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Diario del capitano

DIARIO di La Redazione   —   05/06/2001

Diario del capitano

Ieri rispondendo a un'intervista mi sono trovato di fronte a una domanda ovvero se mi sembrava giusto chiedere un corrispettivo per i servizi che vengono resi su Internet (siano essi server da gioco o articoli). La mia valutazione è molto chiara: per quanto sia giusto, gli utenti non sono pronti a pagare, o almeno non a pagare denaro. Possono pagare in contatti, in pagine viste, in informazioni, ma non in soldi fruscianti.
La ragione di questo mio pessimistico pensiero sta proprio ai fondamenti di internet, alla sua ragione di esistere: l'assenza di barriere all'entrata a chi vuol fornire servizi alternativi. Se il Multiplayer Network facesse pagare millelire per i suoi servizi, sicuramente nell'arco di due mesi nascerebbe l'XXX Network che potrebbe offrirne a novecentolire oppure gratuitamente, pur di prendere vantaggio. Il mercato internet, pur reso maggiormente maturo dagli scossoni dell'ultimo anno, non è del tutto "normale" (semprechè normale abbia un significato unilaterale), e non risponde a leggi ben definite. Sono sicuro che c'è ancora qualcuno disposto ad investire "a fondo perduto" pur di ottenere la leadership. Dunque se non il pagamento di un corrispettivo, cosa può dare sufficienti energie a noi editori d'assalto online? Il modello dell'advertising non è ancora morto, è solo in coma. Bisogna applicare le giuste strategie, dargli un nuovo significato, uccidere i banner 468x60 (diventati un incubo per ogni utente) e rivedere tutto. Magari ci si renderà conto che il diavolo non è poi così brutto come lo si dipinge.