Ci ho messo un po' per iniziare a giocare (c'era fila), ci ho messo altrettanto per finirlo (la dura legge familiare del tempo residuale), ma adesso mi sento un essere umano migliore. Giocare ad Uncharted 2 mi ha restituito quel senso di freschezza e di meraviglia che non provavo da un bel po' di tempo, senza tuttavia rinunciare ad una semplicità d'uso che lo rende idoneo per chiunque.
Chi l'ha detto che ancora nessuno ha inventato un film interattivo divertente? Naughty Dog, la software house del gioco, l'ha fatto. Ma erano tutti troppo impegnati a parlare di texture hd e di quicktime events per coglierne quest'aspetto, compito demandato, nel pensiero comune, al futuro Heavy Rain. E invece Uncharted 2 è il Tomb Raider che tutti avremmo voluto giocare e l'Indiana Jones che avremmo desiderato guardare al cinema. E' un'avventura ricca, di ambientazioni, di situazioni, di approcci, ma senza mai perdere di vista la storia, i personaggi e l'interattività al momento giusto.
E' una gioia per gli occhi e per le orecchie. Dura poco, ma non troppo poco. E alla fine ti lascia anche il gusto di "spendere" i dollari guadagnati in extra stuzzicanti che te lo fanno apprezzare di più. Se c'era un'idea di massima per un film interattivo (dicesi film interattivo un videogioco dalla grafica verosimile e pienamente godibile da uno spettatore non giocatore), questa ha preso vita in Uncharted 2.
E come ha detto Antonio Fucito nella recensione, rappresenta il momento zero per chiunque oggi volesse comprarsi una PlayStation 3. Detto da amante della serie, con quale spirito potrei oggi rigiocare un Halo 3, con i livelli giocati in un senso e poi in senso contrario? Dovremmo tutti imparare qualcosa da Uncharted 2. Noi giocatori, come pretesa di qualità. Gli sviluppatori come un obiettivo minimo sotto il quale si rischia di rifare un tuffo negli anni '90.
Questa è la vera next-gen che aspettavamo dal 2005.
