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Unbeatable, la recensione del rhythm game in cui la musica è fuorilegge

Dopo una lunga attesa e un rinvio all'ultimo minuto, Unbeatable arriva con il suo carico punk e con un risultato che vale meno della somma delle sue parti.

RECENSIONE di Fabio Di Felice   —   21/12/2025
Beat è la protagonista di Unbeatable

Che l'arte sia una cosa dura, fastidiosa, a volte irraggiungibile, Andrew Tsai e RJ Lake lo sanno bene. Il primo prototipo di Unbeatable, il loro videogioco, risale al lontano 2019. Il mondo era un posto diverso e Unbeatable sembrava molto grezzo, ma l'idea era già lì: un rhythm game con due ragazze protagoniste, una con i capelli rosa di nome Beat, l'altra con i capelli azzurri di nome Quaver. Durante i momenti musicali, le note arrivavano attraverso una tracciatura molto semplice, da destra verso sinistra o da sinistra verso destra, e Beat le suonava - come suggerisce il suo nome - picchiandole. C'era già molta di quell'anima punk che poi, nel 2021, colpì così tanto il pubblico da convincerlo a finanziare il prodotto su Kickstarter in meno di 24 ore. L'idea era lì, forte, fortissima. Arrivare al risultato finale, al prodotto artistico, era un'altra roba però. E se Tsai e Lake non lo sapevano così bene, l'hanno di certo imparato trascorrendo i successivi quattro anni a perfezionare la formula, a rifinire lo stile, ad arricchire la soundtrack. Mentre il tempo passava inesorabilmente.

Quando finalmente è arrivata una finestra d'uscita, è stato come vedere riunirsi una band che non ha mai calcato veramente i palchi che meritava. Novembre 2025 era la data designata, il punto d'arrivo di questo progetto durato veramente troppo per le sue ambizioni. Dopo quattro anni, alcuni di quelli che lo avevano finanziato su Kickstarter se ne erano probabilmente anche dimenticati. E il gioco era cambiato molto dal primo prototipo: gli ambienti erano passati da uno scorrimento orizzontale in 2D a un bel contrasto tra personaggi disegnati a mano e ambientazioni in 3D. Il tratto era diventato sempre più raffinato, trasformandolo, senza ombra di dubbio, in uno dei videogiochi più affascinanti dal punto di vista estetico tra quelli in uscita. Un anime sulla musica, così lo definivano i suoi stessi autori.

Unbeatable è cambiato molto nel corso degli anni, ma Beat è sempre stata lì, con i suoi capelli rosa
Unbeatable è cambiato molto nel corso degli anni, ma Beat è sempre stata lì, con i suoi capelli rosa

Ma novembre non era il momento giusto. Sì, l'arte è difficile, ingrata, ma qualsiasi fosse la scusa sembrava assurdo, davanti a ogni giustificazione, capire cos'è che avesse convinto Tsai a rimandare Unbeatable, ancora una volta, a meno di 24 ore dall'uscita. La nuova data non era molto lontana: il 9 dicembre 2025. C'era bisogno di un po' più di pazienza (tanto, ormai) per rifinirlo, per eliminare i bug, i glitch, per tirarlo a lucido. Finalmente siamo riusciti a giocare ad Unbeatable e abbiamo capito perché quella decisione di rimandarlo all'ultimo momento. Siamo sicuri che avesse ancora bisogno di tempo per esprimere il meglio di sé dato che, allo stato attuale, il videogioco - specialmente nella modalità storia - è ancora pieno di imperfezioni. E, al di là della sua natura grezza, quel che è certo è che vorremmo averlo amato più di così.

Vietato suonare

"Questa non è una storia d'amore", recita il videogioco la prima volta che lo facciamo partire. "Anche se", dice, "un po' tutte le grandi storie lo sono". Unbeatable ha un modo furbo e tutto suo di infilarsi tra le costole, direttamente nei cuori dei videogiocatori, e all'inizio sfodera tutte le sue armi segrete per riuscirci. Si racconta la storia di Beat, una musicista, una ribelle, che incontra Quaver, anche lei chitarrista e figlia di una nota pop star rimasta vittima di un incidente durante un concerto, anni prima. Entrambe le ragazze amano la musica, ma non possono esprimere questa loro passione e l'indubbio talento: il mondo in cui vivono ha infatti proibito la musica. C'è una forza di polizia, la HARM, addetta al controllo e al rispetto del silenzio assoluto. Chi suona mette a repentaglio la sicurezza nazionale, dal momento che alcune strane creature, attratte dalle note, compaiono quando si fa musica. Così è severamente vietato suonare.

