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Scaramucce tra stregoni

Paradox Interactive sembra avere le idee chiare sulla strada che vuole intraprendere con il suo nuovo strategico a turni tutto a base di magia

ANTEPRIMA di Andrea Rubbini   —   31/01/2012

All'orizzonte sul campo di battaglia degli strategici compare Warlock: Master of the Arcane, l'asso nella manica di Paradox Interactive che, nonostante sia ancora in fase di sviluppo, flette già i muscoli per confrontarsi con l'immenso Civilization V. D'altronde è sufficiente dare un'occhiata anche solo alla mappa a caselle esagonali o alle prime opzioni per lo sviluppo della città per trovare più di una similitudine tra Warlock e la creazione di Sid Meier, sebbene il titolo di Paradox voglia tributare solamente un omaggio a Civilization per poi seguire una propria vena ispiratrice. Al posto del calderone di civiltà appartenenti al passato della nostra storia c'è infatti l'universo fantasy di Ardania di cui Paradox si è già servita in passato con il suo repertorio classico di risorti più o meno in carne, orchi e creature impossibili. Diciamolo: il dubbio che l'oggetto di questo articolo rappresenti un semplice cambio d'abito per gli appassionati di Civilization inizialmente ci è venuto ma, come vedremo meglio tra poco, le differenze tra i due giochi esistono e sono tali da consentirgli di aspirare a uno spazio tutto suo nel panorama degli strategici a turni.

Anche gli scheletri mangiano

Il primo passo è ovvio: dobbiamo scegliere lo stregone che più ci piace per dare battaglia agli altri stregoni presenti sulla mappa di gioco e diventare il dominatore assoluto delle terre di Ardania. La magia è un elemento centrale nel mondo di Warlock: Master of the Arcane e, sebbene non sia l'idea del nuovo millennio, in un genere come quello degli strategici a turni, dominato da Panzer e B-52, anche un ragno gigante è una ventata di aria fresca. Oltretutto fra le razze selezionabili - umani, non morti e mostri - spiccano condottieri curiosi e originali come il re Ratto, ognuno con i suoi punti di forza e le proprie debolezze. Questo è solo il primo esempio di come Warlock prometta un'esperienza di gioco personale, ma per scoprire il resto dobbiamo avvolgerci nel nostro mantello (se abbiamo le spalle) e scendere sul campo di battaglia.

Scaramucce tra stregoni

Anziché una serie di missioni predefinite, Warlock: Master of the Arcane si prefigge di lasciare libero il giocatore di stabilire fin da subito le condizioni di gioco: requisiti per vincere la partita, numero di avversari in campo, dimensioni della mappa e via dicendo. Dopo avere stabilito i parametri di gioco si comincia con uno spazio di sette esagoni che comprende la capitale del nostro futuro impero e due strutture di base per cominciare ad espanderci. Le risorse principali sono l'oro, il mana, i cristalli e il cibo (leggendario l'appetito dei non morti). Paradox promette insomma una parte gestionale intuitiva e semplice da padroneggiare. Quando il nostro impero ha raggiunto i requisiti necessari in termini di risorse e popolazione, nuovi esagoni entrano sotto il nostro dominio e noi passiamo di livello. A questo punto possiamo scegliere una nuova struttura, tenendo conto magari delle fonti di materia prima di cui disponiamo e delle esigenze del nostro regno.

Centrali di mana

Il sistema di crescita controllata e la gestione a turni della simulazione sono elementi che favoriscono un approccio ragionato, ma prima o poi arriva il momento di far sgranchire le ali ai draghi. Le mappe sono abitate anche da fazioni non giocanti con le quali al momento non sembra possibile aprire nessun canale diplomatico e che anzi, se possono svuotarci le casse non si tirano certo indietro. Questi sono i primi nemici dai quali dobbiamo difenderci mentre cresciamo da centro di provincia a capitale di orcolandia. Poi arriva finalmente il momento di confrontarci con uno dei nostri veri rivali. Gli scontri promettono di essere molto chiari e trasparenti. Per quanti bilanciamenti e fattori entrino in gioco al momento dello scontro, con un po' di pratica sembra infatti sia possibile per il giocatore farsi un'idea chiara di quali truppe non la spunteranno mai contro altre di un certo tipo e in quali condizioni di salute può permettersi un azzardo contro nemici più deboli.

Scaramucce tra stregoni

Ovviamente tutto è calcolato nell'arco di un turno e una volta applicati i danni si passa a quello successivo e così via. Come abbiamo accennato in Warlock: Master of the Arcane non si scava alla ricerca di minerali tradizionali e lo sviluppo tecnologico è tutto incentrato sulla magia. Cristalli e mana ci permettono di apprendere incantesimi che potremo lanciare direttamente durante gli scontri, un po' come avviene nella serie King's Bounty: The Legend e anche nel caso di Warlock sembra che siano questi nostri interventi "dall'alto" il fattore cruciale per molti scontri che si giocano sul filo di pochi punti salute. Al termine della tenzone le truppe veterane che sopravvivono allo scontro guadagnano esperienza e crescono in potenza, sbloccando nuove abilità nel corso del tempo. Sembra anche che ci siano dei misteriosi portali nella mappa di gioco, ma dove conducano e quale beneficio possano dare allo stregone intrepido che decide di varcarli è ancora tutto da verificare.

Una storia ancora da raccontare

Warlock: Master of the Arcane è tutt'altro che pronto per uscire nei negozi ma come abbiamo visto le premesse sono già molto buone. Ci rimane da scoprire a cosa servono i viaggi dimensionali attraverso i portali e se l'intelligenza artificiale dei nemici sarà all'altezza dei giocatori più smaliziati. La sezione dedicata alla diplomazia è ancora molto scarna e l'interfaccia di gioco incompleta; possiamo solo sperare che si arricchiscano entrambe di opzioni una volta terminato lo sviluppo. Siamo però pronti a scommettere che Warlock sarà emozionante da vedere in movimento, perché già ora si intravedono paesaggi palpitanti e truppe modellate con passione.

Scaramucce tra stregoni

È probabile quindi che il titolo completo tenterà di imbastire un impianto narrativo se non proprio profondo almeno credibile. Un dubbio cruciale riguarda invece lo spessore tattico di Warlock: Master of the Arcane, perché se da un lato lo snellimento della catena produttiva e il fascino di un'interfaccia intuitiva possono attrarre nuovi utenti poco avvezzi al genere degli strategici a turni, i giocatori esperti, soprattutto in questo genere di giochi, non sono disposti a scendere a compromessi e chiedono una sfida seria e impegnativa. Ad ogni modo la strada è ancora lunga perciò aspettiamoci una prova sul campo quanto prima.

CERTEZZE

  • Molto più di un Civilization esoterico
  • Aperto anche ai giocatori meno esperti

DUBBI

  • Troppi compromessi per soddisfare i veterani
  • Diplomazia dimenticata in un angolo