I tempi sono maturi: da anni si attendeva una concreta alternativa alla supremazia di Intel che, adagiata sugli allori di un monopolio de facto, ha continuato a proporre delle evoluzioni più o meno significative nei contenuti, ma marginali in termini di performance, di Sandy Bridge, uno dei suoi più grandi successi. Sino ad oggi diversi possessori del venerabile Core i7-2600K si ponevano il problema se un upgrade generazionale potesse avere senso. Se da un lato potremmo consigliare a chi si cimenta esclusivamente coi videogame di resistere alla tentazione di aprire il portafoglio, dall'altro è innegabile che da Sunnyvale sia arrivata una vera e propria rivoluzione che non può lasciare indifferenti gli entusiasti del silicio. Con i primi processori octa-core desktop ad un prezzo accessibile, in grado spesso di surclassare anche le ammiraglie da migliaia di euro di Intel, un upgrade dell'intero sistema è finalmente giustificabile, soprattutto adesso che la nuova architettura sta prendendo piede e anche in ambito gaming i risultati iniziano ad essere molto interessanti.
Il Cooler Master MasterCase Maker 5t può essere acquistato per circa 210 euro.
Il Cooler Master V650 ha invece un prezzo di 120 euro.
Cambiamenti radicali
Poco meno di un anno fa chi scrive si era divertito in un'operazione di aggiornamento del proprio sistema, spingendo il vecchio chipset P67 ai limiti delle possibilità. Nel nostro speciale avevamo preservato la maggior parte della componentistica del computer assemblato nel 2011, ottenendo una macchina ancora in grado di dire la sua. Quindi non sarebbe stato indispensabile sostituire il super case Cosmos II, né tanto meno l'alimentatore Silent Pro Gold 1200, entrambi in grado di affrontare senza problemi le sfide odierne; adesso le cose sono cambiate, è il momento di rinfrescare il nostro sistema e di fare una guida in quattro parti sull'assemblaggio. Nella seconda approfondiremo la scheda madre, nella terza la rimanente componentistica interna ed infine ci occuperemo dell'assemblaggio e dei benchmark. Oggi ci concentriamo sull'aspetto estetico, ed in particolare sulla cura dimagrante (ma non troppo) a cui abbiamo sottoposto lo chassis: siamo passati infatti dal monolitico Full-Tower in grado di ospitare schede madri estreme al nuovissimo MasterCase Maker 5t, gioiellino da sfoggiare con orgoglio (assieme ai bicipiti necessari per trasportarlo) alle prossime LAN party. In conclusione spenderemo due parole anche per l'alimentatore V650.
King of the flow
Con il 5t Cooler Master ha voluto imprimere un maggiore diversificazione alla propria linea di Mid-Tower: partendo dall'architettura FreeForm, dalle cui linee direttrici è nato e si è sviluppato il progetto MasterCase, oggi l'offerta comprende sia un prodotto elegante ed essenziale come il MasterCase Pro 6, adatto anche ad ambienti d'ufficio, sia una serie di varianti destinate al mondo dei giocatori di cui il l'oggetto della prova rappresenta la punta di diamante. Non si può certo dire che passi inosservato, e non solo per gli inserti rossi in prossimità della maniglia, della mainboard tray, dei piedini di supporto e dell'oramai celebre esagono frontale, che si sposano con la colorazione nera del case e che gli conferiscono un aspetto aggressivo e scenografico. A rimarcane la vocazione modder c'è la presenza delle paratie laterali in vetro temperato che mettono completamente a nudo il cuore del sistema, compresa la striscia a LED (sempre rossa) che ne illumina la base.
Partiamo comunque con ordine e nella fattispecie dalla confezione, che graficamente rispecchia gli stilemi adottati recentemente da Cooler Master. Le basi sono rinchiuse in due scudi di polistirolo espanso che ne garantiscono l'integrità durante il trasporto, mentre un sacco in gomma avvolge le zone laterali per evitare graffi. Troppo spesso abbiamo visto prodotti della concorrenza, magari anche molto costosi, non adeguatamente protetti, con il risultato che ci si trova costretti ad acquistarli in un negozio fisico per valutarne le condizioni: in questo caso invece possiamo rassicurare chi intenda avvalersi di siti di e-commerce della bontà del lavoro del produttore. Oltre al manuale di installazione in formato cartaceo, in bundle c'è una raffinata scatola metallica all'interno della quale sono suddivisi con ordine accessori come fascette di plastica, viti, supporti opzionali per le ventole e le chiavi per i pannelli laterali. Abbiamo apprezzato molto anche il panno di daino con cui pulire le superfici lucide del case.
