Benvenuti a questa nuova puntata della rubrica che tutti ci invidiano perché nessuno ha ancora capito a cosa serva, se non a rinvigorire qualche vecchio flame di qualche vecchio gioco. È che noi siamo fatti così, siamo nostalgici e pensiamo al passato guardando al futuro e perdendoci nell'imperfetto, con discreto disappunto del gerundio. Già immaginiamo i giocatori oggi appena dodicenni che, tra vent'anni, guarderanno al passato rimpiangendo Mass Effect 2 o Bayonetta, mentre Mass Effect 14 e Bayonetta 13 imperverseranno sul mercato di massa e Bobby Cotica verrà eletto presidente del mondo, dopo aver fatto sciogliere tutte insieme una decina di software house affermate che lavoravano per lui, dichiarando poi che lo sviluppo di Call of Duty: Very Modern Warfare a Little Black Ops Ulalà, Really verrà affidato a Topo Gigio, quest'ultimo appena ripresosi dalla decima pandemia inconcludente minacciata dal TG1. Nel frattempo i coreani si saranno allacciati con i neuroni ai PC e giocheranno a Starcraft 4 (la Blizzard, si sa, è lenta nel realizzare seguiti) producendo migliaia di azioni al secondo e lasciando basiti i giocatori occidentali e il povero gerundio di cui sopra. Intanto il polpo Paul verrà sostituito dalla pantegana Jenny, che darà i risultati calcistici con la coda e sarà meno appetibile da mangiare in caso di pronostico avverso. È un mondo di tenebra, noi siamo legione e all your base are belong to us, aggiungerei. E ora, se volete, leggete la rubrica di questo mese a caccia di qualcosa di interessante a prezzo concorrenziale. Se non volete, correte a pettinare qualche bambola.
di Simone Tagliaferri
Piattaforma: PC
Linea: Compilation
Prezzo: Circa 20€
Storico: la compilation non comprende il primo S.T.A.L.K.E.R.
Voto originale Multiplayer.it: 8.2 - Clear Sky; 8.4 - Call of Prypiat
S.T.A.L.K.E.R.: Radioactive Edition
Una raccolta di tutti gli S.T.A.L.K.E.R., che fantastica idea! Peccato che manchi il primo capitolo, ovvero un tassello fondamentale per comprendere la trama complessiva della serie, e che, oltretutto, il prezzo non sia proprio concorrenziale. Comunque, per chi non li conoscesse, gli S.T.A.L.K.E.R. sono degli sparatutto in prima persona ambientati nella cosidetta Zona, ovvero l'area intorno alla centrale di Chernobyl che è diventata terra di conquista per predatori di diversa natura (banditi, gruppi di mercenari, eserciti organizzati e così via), oltre che territorio di caccia per animali trasformati in mostri dalle radiazioni. Sostanzialmente bisogna andare in giro per le aree della Zona e svolgere diverse missioni che permettono di accumulare soldi ed equipaggiamento extra, oltre che di penetrare nelle profondità di questo ambiente in disfacimento. Ma vediamo uno a uno i due capitoli compresi nella compilation:
S.T.A.L.K.E.R.: Clear Sky
Clear Sky si svolge subito prima degli eventi narrati in Shadow of Chernobyl (il titolo escluso dalla raccolta) e invischia il giocatore negli intrighi delle nove fazioni che si fanno la guerra sul territorio. Molte delle mappe di gioco sono le stesse del primo capitolo ma, invece di migliorare i difetti denunciati (e tollerati) del predecessore, li peggiora aggiungendone di nuovi. Nonostante il fascino della ricostruzione della Zona, con i suoi paesaggi derelitti e maledetti e le sue atmosfere post-apocalittiche, sia presente, il giocatore dovrà fare i conti con lunghissime camminate tra le mappe, dovute alla necessità di rifornirsi di munizioni, di vendere l'equipaggiamento trovato e di concludere le missioni. Non bastasse questo, ci sono anche numerosi bug a infestare l'esperienza di gioco, con situazioni al limite del paradossale che non permettono neanche di finirlo. Complessivamente si tratta dell'episodio peggiore, con un finale squilibrato che poteva essere tranquillamente evitato.
S.T.A.L.K.E.R.: Call of Prypiat
Anche il più bello dei monumenti alla terza visita non riesce a stupire come alla prima. Fortunatamente, Call of Prypiat è il frutto di un lavoro intelligente che, conscio dell'impossibilità di produrre il sense of wonder dei predecessori, ha mirato a sistemare tutti i difetti denunciati dagli utenti, per creare l'episodio migliore a livello di gameplay. Il risultato è un titolo in cui tutto funziona alla perfezione: non ci sono più lunghe camminate da compiere, il livello di difficoltà è stato moderato ed equilibrato (pur continuando a puntare in alto), la gestione dell'inventario è migliore, le missioni possono essere tutti concluse senza problemi o buchi di sorta, ci sono meno mappe ma sono sfruttate meglio e così via. Insomma, si tratta di un gioco eccellente sotto tutti i punti di vista, che paga soltanto un po' dal lato narrativo, ma che intriga fino alla fine. Sicuramente migliore di Clear Sky.
