Tra qualche giorno nei negozi...
Grande cura è stata riposta nel ricalibrare il livello di difficoltà (vero tallone d’Achille del predecessore) e nel rendere l’interfaccia e i menù il più intuitivo possibile, ma ciò che ha colpito e di cui Alex andava particolarmente fiero è stato come il gioco racchiudesse l’essenza stessa di pellicole come The Fast and the Furious e Bad Boys, dalle quali trae palese ispirazione. Non solo la presenza di auto “tunate” dal look aggressivo e di un gameplay dalla velocità fulminante, Burnout 2 non tradisce le sue radici neanche sul fronte del sonoro, con implementazioni d’avanguardia (il rumore del motore non è uniforme per ogni marcia, ma varia con il numero dei giri!) e il piacere di udire il sordo fischio esplosivo del motore una volta innescato il tremendo turbo a base di protossido di azoto. Numerose le modalità di gioco, fra cui spiccano, oltre al consueto Campionato, un divertente “Crash for Cash” (in cui saremo chiamati a realizzare l’incidente più spettacolare della storia) e una ritrovata opzione “Pursuit”, così simile a quella apprezzata in The Need for Speed 3. Un titolo che sicuramente non tradirà le aspettative alla sua ormai imminente uscita sugli scaffali.
Un gioco a dir poco adrenalinico
Una cornice davvero azzeccata quella organizzata da Halifax in collaborazione con RRS (che ha dato un impressionante saggio di tuning esponendo una BMW da film di 007) per la presentazione alla stampa italiana di uno dei titoli più attesi della nuova stagione, Burnout 2: Point of Impact, seguito di un ottimo gioco di corse per Ps2, che si ripropone con un gameplay dalla formula rinnovata, più immediato e veloce, ma che mantiene gran parte delle caratteristiche che lo avevano reso vincente. A fare gli onori di casa abbiamo trovato Alex Ward, game director di Burnout 2, che con il suo punzecchiante umorismo si è preso cura del pubblico, illustrando ogni aspetto del suo nuovo gioco fin nei minimi dettagli. E’ apparso in gran forma il nuovo Burnout, con una grafica fluida e pulita al limite del fotorealismo e senza il minimo accenno di bad- clipping, mentre l’engine fisico si è rivelato essere di una precisione inedita per un gioco di corse arcade, con urti e salti accuratamente riprodotti ed incidenti di un realismo mai visto.