Ispezione degli esterni
Il MasterCase Maker 5t è in buona sostanza l'evoluzione del precedente Maker 5: la differenza più vistosa risiede nella maniglia superiore. Si tratta di un'appendice fondamentale: se qualcuno pensasse di sollevarlo in modo classico, ossia abbracciando la parte inferiore, rischierebbe seriamente non solo compromettere la salute del case (come detto i pannelli laterali sono fissati da una semplice serratura), ma anche quella della propria schiena, considerato il peso di oltre 13 chilogrammi a vuoto. Lodevole il rivestimento in gomma della maniglia che serve non solo a garantire una presa più sicura, ma fornisce altresì una comoda superficie di appoggio antiscivolo per dispositivi come hard disk esterni e gamepad.
I materiali utilizzati sono l'acciaio e l'ABS e le finiture sono di alta qualità. Focalizzando l'attenzione sul pannello frontale scopriamo che si può basculare in avanti, per permettere l'accesso (un po' macchinoso) all'unità ottica o alla vaschetta del liquido di raffreddamento. Tuttavia, essendo i bay da 5,25" sempre meno utilizzati, non riteniamo che questo meccanismo sia eccessivamente penalizzante nell'ergonomia quotidiana. Si può comunque rimuovere del tutto, essendo fissato, così come accade nella maggior parte dei prodotti recenti di Cooler Master, da degli intuitivi magneti: così facendo si ha accesso alla griglia antipolvere che copre le due ventole da 140mm installate di default e gli eventuali vani lasciati coperti. Per chi lo desiderasse c'è la possibilità di aggiungere una terza ventola rimuovendo in toto il cestello dei device SATA, nel pieno rispetto della filosofia FreeForm in base alla quale ciascun utente può personalizzare al massimo il case: una simile modularità non si trova facilmente in altri prodotti. Il frontalino esagonale è oramai un marchio di fabbrica: oltre ai pulsanti di accensione e reset, trovano alloggio quelli che governano la velocità di rotazione delle ventole (in due modalità), la luminosità dei dispositivi a LED e quattro prese USB del tipo 3.0. Proseguendo la disamina degli esterni ci spostiamo sulle zone laterali, perfettamente simmetriche e... lucide. Come scritto i tecnici di Cooler Master hanno deciso di dotare di superficie trasparente anche quella zona del case che solitamente si utilizza per "nascondere sotto il tappeto" tutti i vari cavi che finiscono sulla scheda madre: gli assemblatori sono chiamati ad uno sforzo in più! Chi ha dei dubbi sulla fragilità delle paratie può rincuorarsi sapendo che il trattamento a cui sono state sottoposte (che fa salire il loro peso fino al chilogrammo cadauna) le rende più resistenti di circa sei volte rispetto al vetro normale e anche più sicure in caso di rottura. Merita un'analisi più approfondita il top dove, sotto la già citata maniglia, troviamo una presa di aerazione verniciata in rosso.
La cover si può rimuovere del tutto (il fissaggio è affidato come sempre ai sistemi magnetici) o in parte: c'è infatti una bandella trapezoidale che copre parte del flusso d'aria e che potrebbe essere di troppo nelle configurazioni particolarmente "accaldate". La maniglia ovviamente è saldata con delle viti: una volta estratta si ha accesso alla zona superiore che può ospitare sino a due ventole da 140mm (opzionali) o radiatori della lunghezza massima di 280mm. La ghiera a sua volta può essere completamente rimossa, garantendo un'accessibilità invidiabile per l'installazione e la manutenzione dei sistemi di raffreddamento a liquido. Il retro del case è classico: troviamo la grata per l'espulsione dell'aria calda dietro la quale è installata una ventola da 140mm; ci sono poi sette slot per i dispositivi PCI-Express (supportate schede madri del form-factor ATX e m-ATX) e l'alloggiamento per l'alimentatore, dotato di un filtro antipolvere rimovibile. Tutte le zone sono opportunamente traforate per permettere la migliore evacuazione possibile. Non rimane che da analizzare la parte inferiore, dove spiccano i piedini rossi del case che lo sollevano da terra di qualche centimetro: l'aderenza al pavimento è garantita da quattro strisce di gomma che servono anche a ridurre le vibrazioni.