Piattaforma:PC
Linea:gog.com
Prezzo: 9.99 $
Storico:Nulla di rilevante da segnalare.
Voto originale Multiplayer.it: N/D
Serious Sam: The First Encounter
Ogni tanto esce uno sparatutto che non ha pretese di nessun genere se non quella di scatenare una carneficina sostenuta da premesse risibili. Mentre giochi come F.E.A.R. o Far Cry tentano di portare la riflessione negli sparatutto in prima persona, altri guardano con nostalgia alle origini, quando bastava dire a un marine annoiato su Marte che si erano aperte le porte dell'inferno per avere la trama necessaria a sviluppare un capolavoro.
Quello era Doom, questo invece è Serious Sam, suo grande fan. Sam è vestito come un deficiente, considerata la missione che deve compiere, e cioè viaggiare nel tempo fino all'epoca degli antichi egizi per salvare il mondo da una razza aliena.
Con occhiali da sole e canottiera da tamarro del lungomare, Sam (e noi con lui) ucciderà creature mostruose, raccoglierà chiavi, ucciderà nuove creature mostruose, premerà un pulsante di tanto in tanto, e tornerà a uccidere creature sempre più mostruose. Questo è tutto: il difficile è capire come faremo a terminare l'articolo, perché non c'è altro su Sam, davvero. Potremmo parlare delle armi, del fatto che quando il gioco uscì, il motore grafico consentiva effetti speciali che oggi si trovano anche nel latte, ma la verità è che sterminare tutto e tutti può essere molto divertente. E Serious Sam lo è, divertente. Purtroppo è anche ripetitivo, com'è facile immaginare, ma se non altro le sue intenzioni sono chiare fin dalla copertina del gioco. Meglio insomma un po' di sano divertimento senza pretese, che un gioco pretenzioso che non diverte nessuno.
Piattaforma:PC
Linea:gog.com
Prezzo: 9.99 $
Storico:La saga di UFO continua la tradizione di titoli come Laser Squad, Lord of Chaos e, soprattutto, UFO: Enemy Unknown
Voto originale Multiplayer.it: 7.8 - Recensione
UFO: Afterlight
Altar Games ebbe la brillante idea di rilasciare una trilogia ispirata al bel gioco Microprose, UFO: Enemy Unknown, uno strategico a turni che fece vedere le caselle sul pavimento di casa a molti giocatori. E questa era la buona notizia, ora la brutta: della citata trilogia non si salva un capitolo. Ormai il mercato degli strategici a turni è in mano agli sviluppatori giapponesi, perciò, se amate il genere, vi consigliamo di abbandonare la tastiera e impugnare il pennino del Nintendo DS.
Un peccato, perché le ambientazioni fantascientifiche occidentali sono affascinanti, e non hanno neppure bisogno di premesse originali. Quelle di UFO: Afterlight, per esempio, sono prevedibili: gli umani lasciano il pianeta dopo le mazzate subite e tentano di rifarsi una vita su Marte, quando scoprono che, sorpresa!, c'è una razza aliena decisa a ripulire il Pianeta Rosso dai coloni terrestri.
Noi però, al comando di pochi uomini e donne valorose, possiamo costruire una base e opporci con la forza. I combattimenti strategici occupano gran parte delle ore di gioco, con l'integrazione però di un'area gestionale. Così, tra scaramucce a turni e revisioni dei bilanci, scorre UFO: Afterlight, difficile come i suoi predecessori ma carente nell'intelligenza artificiale, al punto da farci dubitare che i soldati sappiano qual è la missione. I nemici sono duri e fanno male, ma prendono decisioni delle quali neppure Freud avrebbe compreso l'origine. A suo tempo questo gioco poteva interessare gli estimatori del genere, ora è solo uno spunto per accendere il Commodore 64 e ricaricare qualche vecchia gloria.
Piattaforma:PC
Linea:gog.com
Prezzo: 5.99 $
Storico:Il primo Alone in the Dark uscì nel 1992 per Infogrames. La telecamera fissa e la visuale in terza persona crearono un ambiente di gioco che divenne un modello per tutti i survival horror.
Voto originale Multiplayer.it: N/D
Alone in the Dark: The New Nightmare
Chi non muore si rivede nel prossimo episodio. È questo il caso di Edward Carnby, protagonista di una storia ambientata nel 1923 e raccontata nel primo Alone in the Dark, tornato dopo settant'anni per una nuova indagine. Non è un'avventura ambientata in un reparto geriatrico: questo Edward è legato al primo solo sul piano metafisico, mentre nella realtà è una persona diversa. Il nuovo Edward veste come un cacciatore di vampiri, è giovane, e porta i capelli lunghi. Inoltre ha sempre con sé una torcia. Infatti Edward e la sua compagna Aline devono fare luce su Shadow Island (che fantasia...) e sulle sue schermate, sprofondate invariabilmente nelle tenebre.
