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Diario del capitano

DIARIO di La Redazione   —   23/07/2001

Diario del capitano

DivX? DivX!
Mi spiegava qualche giorno fa un mio collega, di quanto la tecnologia DivX sia tanto geniale, quanto poco innovativa in quanto combina la compressione audio MP3 (già esistente) con la compressione video MPEG (già esistente). Il compito del codec DivX, recentemente giunto alla beta4, è quello di sincronizzare (egregiamente) le due compressioni, nate separate. Il risultato l'avete visto, per esempio, nel filmato di Final Fantasy XI di qualche giorno fa: il file originale era un .mpg di 45 mb; il file divx finale era meno di 15 mb. Un terzo, con un sacrificio di qualità trascurabile.
Il DivX non è solo una tecnologia preziosa, ma anche pericolosa, almeno a sentire i rappresentanti ufficiali del mondo cinematografico, che temono un escalation di pirateria nel mondo video come è accaduto già nel mondo delle canzoni (leggi Napster & co). Se è vero, e lo è, che una canzone trasformata in mp3 alcune volte è persino migliore della versione su cd, la cosa non vale per i film in DivX. Ho fatto giusto stanotte un esperimento (collegandomi ad un motore di ricerca video) e il risultato finale, è stato molto più che deludente: frustrante. D'altronde non c'è soluzione se si vuol tenere il download entro limiti accettabili.
E' impossibile dunque temere che qualcuno possa preferire un filmato 320x200 in stereo bassa qualità a una bella seduta al cinema in Dolby Surround e poltrone avvolgenti. Magari lo potrebbe fare per gustarsi un'assoluta anteprima, che comunque verrebbe rovinata dalla pessima qualità.
Beninteso, non sto criticando la compressione del DivX che ritengo ottima, sto criticando il fatto che un buon film non si può gustare in quel modo. L'alternativa è, immagino, avere un file da un giga e mezzo, che non tutti possono permettersi di scaricare (anzi ben pochi).
Morale della favola: non temere la diffusione di film online, per ora. Poi magari sarà rilasciata una prodigiosa tecnologia di compressione audio/video e questo parere potrà cambiare, ma al momento non siamo ancora a livello Defcon 1.

Un pensiero, in conclusione, va a Indro Montanelli, uno dei padri del giornalismo italiano che ieri è morto dopo oltre novanta anni di onorata carriera.