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Diario del Capitano

DIARIO di La Redazione   —   28/06/2003

Diario del Capitano

Ho ricevuto l'ennesima email di spamming dedicata al riciclaggio di una notevolissima somma di denaro appartenente ad un dittatore di una qualche nazioncina del centro Africa e che solo io potrei aiutare a recuperare, ovviamente trattenendo una buona percentuale della cifra. A conti fatti toccherebbero tre milioni di dollari a me e sette al signor Figor Morris. Il mio unico impegno deve essere mettere a disposizione un passaporto, una patente, un numero di conto corrente e la mia faccia di bravo italiano.
Quando ricevetti questo tipo di email diversi anni fa, il ricevente, cioè io, non aveva ancora ricevuto la giusta dose di vaccini contro le fregature che girano per la rete e come di fronte ai banchettini delle tre carte, dove la vincita facile sembra a portata di mano, ho avuto la tentazione di abboccare. Fortunatamente non l'ho fatto, mentre altri meno accorti l'hanno fatto ritrovandosi raggirati nei più disparati modi.
Oggi sorrido quando i vari signori Figor Morris o Mbutu Ngune mi scrivono per aiutarli a far sparire qualche milione di dollari, anche se sono cosciente che in quel preciso momento qualche altro milione di persone sta aprendo la stessa email, e in questa moltitudine qualcuno sta leggendo con interesse, come feci io la prima volta che la ricevetti in casella.
Lo spamming è una brutta bestia che sfrutta i principi propri della statistica (quello dei grandi numeri (?) su tutti) per portare avanti un pesca a strascico di potenziali clienti, che definirei più che altro "truffati".
Il fatto che ogni indirizzo email creato riesca a ricevere nell'arco di sette giorni dalla sua attivazione tonnellate di email che promuovono l'acquisto di pillole blu miracolose, virus, creme di potenziamento, di proposte sessuali e altre amenità simili, mostra che il fenomeno è tutt'altro che arginato, anzi. Le mailing list generano mailing list. Se si tenta di utilizzare la funzione di cancellazione automatica è più alta la probabilità di finire iscritti in altre dieci.
Leggevo poco tempo fa su una rivista un articolo a proposito della "Signora dello Spam", una donna americana della Florida diventata ricca a forza di tirare fregature alla gente. Questa signora per bene invia quattro milioni di email al giorno, e anche se riuscisse a convincerne solamente una su cinquantamila a comprarsi le sue pillole blu, la signora invierebbe 80 pacchetti al giorno su ciasciuno dei quali guadagna dai 50 ai 100$.
Non mi soprende dunque che il Congresso Americano stia per promulgare una legge che condanna a diversi anni di prigione chi recidivamente invia posta non desiderata.

Ma qual è il confine tra posta desiderata e posta indesiderata? Cosa è spam e cosa non lo è? Non si può fare di tutta l'erba un fascio. In questo l'ignoranza aiuta a confondere ancora di più, accomunando una mailing list a cui ci si è iscritti volontariamente e un messaggio che consiglia di visitare adultsexpornetcetc.com, con tanto di .exe allegato.
Più volte abbiamo ricevuto email alteratissime di persone che ci accusavano di averle inserite in mailing list quando invece sappiamo benissimo che non è nostra politica comportarci in modo così scorretto. Nel gioco delle tre carte perdono tutti, truffati e truffatori. Non conviene a nessuno. Eppure il mio programma di posta esplode di messaggi indesiderati e i filtri esistenti non possono certo essere chiamati "intelligenti" in quanto rischiano di filtrare il marcio quanto il buono. E' dunque un problema senza soluzione? A breve termine si. Nel Far West di Internet, terra di libertà e opportunità, dove i diritti di ciascuno possono esser tanti ma anche nessuno, dovremo aspettare che la situazione si normalizzi, che smetta di essere un territorio in eterno mutamento. Nel frattempo lo spamming invaderà la nostra casella di posta, anche se tra i tanti fastidi al mondo, questo almeno è quello che si può rimuovere nel modo più veloce e indolore possibile.

Andrea Pucci, editore Multiplayer Network

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