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Diario del capitano

DIARIO di La Redazione   —   28/08/2001

Diario del capitano

Max Payne è ormai prossimo ad essere finito. Contavo di concludere lo scorso week-end, ma l'ultimo livello si è dimostrato quanto mai ostile e pieno di ragazzoni ostinati che non vogliono farsi uccidere facilmente ("Coraggio, fatti ammazzare!" recitava un vecchio film con Clint Estwood). Mi viene in mente a tal proposito una piccola polemica, nata e morta presto. Alla fine di luglio, con Max appena uscito nei negozi, ci furono persone che, dopo due-tre giorni di gioco no stop, si buttarono a copofitto nei forum a commentare la brevità del gameplay, che si poteva finire in "non più di venti ore di gioco". Quindi critiche a non finire perchè il gioco dura troppo poco. Ma secondo chi dura troppo poco? Forse chi passa venti ore filate davanti al monitor. Ma ragioniamo con calma, riducendo il tempo di gioco ad una quantità "normale" ed ecco che Max Payne offre settimane di divertimento. Certo si può procedere avidamente avanti, stando sempre con il dito su F5, facendo salvataggi ad ogni angolo, per non correre il rischio di giocare lo stesso tratto due volte, ma a quel punto è una gara di velocità, non un gustare a pieno le risorse che i programmatori hanno voluto lasciarci.
Ad esempio, sempre in MP, mi trovavo all'interno di un garage, dietro una saracinesca stavano appostati due farabutti. Come affrontarli, dato che come si sollevava la serranda, si scatenavano come forsennati? Con una granata? Con il fucile a pompa e un bel salto al rallentatore? A testa bassa e la doppia pistola? Ho rigiocato quel pezzo almeno cinque-sei volte, per vedere il diverso impatto delle mie scelte. E poi, quando vedi gli avversari saltare su una granata, non ti vengono in mente decine di film d'azione in cui l'adrenalina saliva a 1000?
Ovviamente avrei potuto tirare avanti in quel pezzo, che non aveva niente in particolare, ma talvolta vale la pena di soffermarsi a guardare e gustare. Altro esempio di genialità, in cui vale la pena di rallentare, anzichè accelerare (su questo io e Almor abbiamo pareri discordi, dato che lui l'ha liquidato velocemente con un "Che noia!"). I livelli "introspettivi", in cui Max Payne, drogato, deve vagare nell'oscurità. Non un colpo di pistola, non un nemico di uccidere. Solo una scia di sangue da seguire, con un sottofondo fatto di urla e pianti. Certe cose vanno notate e apprezzate con calma. Diego Abatantuono, riferendosi al caffè greco in Mediterraneo disse: "Il segreto per gustarlo è nell'aspettare. Lasciar depositare e aspettare.".
Vale anche per i videogiochi.