meno di sessioni estreme viste la la batteria da 20 ore di durata, è necessario spendere 30 dollari per comprare separatamente la versione chiamata, non a caso, Charging Grip. In ogni caso, anche solo sommando il costo di un controller aggiuntivo qualsiasi a quello della console, ci troviamo di fronte a un conto che in Europa è destinato a sfiorare i 400 euro, decisamente superiore al prezzo di una Xbox One S con 500GB di disco fisso, FIFA 17 e secondo controller Wireless. Non stupisce, dunque, che qualcuno sia rimasto spiazzato da cifre del genere, ma dobbiamo ribadire ancora una volta che quando parliamo di Switch parliamo di una console particolare, un dispositivo che affronta problematiche non da poco inseguendo una versatilità estrema. Vale inoltre la pena ricordare che Nintendo non è una colossale compagnia impegnata in svariati settori. Nintendo vive di videogiochi e quando vende una console, periferiche incluse, non può permettersi di farlo in perdita. Questo significa che non può competere direttamente con Sony e Microsoft anche se ha dovuto arrendersi sul versante del servizio online che sarà a pagamento. Ma con Sony che è passata dal un servizio gratuito al modello di Microsoft senza grandi traumi, come chiedere a Nintendo di rinunciare a potenziali guadagni? Ci sembrano più sensate le critiche relative alla memoria interna, tanto esigua da rendere quasi inevitabile l'acquisto di un'espansione, e quelle legate al prezzo delle periferiche anche se non è il caso di alzare i forconi al cielo, almeno non di fronte ai controller che sembrano soffrire dello stesso problema della nuova console Nintendo. In entrambi i casi i prezzi sono riconducibili a motivi pratici, tanto che il volante dedicato a Mario Kart costerà 14.99 dollari come quello per Wii, ma vengono percepiti come troppo alti in relazione all'offerta e potrebbero avere effetti nefasti sulle vendite. Questo almeno nel caso in cui una Nintendo non riesca a sfruttare a pieno le peculiarità di una console che combinando i punti di forza della compagnia ha senza dubbio potenziale da vendere.