Ogni trasferta all'estero è sempre emozionante, soprattutto quando si tratta di visitare uno dei più grandi centri dell'industria videoludica occidentale: a Guildford, Londra, si concentrano la maggior parte degli sviluppatori inglesi, tra i quali Electronic Arts che proprio qui ha da poco trasferito i suoi uffici di Chelsea in un mega complesso futuristico che ospita, oltre ai Criterion di Burnout ed alcuni uffici di Sims, anche i Bright Light Studios, da sempre conosciuti per essere i creatori delle avventure digitali del mago più famoso del mondo, Harry Potter. Bright Light Studio, oggi semplicemente EA UK dopo l'accorpamento con altri settori della compagnia, ha un CV di tutto rispetto alle spalle: Theme Park, Syndicate, Populous, Dungeon Keeper. Insomma, si tratta di gente che i videogiochi li sa fare eccome.
E' tempo di combattere sul serio
Harry Potter è cresciuto, proprio come i suoi fan che una volta adoravano giocare alle sue avventure, titoli spensierati e colorati, ed invece oggi vivono a pane e Battlefield, Call of Duty, Halo o Killzone. I bambini di ieri, i ragazzi di oggi, potremmo dire. Il maghetto politically correct, carino e ben pettinato finalmente è diventato adulto, sicuro di sé e pronto a combattere le forze del male con altrettanta fermezza e, se vogliamo, violenza.
Quello che salta all'occhio fin dai primi istanti di Harry Potter e i Doni della Morte è che non ci troviamo di fronte alla solita avventura con qualche elemento puzzle o platform, bensì ad un vero e proprio sparatutto in terza persona ricco di pathos, azione, combattimenti e scontri frontali.Facile capire le molteplici fonti di ispirazione per il nuovo capitolo di Harry Potter: la gita organizzata tra i computer dello studio rivela infatti che tra gli scaffali e le mensole dei programmatori fanno bella mostra di sè copie di Gears of War e Uncharted. I capolavori Microsoft e Sony hanno infatti influenzato fortemente il gameplay e le meccaniche di questo Harry Potter, ribattezzato scherzosamente dai giornalisti presenti alla prova, per l'appunto, Gears of Potter non appena il protagonista si ripara dietro un muro per coprirsi dalle magie nemiche. I vari incantesimi di cui il nostro eroe dispone altro non sono che i conosciutissimi fucile a pompa, mitra, pistola, cecchino o lanciarazzi. Solo con un nome cambiato e più adatto al contesto fantasy della saga.
Gears of Potter
Se nei primi episodi videoludici di Harry Potter il divertimento stava tutto nell'esplorare Hogwarts, creare pozioni ed affrontare sessioni platform con qualche combattimento, ne I Doni della Morte si tratta per lo più di affrontare maghi e stregoni in battaglia, cercando di non perdere conoscenza trovando riparo dietro qualsiasi tipo di oggetto e rispondendo al fuoco non appena possibile. Il gameplay nudo e crudo ricorda molto da vicino quello della maggior parte degli sparatutto, ma con una visuale in terza persona proprio come gli "ispiratori" Gears of War o Uncharted. La maggior parte degli oggetti visibili su schermo è dotato di un'accurata fisica che permette al giocatore di spostarli ed usarli a proprio vantaggio come scudo, oppure scagliandoli verso i nemici. Non esistono combattimenti corpo a corpo in questo capitolo di Harry Potter, visto che gli sviluppatori spiegano che preferiscono non far apparire il gioco troppo cruento. Qualcuno in sala solleva il ragionevole dubbio: è pensabile far comunque apparire "cool" uno sparatutto dove non c'è traccia di violenza, sangue e combattimenti ravvicinati? Gli sviluppatori si smarcano velocemente ed affermano che un videogioco può essere divertente anche senza tali elementi. La natura ibrida del gioco, a metà strada tra un titolo per giovanissimi (dato il protagonista) ed il gameplay studiato per essere accattivante verso i meno giovani pone le maggiori riflessioni da parte degli sviluppatori, che si dicono convinti di accontentare tutte le categorie di giocatori.
