0

Diario del capitano

DIARIO di La Redazione   —   27/09/2001

Diario del capitano

Oggi devo iniziare con delle scuse, magari superflue, ma doverose. Mi è stato fatto notare ieri da più di una parte che non è stato bello da parte mia uscirmene con una frase del genere "La nostra linea di emergenza (una misera ISDN) è stata ripristinata al volo". Non è stato carino nè tantomeno veritiero. Il concetto di misera ISDN si applica esclusivamente al nostro caso, dato che lavorare in dieci su una 64 kb è quanto mai frustrante. Quindi, per chiudere il discorso, interpretate la mia affermazione nel modo meno offensivo possibile.

Tanto per cambiare leggo oggi una notizia che non ha nulla di piacevole, e che aggiunge nuovi elementi alla già precaria situazione delle dotcom negli Stati Uniti: VoodooExtreme, sorgente di notizie per la maggior parte degli appassionati inglesi e non, è momentaneamente chiuso per problemi di ordine finanziario. Continua a stupirmi questa crisi, che colpisce indiscriminatamente siti di successo e siti anonimi, come fossero tutti accomunati da un gene errato, un codice nel DNA non perfettamente funzionante. VoodooExtreme risorgerà senza dubbio, in questo momento staranno parlando con qualche venture capitalist o società editrice interessata, ma è lecito chiedersi perchè; perchè su quei 5-10 baluardi dell'informazione videoludica online americana non scende un ombrello protettivo delle stesse aziende di settore, che hanno tutto l'interesse che questi siti, che vengono visitati da una mole di gente simile a quella dei migliori portali italiani (data la differente quantità di pubblico), rimangano vivi e vegeti. E invece vengono abbandonati a sé stessi, cercando di sopravvivere con un modello di business insufficiente, nel migliore dei casi, quello della pubblicità.
Incredibilmente, e questo accade tanto in USA quanto in Italia, le aziende del settore che dovrebbero investire in pubblicità mirata agli utenti (mi riferisco ad un'azienda che vende videogiochi che *dovrebbe* essere interessata a farsi pubblicità in una comunità di videogiocatori), non lo fanno, e allora si trova sul sito di giochi preferito la pubblicità di un conto corrente o dell'ultima offerta ADSL del provider X. Sembra pazzesco, ma è così. E poi, non si può più sentir parlare i vari marketing manager a proposito della pubblicità online, che "non funziona". Il problema è che queste persone, la vera pubblicità online non l'hanno mai fatta. Il banner 468x60, quello lungo e stretto qui sopra per intenderci, è morto? Allora ce ne sono cento diversi di formati, e se non bastassero, se ne possono sempre inventare di nuovi. Le campagne pubblicitarie, qualunque sia il mezzo, hanno sempre avuto bisogno di un minimo di creatività e impegno per realizzarle al meglio. Ho visto investitori buttare via decine di milioni in campagne pubblicitarie con banner così brutti, che avrei sfidato chiunque a cliccarli se non per errore.
Torno a ripetere: non è Internet che non funziona, ma la gente che lo frequenta.