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Devil May Cry 3

Dall'evento Capcom pre E3, provato Devil May Cry 3!

ANTEPRIMA di La Redazione   —   12/05/2004
Devil May Cry 3
Devil May Cry 3
Devil May Cry 3
Devil May Cry 3
Devil May Cry 3
Devil May Cry 3

Il diavolo torna a piangere, per la terza volta. Ed è con scetticismo che ci si avvicina a questo terzo capitolo della saga a causa di un secondo episodio che definire sottotono è un eufemismo. Il primo Devil May Cry fu notevole: un gioco non perfetto, ma tecnicamente ineccepibile, divertente, nonché il primo a introdurre il concetto di stylish gaming, a base di mosse e combo spettacolari e personaggi ultratrendy. Il secondo Devil May Cry fu invece da dimenticare, un perfetto esempio di come rischiare di buttare alle ortiche una saga e un personaggio, Dante, che aveva tutto il potenziale per diventare una nuova icona nel mondo dei videogiochi. Risollevare la serie è quindi una missione prioritaria. Missione riuscita? Presto per parlare, ma le premesse non sono buone e il nuovo DMC, provato all’evento Capcom pre E3, pare purtroppo avvicinarsi pericolosamente più al secondo, che non al primo episodio della serie. I fatti narrati in DMC3 cronologicamente si svolgono prima di quanto accaduto nel primo DMC, e narrano la storia di un Dante più giovane, impegnato nel combattimento contro il fratello malvagio Vergil, che lo sfida facendo sorgere una torre vicino all’agenzia di investigazione Devil May Cry di Dante.

Dal punto di vista tecnico l’engine grafico che muove il gioco è stato completamente riscritto da zero, ed il risultato finale è molto buono: frame rate elevato e buon impatto visivo, con un alto numero di nemici su schermo, fondali interamente tridimensionali e buoni effetti. All’altezza delle ultime produzioni PS2 insomma, ma senza strafare.
Il gameplay è rimasto sostanzialmente invariato, ma offre un nuovo twist: è possibile infatti selezionare per Dante quattro diversi stili di combattimento molto diversi tra loro, e raggiungere diversi gradi di specializzazione in ognuno di essi per creare un Dante dallo stile di lotta proprio come il giocatore lo vuole. Gli stili, come già detto, sono al momento quattro (tre quelli che era possibile provare all’evento Capcom), ma potrebbero essere di più nella versione finale del gioco.

  • Combattimento ravvicinato: privilegia lo scontro diretto e l’utilizzo della spada.
  • Combattimento a distanza: si basa sull’uso delle armi da fuoco.
  • Evasione: privilegia le spettacolari acrobazie, consentendo a Dante di evitare gli attacchi nemici.
  • Contrattacco: tecniche che consentono di bloccare gli attacchi dei nemici e contrattaccarli.
  • E’ inoltre possibile cambiare al volo le armi usate da Dante, per realizzare combo spettacolari e inedite combinando l’uso di armi differenti. Insomma, sulla carta tutto bene, ma cosa non ci è piaciuto? Innanzitutto, il gioco è un po’ anonimo: è un classicissimo action game tutto button mashing e poco altro, come se ne sono visti ormai a centinaia. Gli manca un po’ l’anima. Poi, con il pretesto dello stylish a tutti i costi ci si è spinti ormai troppo oltre, e l’effetto ridicolo è in agguato. Mangiare una fetta di pizza al volo mentre si combatte con i demoni? Fare skateboard su un nemico in mezzo a una stanza? Calci a una sedia e conseguente acrobazia solo per sedersi e rispondere al telefono? Nelle sequenze di presentazione di DMC3 si vede anche questo…
    Insomma, al momento dal poco che abbiamo avuto modo di provare siamo dubbiosi. In cuor mio spero in un netto ritorno alle origini della saga a livello qualitativo, ma la mia breve prova su strada non mi fa ben sperare per il momento. Ma incrocio tutte le dita che ho: insomma, ne manca ancora di tempo all’uscita e la speranza è sempre l’ultima a morire, no?