Per chi scrive editoriali in tema videogiochi da dieci anni come me, quale migliore augurio di buon anno di augurarsi (scusate il gioco di parole) di non leggere più articoli come quello apparso su Il Giornale e, con tono leggermente più morbido, sul Corriere della Sera?
Non conosco Massimo M. Veronese, il giornalista che ha scritto il pezzo per il Giornale, ma dopo tutte le energie spese nel 2008 - qualcuno ricorderà la petizione di oltre 30000 firme per abolire il Disegno di legge-censura sui videogiochi - per diffondere un po' di conoscenza nel mondo dei mass-media ritrovarmi la viglia di Natale a leggere un pezzo dal titolo Occhio al videogioco: ti manda all'ospedale mi ha fatto cadere tutti e due i gioielli di famiglia. Nemmeno Guido Castellano nel noto dis-servizio sui videogiochi di Panorama del novembre 2006 (2 anni fa!!) aveva osato tanto: confermare che ci sono decine di persone che ogni settimana vanno all'ospedale con i legamenti rotti e le ossa frantumate per aver giocato con il Wii.
Ma guarda un po'. C'è un'impennata di persone che si reca al pronto soccorso per traumi da Wii. E prima no. Una console esce dal ghetto in cui ci eravamo rinchiusi negli ultimi anni, rendendo sensibile una zona della popolazione notoriamente lontana, per non dire ostile, dai videogiochi (donne e ultraquarantenni) e poi la si colpevolizza per l'uso improprio. E invece di raccomandarsi per un uso corretto, i giornalisti nostrani enfatizzano la storia bollandola come "effettivamente pericolosa". Leggiamo un passo di questo memorabile pezzo apparso su Il Giornale:
"Vittime di dolori atroci, dopo ore e ore passate davanti alla consolle, sconfitti da legamenti che si rompono e ossa che si frantumano, soprattutto la spalla destra o entrambe le ginocchia. Gente che si lancia in partite estenuanti con un pupazzo elettronico senza nemmeno scaldarsi con una boule d'acqua calda.
Una strage. Peggio di quelle che semina il footing o il tennis, quello vero. Al punto che l'infortunio da consolle al ginocchio è diventato talmente comune da essere ribattezzato Wii-knee.
Personalmente ritengo sia meglio rischiare di farsi male (...) giocando in famiglia e facendo dell'attività sportiva davanti al televisore che lobotomizzarsi facendo zapping. E lo dico da videogiocatore, da padre e da giornalista.
Prima di chiudere e fare a tutti buon anno, vi invito a recarvi sul sito de Il Giornale e lasciare un commento al sig. Veronese (i commenti sono in fondo all'articolo, subito sotto la pubblicità).
Con questo è tutto. Faccio a tutti voi i miei migliori auguri di Buon Anno.