I due personaggi giocano però un'avventura separata dal gameplay: mentre Edward stermina i mostri come a un safari lovecraftiano, Aline è costretta a pensare per entrambi, risolvendo i puzzle mentre tiene a bada i nemici con la sua pila speciale, unico elemento di tensione del gioco. La telecamera fissa aiuta a creare il pathos necessario, tagliando fuori dal campo visivo le minacce, ma è una scelta superata, che perfino la serie Resident Evil si è lasciata alle spalle. In ogni caso ha permesso di realizzare sfondi molto invitanti, anche se la loro bellezza è sfiorita con gli anni. The New Nightmare cerca di assomigliare troppo a quelle produzioni che hanno preso ispirazione proprio dalla serie Infogrames, e per questo non ha valore storico. Resta solo un gioco d'azione godibile a tinte cupe, buono per un weekend estivo senza alternative.
Piattaforma: PS3
Linea: Sold Out
Prezzo: £29,99
Storico: niente di rilevante da segnalare.
Voto originale Multiplayer.it: 6.4 - Fuel; 7.7 - Tomb Raider: Underworld; 7.0 - Sega Superstars Tennis
GamesAid PS3 Triple Pack
Era una notte buia e tempestosa e il Rubbini si stava togliendo della zozzeria da in mezzo alle dita dei piedi, degustandola per saggiarne il livello di invecchiamento. Fu in quel momento che, a cinquecento chilometri di distanza da casa sua, un postino suonò a una porta. Chi gli aprì non si stupì del fatto che i postini di notte non consegnano la posta, figurarsi poi in quelle buie e tempestose, e afferrò, esprimendo con il sorriso sentimenti misti tra gioia e gratitudine, il pacco che l'uomo gli porse. Una compilation per PlayStation 3! Io ho il/la/lo/gli/le/codello Wii (qualcuno ha mai capito se è maschile o femminile? Il dibattito è aperto), che bello! Che me ne faccio?
Potevamo scrivere un'introduzione più idiota per questa raccolta di tre giochi PS3 pubblicata da Mastertronic? Ne dubitiamo. Ma bando alle ciance e vediamo quali sono i tre titoli offerti dal GamesAid PS3 Triple Pack, così da farvi rendere conto se valga o meno la pena di spendere soldi per acquistarla.
Fuel
Ovvero, la dimostrazione che anche la Codemasters può realizzare brutti giochi di guida. In realtà si tratta di un progetto molto ambizioso che è stato penalizzato proprio dal volere troppo. L'idea è quella di un free roaming con gare, alla Burnout: Paradise, per intenderci. Il problema è che, nonostante la grande quantità di mezzi e di competizioni inserite, sono pochi i frangenti in cui Fuel riesce a non risultare piatto e limitato. Sostanzialmente, le competizioni sono poco appassionanti per via degli avversari scarsi all'inverosimile. In un gioco di guida, quando viene meno il mordente, c'è poco da fare e a nulla servono gli effetti speciali e la grafica pompata per salvare il titolo dall'abbandono prematuro. È un vero peccato, perché con un maggiore lavoro di limatura poteva risultare molto migliore di quello che è.
Tomb Raider: Underworld
L'ultima avventura di Lara Croft, in ordine cronologico e spin-off a parte, gode dei pregi degli ultimi capitoli creati della Crystal Dinamics, ma ha anche qualche difetto di troppo dovuto, probabilmente, a un lancio sul mercato prematuro rispetto allo stato di sviluppo. Il risultato è un titolo che non delude i fan, ma che si segnala per alcuni problemi francamente evitabili, come la gestione un po' deficitaria delle inquadrature, spesso occludenti e completamente sballate. Anche i combattimenti non sono eccezionali, ma per il resto si tratta di un titolo con delle sequenze platform fantastiche, che riesce a catturare lo spirito della serie anche a livello di ambientazioni. Insomma, un ottimo prodotto che vale la pena di giocare, nonostante i difetti.
Sega Superstars Tennis
un gioco di tennis con protagonisti gli eroi della Sega non è un'idea malvagia, soprattutto pensando che si tratta della stessa casa che pubblica gli ottimi Virtua Tennis. Peccato che questo Sega Superstars Tennis non sia un granché da diversi punti di vista. In primo luogo il livello di sfida è bassissimo. Capiamo l'aver voluto rendere il prodotto accessibile ai più piccoli, che sono i suoi veri destinatari, ma si è un po' esagerato nel semplificare all'osso le partite rendendole, anche ai livelli più difficili, delle passeggiate di salute. Inoltre, alcuni personaggi sono squilibrati e reagiscono in modo inconsulto a quanto succede in campo, risultando di fatto completamente inutili e inutilizzabili. Peccato, perché invece, dal punto di vista tecnico e da quello degli extra, si tratta di un prodotto molto curato che riesce a regalare qualche soddisfazione. Lo consigliamo solo a quelli che hanno un poster di Sonic appeso alla parete della propria cameretta.