Ispezione degli interni
Lo scenografico dualismo bicolore prosegue negli interni del MasterCase Maker 5t, dove la zona della scheda madre e il pannello metallico che la separa fisicamente dalla stanza dell'alimentatore sono colorati di rosso. Come di consuetudine per i case di fascia alta, anche in questo modello troviamo un'ampia foratura in corrispondenza della zona del socket, in modo da installare e rimuovere agevolmente i sistemi di dissipazione per la CPU: la profondità di 190mm non crea limitazioni con quanto attualmente in commercio. Lungo il lato di destra ci sono tre guarnizioni in gomma all'interno delle quali convogliare i cavi dell'alimentatore e delle periferiche: è inoltre presente una staffa che serve da supporto alle schede video, in modo da evitare il danneggiamento degli slot slot PCI-Express. Sulla base è fissata una striscia a LED rossi che può essere riposizionata a piacimento: ci sono poi due alloggi per gli hard disk da 2,5". Più sotto, oltre al già citato alloggiamento per PSU, c'è un cestello per due HDD di tipo tradizionale: anche questo, qualora non venga utilizzato, può essere rimosso o riposizionato al posto della gabbia frontale da 5,25". Nella parte posteriore troviamo un'ulteriore nicchia dove nascondere un SSD del tipo SATA, oltre ad un pannello di gestione delle ventole e delle strisce a LED che non vengono collegate alla scheda madre e che sono pertanto gestite dai pulsanti sul frontale del case. Nello specifico tutte quelle preinstallate sono già collegate a tale dispositivo.
L'alimentatore
Per completare la dotazione, Cooler Master ci ha fornito la PSU modulare V650: si tratta di un'unità rastremata, più piccola di circa un quarto rispetto a quelle full-length. È completamente modulare e rappresenta un'evoluzione sotto molti punti di vista rispetto alla precedente generazione. La linea del produttore taiwanese si divide in due famiglie: quella delle PSU high-end è realizzata in collaborazione con Seasonic e si popola di unità monstre oltre il chilowatt; all'altra appartiene il modello in oggetto (oltre ai fratelli V550 e V750) che si distingue per prezzo e dimensioni più contenuti, ed è prodotta con l'ausilio di Enhanced Electronics.
La ventola è un'ottima Silencio da 140mm e riesce con disinvoltura a mantenere sui 40 °C il range di temperatura in fase di pieno carico. Non è prevista una modalità semi-passiva, il che significa che sarà sempre in funzionamento, anche durante la navigazione su internet o la videoscrittura con Word, quando la richiesta di corrente è minima. Sono presenti un connettore a 20+4 pin destinato alla mainboard e un 4+4 per la CPU; ce ne sono purtroppo solamente 2 del tipo 6+2: verosimilmente entrambi andranno a favore di un'unica VGA di fascia alta. Completano il corredo 8 porte SATA, 6 molex da 4 pin per dispositivi esterni ed uno per il lettore floppy disk. La riduzione del processo produttivo ha portato a risultati entusiasmanti che qualche anno fa erano praticamente impensabili. A pieno carico (limite che non sempre si raggiunge nei videogame) un sistema tipo dotato di Ryzen 1700 @ 3,8Ghz, un SSD del tipo SATA, una GeForce GTX 1070 e 16 Gbyte di RAM non supera i 200Watt, quindi appena un terzo di quanto riuscirebbe a fornire la PSU. Puntare a prodotti con un wattaggio molto superiore ha davvero poco senso, oggigiorno. Il V650 è risultato estremamente silenzioso e perfettamente in grado di gestire le nostre esigenze energetiche. Molto buone anche le temperature: nel complesso un alimentatore di qualità che non teme esercizi di overclock con i sistemi moderni, ma che non potrebbe essere la scelta ideale per chi ha intenzione di installare configurazioni a più schede video.
Performance
Vedremo nei prossimi speciali la fase di installazione dell'hardware, comunque molto intuitiva: l'unica accortezza è quella di valutare con cura la scelta del radiatore, perché non è così scontato che il top sia in grado di ospitare quelli di lunghezza leggermente superiore allo standard. Eccellente il flusso d'aria creatosi all'interno del case: il nostro sistema, alla frusta, non ha praticamente mai superato i 50 °C, con un regime di rotazione delle ventole impostato sul valore minimo. Fantastico l'isolamento acustico: il rumore prodotto da 5 ventole da 140mm (e da una pompa per il sistema di raffreddamento a liquido) è paragonabile a quello della piccola ventola di un notebook da lavoro durante una fase di videoscrittura. In estrema sintesi si tratta probabilmente del miglior case Mid-Tower attualmente sul mercato. Settimana prossima inizieremo a fare sul serio, passando alle componenti interne del nostro nuovo PC...