Apple City, città della perdizione
Avviato il gioco il tutorial ci introduce in breve nel mondo di peccato e perdizione di Apple City, la metropoli nella quale attraverso locali notturni e alla moda faremo la conoscenza di tutti i peccati. Lo schema di gioco è semplice e a tratti banale, ma le sorprese sono dietro l’angolo. Il protagonista è un fustacchione palestrato, dall’aria un po’ vissuta. Controllandolo con le frecce direzionali è data la possibilità di muoversi all’interno della stanza avvicinandoci a oggetti o altri personaggi con cui interagire. Trovato il soggetto interessato sarà possibile scegliere da un menù quale tipo di azione intraprendere o con quale frase esordire ed attaccare bottone. Nonostante il sesso possa apparire come il fulcro del gioco ben presto ci si accorge che ogni aspetto peccaminoso della psiche umana ha lo stesso peso. I personaggi che ci circondano possono essere belle ragazze, ma anche ricche signore da corteggiare per ottenere denaro e potere, o uomini di qualsiasi caratura da lusingare o derubare. Muovendo il personaggio da un locale all’altro e passando per la mappa della città troveremo il modo di lavorare. Attraverso impieghi sempre più remunerativi il protagonista avrà l’opportunità di entrare in contatto con persone e oggetti nuovi e fare così nuove esperienze, oltre che accrescere il suo potere economico e "politico".
Minigame a palate
Quello che non ti aspetti da un titolo del genere è invece una delle feature più esilaranti di questa produzione. Molte azioni legate al raggiungimento di un obiettivo sono legate a dei minigame che mettono alla prova l’abilità del giocatore. Per sviluppare il livello di “ira”, ad esempio, è possibile avvicinarsi ad una pianta ornamentale, proprio nel bel mezzo di un negozio, e, calata la zip dei pantaloni, prendersela con i poveri insetti che vi abitano sopra a suon di spruzzi di pipì; maggiore sarà il numero degli insetti eliminati in questa maniera, più alto sarò il livello raggiunto col relativo peccato. Davvero esilarante la prova di vouyerismo che vede il protagonista intento a cogliere le aggraziate forme delle sue vittime con un colpo d'occhio aquilino. Più a lungo si fissa l'obiettivo (ad esempio un prosperoso seno malnascosto da succinti abiti attillati) più punti si accumulano. Nonostante i minigame in 7 Sins siano più di una ventina di diverso tipo il tutto richia di diventare noioso e ripetitivo se ci si lascia trasportare solo da questi intermezzi, che pur rappresentano un discreto diversivo.
Uno sguardo alla qualità
Tecnicamente il gioco appare sviluppato in maniera discreta, pur non avvicinandosi agli standard raggiunti da Maxis con The Sims 2 (che a ragione può essere considerato ispiratore di titoli come Singles e 7 Sins). La grafica appare curata nella realizzazione dei personaggi, ed in alcuni casi anche nelle ambientazioni, ma non nei particolari. I minigame presentano un appeal scarno e minimalista, soprattutto a lungo andare, pur risultanto talvolta interessanti. Nonostante la versione di prova che abbiamo ricevuto in redazione fosse ancora pesantemente da rifinire, la struttura di gioco appare già ben chiara e delineata e lascia presagire un gameplay dove la scalata al raggiungimenti di nuovi eccessi la fa da padrona e che purtroppo alla lunga potrebbe rivelarsi ripetitivo. Ciò nonostante è originale la scelta di fondere erotismo e peccaminosità con uno spirito comunque allegro e votato all’auto ironia. Il protagonista pur essendo un dongiovanni spesso finisce per risultare simpatico e ridicolo per le idiozie che riesce a compiere nel tentativo disperato di eccedere e appagare in qualche modo i suoi insaziabili sensi. Siamo oltremodo curiosi di mettere le mani sul prodotto finito per renderci davvero conto di quanto questo gioco possa rivelarsi la killer application capace di suscitare scandalo e interesse su di un pubblico sempre più famelico e bisognoso di novità.
I sette vizi capitali
Si sta progressivamente aprendo nel mercato dei videogiochi un varco dedicato ai titoli prettamente rivolti ad un pubblico maturo. Già Singles riscosse qualche mese fa un inaspettato consenso da parte dei videogiocatori, e notevole fu l’attenzione che i lettori rivolsero agli articoli ad esso dedicati, a prova dell’elevato potenziale di interesse che un gioco di questo genere può suscitare. Dal resto non c’è da stupirsi più di tanto, la formula non è di certo innovativa. Ricordiamo bene tutti i telegiornali con conduttrici svestite che spopolarono in alcuni paesi dell’est negli anni scorsi. Il peccaminoso, e tutto ciò che possa in qualche modo riguardare l’abbattimento dei tabù attira in maniera inarrestabile l’attenzione della platea. L’industria dei videogiochi poi non è nuova al connubio con l’eros. Ricordiamo infatti i numerosi coin-up dove, superata qualche prova di abilità, era possibile gustare le belle fattezze di signore (e in qualche caso più raro anche signori) poco vestite. Gli anni ’90 poi videro veri e propri sciupafemmine digitali prendere parte alla conquista della piattaforma PC: l'esempio principe su tutti è il mitico Leisure Suit Larry.
A questo punto arriva Montecristo Games, a tentare di spingersi un poco più in là nella corsa all’abbattimento delle barriere culturali, presentando un titolo che non solo si prefigge l’obiettivo di sondare il navigato terreno dell’eros, ma anche quello di toccare tutti i punti più piccanti della vita umana. Potevano i sette vizi capitali non risultare un ottimo promemoria di regole da infrangere?