La nuova alba dei morti viventi
La storia di Dead rising si snoda attraverso 72 ore critiche, tempo in cui Frank, un fotografo senza troppi scrupoli, dovrà scoprire quante più cose sul perchè della trasformazione di migliaia di persone da comuni mortali a zombie all’interno di un grosso centro commerciale. Il gioco comincia con l’arrivo di Frank sopra il tetto del mall, sulla pista di atterraggio degli elicotteri, giusto il tempo di prendere le misure con il proprio armamentario che la prima orda -se così si può chiamare- gli arriva incontro. Gli zombie, come precedentemente accennato, sono di vecchio stampo: persone comuni trasformate in bestie senza cervello, poche piaghe purulente, vestiti strappati e la tipica movenza con le braccia in avanti per mantenere un equilibrio tutt’altro che stabile. Gli spiacevoli abitanti del Mall si muovono a fiumi, senza paura di correre verso una morte che difficilmente otterranno: nel gioco non è importante ucciderli, basta farli cadere per un tempo utile a scappare. Entrato nel centro commerciale Dead Rising si mostra in tutta la sua bellezza per la prima volta: immaginate un luogo sconfinato, pieno di negozi di ogni tipo e genere, i palloncini, le macchine per lo zucchero filato e distese di zombie a perdita d’occhio che vagano senza meta come se fossero nel bel mezzo della settimana dei saldi. Il gioco parte da un idea di base allo stesso tempo semplice e divertente: tutto quello che si dovrà fare nel gioco è raccogliere quante più informazioni possibili sugli avvenimenti per provare a dare luce alla vicenda entro le 72 ore (non reali) previste; contemporaneamente sarà assolutamente necessario farsi strada con ogni mezzo tra la folla di zombie per riuscire a non venire feriti. Nel corso dell'avvenutra si potrà utilizzare praticamente ogni oggetto presente nei 120 negozi del centro commerciale, starà al giocatore valutare o meno l’utilità di colpire i propri nemici con una bottiglia di aranciata, rispetto ad una mazza da golf. Nessuno dei negozi presenti e visitabili sarà zona franca, anche in questi luoghi bisognerà tenere sempre d’occhio l’arrembante folla. Proseguendo nel gioco, imparando a poco a poco la geografia del mall, sarà utile tenere a mente alcuni luoghi che permetteranno a Frank di recuperare l’energia bevendo succhi di frutta, mangiando merendine o addirittura cucinandosi il cibo. A completare la totale interattività tra gli oggetti nei negozi e il personaggio ci sarà la possibilità di cambiarsi l’abito, le scarpe o tutto quello che si riterrà più opportuno per una sfilata tra zombie. Gli oggetti equipaggiabili saranno ovviamente in numero limitato e all’inizio del gioco sarà possibile portare con se solo una scorta di cibo.
L'importanza di essere umani
Tutto il gioco gira attorno ai prestige point, fulcro del gameplay e da cui scaturiscono diversi utili extra, l’ottenimento di questi punti è legato a diverse meccaniche non obbligatorie per portare a termine il gioco. La prima possibilità utile ad ottenerli è legata al mestiere di Frank, la fotografia: nel corso delle sue peregrinazioni sarà possibile scattare foto per documentare lo stato delle cose all’interno del mall, maggiore sarà la “crudezza” dello scatto, maggiore sarà il compenso ricevuto dalla vendita della foto (una foto panoramica che include un grande numero di zombie sarà valutata molto bene, ma una foto con alcuni zombie che compiono efferate azioni sarà valutata ancora meglio). Il secondo modo per ottenere i prestige point è quello di salvare i numerosi NPC sparsi per il centro commerciale, questi si troveranno spesso in una situazione davvero delicata che necessiterà di un intervento esterno; in questo caso i punti potranno essere ottenuti con due scelte differenti: salvare l’NPC e portarlo all’interno di una safe area (i bagni) oppure lasciarlo alla mercè degli zombie documentando il tutto con pagatissime fotografie.
una foto panoramica che include un grande numero di zombie sarà valutata molto bene, ma una foto con alcuni zombie che compiono efferate azioni sarà valutata ancora meglio
L'importanza di essere umani
Le vie per l’aumento dei propri punti prestige sono svariate e lasciano al giocatore totale libertà di scelta, senza che questo venga penalizzato a causa di una mossa sbagliata o troppo cinica. Un ulteriore modo di accrescere il proprio prestigio è quello di partecipare ai cosiddetti “scoop”, vere e proprie sub-mission di cui Frank verrà a conoscenza grazie alla sua radio portatile. La quest principale non è strutturata a missioni e da al giocatore libertà di scelta, di strategia e di gestione del proprio tempo. Dalla demo visionata il centro commerciale sembra perfettamente ricostruito in tutta la sua atmosfera da sabato pomeriggio in una tranquilla città di provincia americana, graficamente pulito e ricco di dettagli da al giocatore l’effettiva sensazione di trovarsi all’interno di un grosso edificio con moltissimi luoghi da esplorare, l’eperienza è arricchita dai tipici jingle pubblicitari che ogni tanto risuonano da un negozio o da un altro. Da ciò che si è potuto vedere Dead Rising lascia molta libertà anche sotto il profilo della personalizzazione del proprio stile di combattimento: grazie ai 120 negozi presenti nel gioco ogni giocatore potrà trovare tutta una serie di armi utili per combattere gli zombie, ricreandosi una specie di percorso fisso per reperire velocemente armi e oggetti per recuperare energia.
L'importanza di essere umani
Il quadro finale del nuovo gioco Capcom non può che essere positivo: un prodotto divertente, da giocare senza farsi prendere l'ansia di cani che entrano dalle finestre nel bel mezzo di un temporale, un arcade ben strutturato e che senza dubbio promette di regalare numerose ore di divertimento. La ciliegina sulla torta resta di fatto il comparto grafico, è davvero un bel vedere la quantità di cose che riesce a muovere senza quasi il minimo tentennamento, riuscendo a essere credibile persino nella ricostruzione di un negozio di calzini. Occorre quindi pazientare ancora pochi mesi, gli zombie non scapperanno di certo.
In un mercato di horror game che si prendono troppo sul serio, di gare a chi riesce a far spaventare maggiormente l’utenza finale, a chi riesce ad essere più gore di chi, a chi spinge di un altro passo il limite verso lo splatter, c’è ancora chi riesce a vedere gli zombie come nei bei film di una volta: stupidi, lenti e molto molto numerosi. Dead Rising è un arcade d’altri tempi mascherato da horror, fa il verso alle molteplici produzioni del genere e riesce, grazie ad un solido gameplay, ad appassionare e divertire come da molto non accadeva con questi tipi di giochi. L’operazione di Capcom, che fa da bizzarro apripista a Resident Evil 5, è quella di riportare gli zombie al loro stato originario (niente mutazioni o superzombie), infarcirli di citazioni a Romero e buttarli nella mischia di un centro commerciale a fronteggiarsi con un uomo decisamente comune, Frank, un fotografo impiccione che pur di lucrare sull’evento è disposto a tutto. Ma proprio a tutto.