L'unico livello provato ha luogo presso le centrali nucleari abbandonate che si vedranno anche nella pellicola. L'azione è abbastanza lineare e non lascia molto spazio alla fantasia per quanto riguarda strade da percorrere o obiettivi secondari. Ci si fa strada attraverso carcasse di auto e barili lanciando magie che mostrano chiaramente i buoni risultati ottenuti dal motore fisico, per poi addentrarci all'interno di una struttura chiusa e ricca di scale e livelli. Dall'alto apprezziamo le magie da distanza e quelle più potenti che fanno piazza pulita dello sciame di maghi avversari creatosi al piano sottostante. Una volta tornati giù ci aspetta una seconda ondata che affrontiamo in modo maggiormente "stealth", ovvero coprendoci dietro i muretti e contrattaccando al momento giusto. I nemici si nascondono e si distribuiscono bene negli spazi aperti, anche se una volta individuati ed affrontati vis-a-vis non sembrano reagire in modo particolarmente vivace o intelligente (l'Intelligenza Artificiale è ovviamente una delle caratteristiche più importanti sulla quale lavorare maggiormente). Non ci sono interfacce visibili su schermo, le condizioni fisiche di Harry Potter si intuiscono dalla degenerazione del colore principale su schermo e le ricariche delle magie dalle proprie animazioni. Il realismo e la stretta vicinanza alle atmosfere dark e adulte del film sembrano ben rappresentati e riusciti.
Sistema di controllo
Uno dei migliori aspetti è senz'altro quello tecnico, visto che i Bright Light Studio hanno utilizzato un motore grafico riscritto da zero espressamente dedicato alla realizzazione di questo gioco. La visita nei meandri dei PC degli sviluppatori regala una vaga idea della cura e della maniacalità trasmessa alla loro creatura. Ovunque sono appesi sketch, fogli ed immagini di pressoché qualsiasi dettaglio, personaggio, ambientazione del film. Le animazioni, veramente ottime, sono interamente girate in motion capture da attori professionisti, mentre la mimica facciale gode di una espressività rara nei videogiochi moderni di questo genere. I dialoghi sono perfettamente animati sulle labbra delle controparti digitali, la cui bocca si muove all'unisono rispetto a vocali e consonanti pronunciate. Tanti piccoli dettagli che lasciano ben sperare sulla qualità finale del prodotto, che ovviamente si trova ancora in una fase intermedia di programmazione. Un aspetto sicuramente da approfondire a nostro parere è la modalità di cambio delle magie. Esistono due sistemi: uno in tempo reale, l'altro no. Quello "ufficiale" è il secondo. In pratica, ogni qualvolta abbiamo bisogno di passare da un incantesimo all'altro dobbiamo premere il dorsale che ci fa accedere ad un menù molto simile a quello già visto in Fable 2 (a ruota), dopodiché dobbiamo spostare la leva analogica sulla magia preferita e rilasciare il tasto, così da far "ripartire" l'azione di gioco fino ad allora interrotta. Questo è un sistema ibrido di combattimenti in tempo reale con fasi decisionali "da fermo" molto usato in tante avventure e giochi di ruolo (Mass Effect, ad esempio), ma forse troppo lento e macchinoso per un gioco che si prefigge lo scopo di essere uno sparatutto d'azione.
Dopo averlo fatto notare al team di sviluppo ci viene risposto che esiste infatti un secondo sistema in tempo reale, ovvero lo scorrimento delle magie tramite la croce direzionale digitale. In pratica, scorrendo a destra e sinistra con la croce si visualizzano in alto a destra dello schermo tutti i vari nomi degli incantesimi, e basta fermarsi su quello giusto per poterlo poi utilizzare. Sicuramente è un sistema migliore, ma non perfetto perché spesso la magia che cerchiamo è terza, quarta o quinta e quindi bisogna scorrere molto prima di selezionarla. Applicare una mappatura in tempo reale sulle otto direzioni digitali sarebbe stata, forse, una soluzione nettamente più semplice, facile da utilizzare e veloce in un contesto shooter. Per il resto, il personaggio si muove con disinvoltura su schermo in tutte le direzioni, si getta agli angoli, si ripara dietro i barili, si accascia sotto i muretti di protezione con nonchalance e animazioni veramente belle, soprattutto quella dei vestiti e del suo cappuccio che dondola e penzola continuamente. Le musiche di accompagnamento, nemmeno a dirlo, sono tutte orchestrate e provengono dalla meravigliosa colonna sonora del film di prossima uscita. Alla domanda se il gioco possedesse una qualsivoglia modalità extra rispetto alla storia principale, gli sviluppatori si celano dietro un sorriso beffardo, ed incalzati affermano che per adesso preferiscono concentrasi sull'esperienza di gioco data dalla trama dell'avventura. Harry Potter e i Doni della Morte è previsto per questo inverno, esattamente in contemporanea con la pellicola cinematografica, e come essa sarà diviso in due capitoli il cui finale è destinato ad arrivare la prossima primavera. Per il momento, invece, non ci resta che aspettare la versione definitiva o una prova più approfondita che siamo certi non mancherà da qui all'uscita.
CERTEZZE
- Harry Potter è cresciuto, e vuole combattere per davvero!
- Grande atmosfera e grafica mai così dettagliata
- Musiche di accompagnamento meravigliose
DUBBI
- E' uno sparatutto anomalo, con poco "gore"
- Qualche perplessità sull'uso delle magie
- Niente modalità secondarie, multiplayer, online?