Ma Beat è una punk, non se ne fa niente di questa legge scellerata. Lei e Quaver sono due creature fatte di musica, ce l'hanno dentro, non possono esimersi dal suonare. Questo le metterà nei guai piuttosto in fretta, ma permetterà loro di fare la conoscenza di Treble e Clef, due gemelli che sono stati più di una volta nei pasticci con la legge per le loro reiterate jam musicali. Insieme formeranno la band che dà il titolo al videogioco: gli Unbeatable e, attraverso la musica, porteranno avanti una vera e propria ribellione contro il sistema oppressivo della HARM. La storia è rock al punto giusto, viaggia su binari inaspettati e molto toccanti, specialmente nell'ultimo atto. Purtroppo la qualità della scrittura è altalenante e, soprattutto in alcuni frangenti, si prende dei tempi veramente esagerati. Serve una buona dose di fede e di volontà per andare oltre i suoi momenti meno riusciti, per scavalcare quei non detti che diventeranno finalmente chiari nel finale. A volte anche per mandare giù quell'umorismo tutto suo, non sempre puntuale. In cambio, c'è qualche momento esaltante e, soprattutto, un atto finale che non si dimentica.

Conosci il ritornello?

La modalità storia di Unbeatable alterna momenti tipici dei videogiochi musicali con delle sezioni esplorative. Come scrivevamo poco sopra, il ritmo a volte sembra adagiarsi su binari che lo avvicinano quasi più a una visual novel che a un rhythm game. Il che può essere originale e ben pensato, ma inevitabilmente allunga i tempi che servono per arrivare alle sessioni migliori, ovvero le lunghe scene d'azione che solitamente chiudono i capitoli della storia. L'anima di Unbeatable si trova inevitabilmente tra le note delle sue canzoni straordinarie, non nella limitata esplorazione, nelle interazioni con i personaggi secondari, nel quest design poco chiaro e men che meno nei minigiochi che annacquano il brodo. Unbeatable non utilizza quasi mai dei buoni pretesti narrativi per il contorno, e scriverlo mi spezza il cuore. È evidente quanto amore ci sia in questo sgangherato mondo di gioco.

Beat e Clef bisticciano continuamente come gatto e cane
Beat e Clef bisticciano continuamente come gatto e cane

Il termine sgangherato non è casuale, perché purtroppo, com'era intuibile da quel rinvio all'ultimo minuto che aveva convinto Tsai e Lake a rimandare Unbeatable a un passo dall'uscita, il videogioco arriva in forma tutt'altro che invidiabile. È ricco di glitch grafici, specialmente nelle transizioni delle scene e delle inquadrature, che a volte presentano fenomeni di pop-in dei personaggi e altre volte sono semplicemente molto brusche; l'interfaccia dà spesso l'impressione di reggersi con lo scotch e va segnalata anche la presenza di alcuni bug che impediscono il proseguimento dell'avventura. Lo spirito punk che anima la produzione è comprensibile, così come il fatto che non ci sia l'intenzione che tutto sia perfetto - è anche una delle tematiche del gioco, non inseguire la perfezione a ogni costo -, ma come fai a non notare così tante sbavature? E se questo è fastidioso nell'esplorazione, diventa quasi ingiustificabile nelle fasi musicali.

Unbeatable propone diverse fasi legate a meccaniche da rhythm game. Anche nei suoi minigiochi. Per esempio, ce n'è uno che replica la batting cage, quella gabbia nella quale un macchinario spara delle palline da baseball e devi cercare di colpirle con una mazza per fare home run. In sottofondo c'è una colonna sonora hip hop che, in alcuni precisi momenti, ti dà l'input sonoro per capire quando colpire la palla. Un altro momento musicale è legato ai combattimenti: in questi frangenti la traccia è verticale, le note arrivano dall'alto o dal basso. Gli input sono sempre legati ai due tasti dorsali del pad. Ogni nota centrata equivale a un colpo che Beat spara sul muso del malcapitato. Poliziotti dell'HARM perlopiù. La stessa struttura è utilizzata anche per le tracce musicali cantate: due tracciati orizzontali, uno in alto e uno in basso, con le note che arrivano da sinistra o da destra. Tutto è di nuovo legato ai tasti dorsali. Niente più. Ogni tanto è richiesto di saltare per evitare un ostacolo. L'idea di realizzare un rhythm game basato solamente su due tasti potrebbe essere interessante, ma inevitabilmente lega poi la difficoltà esclusivamente alla quantità di note che arrivano sul tracciato. Poco importa: a livello di difficoltà normale o difficile, la situazione è abbastanza gestibile e, grazie anche alla qualità assoluta della colonna sonora, i momenti musicali, specialmente quelli legati alla fine dei capitoli, che hanno coreografie molto divertenti con fughe, esplosioni, combattimenti all'ultimo sangue, inevitabilmente funzionano. Fin quando non ci si scontra con i limiti del videogioco.

Mancato soundcheck

Purtroppo, Unbeatable sbaglia molte cose che un rhythm game non dovrebbe sbagliare. Tanto per dirne una, troviamo assurdo che, premendo contemporaneamente i due tasti dorsali, il videogioco registri correttamente entrambi gli input e colpisca ogni nota sullo schermo, indifferentemente dal fatto che arrivino dall'alto o dal basso. Questa possibilità di "barare" rende la difficoltà normale - già di per sé abbastanza semplice - triviale. Ma non è certo l'unico problema delle sessioni musicali. Un altro, molto evidente, è legato alla scarsa leggibilità delle partiture dovuta all'eccessivo utilizzo degli effetti video come lo scuotimento dello schermo, lo spostamento repentino del tracciato e la sovrapposizione delle tracce, specialmente durante i combattimenti. A volte capita perfino che un balloon di dialogo nasconda il tracciato durante i momenti clou della battaglia.

