Diario del capitano
Interplay ai cinesi? Nulla da obiettare, anzi. Che il paese del dragone si stia muovendo rapido nel business dell'electronic entertainment si poteva notare anche all'E3 di quest'anno, dove una cospicua quantità di stand erano di piccole compagnie di software del sud est asiatico impegnate nella presentazione di fantasiosi rpg e Massive Multiplayer Game Online. Mi ricordo in particolare di una software house, di cui non ricordo il nome, che presentava un gioco, un RPG (online ovviamente), che ci aveva dichiarato di avere in patria oltre cinquecentomila abbonati. Una cifra di questo genere apre le finestre su un mondo che a noi occidentali sfugge pesantemente, e che invece conta come numeri (specie in un mondo come internet dove i numeri sono la discriminante per il successo). Un RPG con 500.000 iscritti in occidente si piazzerebbe subito nella top ten dei più giocati online. Non ci stupiamo dunque che una compagnia cinese abbia le risorse e i motivi per acquisire un gigante come Interplay, publisher di giochi del calibro di Baldur's Gate e in generale dei più bei RPG realizzati fino a oggi (genere a cui, pare, i giocatori asiatici siano alquanto sensibili, da quanto visto sopra).