Diario del Capitano
Oggi non parlerò di videogiochi, né di film, né di software house. Oggi parlerò del "dietro le quinte" di Multiplayer.it, ovvero cos'è che ogni giorno vi permette, ci permette, di leggere articoli, fare download, intervenire nei Forum, ricevere newsletter. Il diario che ne è uscito è talmente lungo che ho deciso di dividerlo in due parti. Il diario di oggi introduce e inizia a raccontare. Sabato prossimo continuerà e trarrà le conclusioni. Questo diario dunque batte due primati in un colpo solo: il primato della lunghezza in caratteri (un totale di ben 12000) e il primato delle "due puntate" (mai diario era stato spezzato in due per eccesso di lunghezza).
Affronto questo tema, che credo comunque di avere già incontrato negli ultimi quattro anni e mezzo di diari, perché negli scorsi dodici mesi il sito è cresciuto, maturato se vogliamo, e il gruppo di amici e compari che lo gestisce è diventato un'azienda. Questo cambiamento però non è stato seguito da un adeguato cambio di mentalità né dalle aziende di settore, né tanto meno da alcuni suoi lettori e collaboratori storici. Le prime, indaffarate e subissate da richieste nuove ogni giorno non hanno né tempo né voglia di approfondire il discorso in modo continuativo, i secondi, per la teoria della rana nell'acqua calda, si sono ritrovati un Multiplayer.it che poco ha a che fare con la sua prima versione targata 1999.
L’idea di questo diario mi è venuta in seguito ad una tre giorni di "riunione generale editoriale", la prima dell'era post-Premium, cioè dallo scorso autunno. Chi di voi leggeva queste righe un anno fa circa, venne a sapere dal sottoscritto di un fatto piuttosto importante sulla scena editoriale online italiana: Multiplayer.it accoglieva tra le sue fila la squadra di Alternative Reality, sito storico italiano dell'informazione per console. Il matrimonio era perfetto, almeno sulla carta. In verità ci sono voluti quasi dodici mesi per concludere l'integrazione degli staff e senza dubbio non è stata indolore, né per lo staff di Multiplayer.it né per quello di AR. Molte le persone che si sono perse per strada, che non hanno accettato la fusione, un po' per amore del marchio, un po' per incapacità di capire la crescita. Niente da ridire. Le difficoltà di ogni integrazione si superano con la buona volontà, ma complice il nostro sistema di lavoro che si poggia in buona parte su relazioni virtuali e non fisiche, il tempo necessario a chiudere il cerchio si è dilatato molto più del preventivato, congelando o rallentando la produzione editoriale di certune aree o canali.
Per capire quello che siamo oggi è necessario guardare indietro. Eh già, il 1999. Allora sì che i tempi erano diversi. Il multiplayer, se parliamo di nomi, era davvero la nuova stella di firmamento. I giochi per PC erano al loro massimo splendore, con l'unica concorrenza della Playstation 1 e del Game Boy Nintendo. Realizzare un sito web di informazione consisteva nel pubblicare gli articoli più importanti, seguire le patch dei giochi principali e scrivere tante, tante notizie ultimo minuto. Ventiquattrore su ventiquattro. Mi ricordo moltissime nottate al computer per essere i primi a raccontare il perché Carmack avesse fatto una scelta piuttosto che un’altra per Quake II. Non che oggi, badando all'essenziale, sia molto diverso. Ma oggi ci sono almeno cinque piattaforme da gioco diverse, non considerando ancora per qualche tempo i cellulari. I lettori di Multiplayer.it sono trecentomila e non cinquanta come nel 1999. Accontentarli tutti richiede uno sforzo congiunto di diverse decine di persone. Multiplayer.it offre lavoro a tempo pieno ad oggi a circa quindici persone, tra amministrativo, tecnico ed editoriale, più almeno altrettante part-time, per un totale di trenta. Inoltre è indispensabile citare almeno altre cinquanta persone che in virtù della passione, dell'amicizia e del volontariato continuano ogni giorno a tenere unita la community nei Forum e sui canali tematici e che io non smetterò mai di ringraziare. Ed è dunque anche di tutte queste persone e del lavoro che svolgono che parlerò in questo diario.
Per poter apprezzare questi “eroi” è però necessario prima spiegare l’ambiente in cui lavorano.
Di fatto una realtà come Multiplayer.it prima che sulle macchine si poggia proprio sulle persone. Persone che scrivono, persone che comunicano, persone che organizzano. Non c'è nessuna produzione a catena, non ci sono bulloni. Solo byte che escono dalle tastiere. Se è stato difficile per i collaboratori seguire i cambiamenti, figuratevi per le dieci-dodici aziende di settore, organizzazioni preistoriche in cui internet è entrato più dalla finestra che dalla porta. La diffidenza è sempre a portata di mano; la preferenza per le realtà cartacee percepibile a kilometri di distanza. Noi, figli d'America, ci sentiamo mortificati e frustrati ogni volta che leggiamo le esclusive dall'altra parte dell'oceano e ci scontriamo poi con le chiusure e le grettezze degli addetti italiani alle pubbliche relazioni e al marketing (qualcuno si salva ad onor del vero), che negano, nascondono e chiudono, anziché aprire, amplificare e parlare. E collaborare. …. continua e finisce la prossima settimana.
Andrea Pucci, editore Multiplayer.it