Alcuni minigiochi sfruttano il ritmo della traccia per imporre il tempo giusto
Alcuni minigiochi sfruttano il ritmo della traccia per imporre il tempo giusto

Come se non bastasse, alcuni dei momenti musicali "platform" hanno anche problemi con il feedback dei comandi. A volte Beat scivola lungo un percorso e bisogna premere il tasto giusto per saltare quando il contatore si riempie. Posto che la finestra per premere il tasto è talmente generosa che si può letteralmente continuare a spingerlo e non mancare mai il salto (non c'è nessuna penalità nel non riuscirci), manca del tutto la sensazione di aver preso il tempo giusto quando lo si fa.

Le sessioni più riuscite, invece, sono quelle in cui la band suona, ovvero le componenti della modalità Arcade. Sono queste ad avere le tablature più precise, che restituiscono maggiormente la sensazione che il ritmo sia quello giusto e che presentano una lettura della partitura più chiara. Non a caso, sono quelle che furono mostrate nel prototipo del 2019: sono la pietra angolare su cui poi è stato costruito il resto. La modalità Arcade, infatti, senza tutti i problemi che si porta dietro la storia, è quella più riuscita. Ha decine di brani, la possibilità di cambiare personaggio, tante sfide da portare a termine. Anche qui dispiace che non si possano replicare le scene più spettacolari che incontriamo nella storia e che lo sfondo dove la band suona si limiti alla stazione ferroviaria.

Probabilmente la modalità Arcade è quella più riuscita del gioco
Probabilmente la modalità Arcade è quella più riuscita del gioco

È un peccato perché, non lo nascondiamo, l'aspetto artistico di Unbeatable è semplicemente sbalorditivo. Il design dei personaggi, le scelte registiche, il modo in cui vengono raccontate per immagini alcune parentesi assai toccanti: ecco, da questo punto di vista tutto è eccellente. Questa città che rimanda alle metropoli giapponesi, seppur con un tocco occidentale, è meravigliosa. Le animazioni nei momenti di inseguimento, la costruzione della grande coreografia che avviene alla fine del capitolo, così curata e armonica con la colonna sonora, ti farebbero venire voglia di perdonargli tutto.

Questo anche perché Unbeatable è accompagnato da una colonna sonora che ha dalla sua dei pezzi indimenticabili, capaci di fare da sfondo in maniera perfetta, aderendo a questa storia agrodolce. Le sonorità rock e punk fanno venire fuori l'animo più ribelle di Beat e dei suoi musicisti, sottolineando sempre con attenzione l'intensità del momento e toccando ogni volta le corde giuste per manipolare le emozioni del videogiocatore.

Beat è un personaggio complesso e ben scritto che trova nel finale un senso compiuto
Beat è un personaggio complesso e ben scritto che trova nel finale un senso compiuto

Ma l'arte, come si diceva in apertura, è difficile, e non basta avere delle singole componenti eccezionali se poi non si mettono insieme in maniera convincente. Se anche tutti i bug e i glitch del gioco venissero sistemati nel corso del tempo, alcuni degli interventi per rendere Unbeatable tanto riuscito quanto il suo aspetto e la sua voce dovrebbero essere profondi. Forse mettere in discussione le basi stesse del videogioco, per rendere più preciso il cuore della produzione: fare musica. O almeno suonarla in modo piacevole.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Microsoft Store
Prezzo 27,99 €
Multiplayer.it
6.5
Lettori (5)
7.1
Il tuo voto

Unbeatable è un videogioco straordinario da vedere e da sentire: le animazioni, lo stile che sembra uscito da un anime degli anni '90, l'immaginario colorato di questo mondo dove la musica non ha diritto di esistere. E invece esiste: forte, punk, rock, ribelle, viene dal profondo delle viscere e altre volte ti abbraccia, coccolandoti con dolcezza. Però la somma delle sue parti è immensamente inferiore a quanto ci si aspetterebbe. È troppo approssimativo per essere un buon rhythm game: le tablature sono confuse, le finestre degli input imprecise e il feedback di alcune delle note suonate lascia a desiderare. Tra l'altro, pur dopo tanto tempo e il rinvio di un mese fa, la situazione di bug e glitch è tutt'altro che rosea. Con il cuore a pezzi per questa occasione mancata, speriamo che Unbeatable rappresenti almeno una base su cui costruire qualcosa, attraverso il continuo aggiustamento e l'aggiunta di brani e opzioni.

PRO

  • Il modo in cui sono scritti i personaggi, in particolare Beat
  • La colonna sonora è eccellente
  • Stilisticamente è una coccola, animazioni stupende

CONTRO

  • La storia ha qualche problema di ritmo, specialmente all'inizio
  • La leggibilità di alcuni tracciati nelle sezioni musicali
  • Nonostante il rinvio, è ancora pieno di bug e glitch