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Diario del capitano

DIARIO di La Redazione   —   12/02/2002

Diario del capitano

Arrivati a metà febbraio è ora di chiedersi di che salute gode il settore dei videogiochi nel mondo. Secondo alcune statistiche che stavo leggendo ieri prima di abbandonare la redazione, ancora una volta - era già successo nel 1999 - il settore dei videogiochi ha superato quello del cinema, e di misura. Nel 2001 infatti ha fatturato 9,4 (novevirgolaquattro) miliardi di dollari, che tradotti nelle vecchie care buone lire fanno, all'incirca, 20.000 (ventimila) miliardi di lire. In pratica come una manovra finanziaria italiana di buon calibro. Ovviamente in questa cifra vanno comprese console, giochi e accessori (comprese Xbox e GameCube), ma è pur sempre una cifra di tutto rispetto per un settore spesso sottostimato dall'industria "pesante e seriosa". Il cinema, ben più sotto i riflettori dei media, ha fatturato solamente 8,2 miliardi di dollari. Eppure, nonostante tutto, quando si parla di videogiochi in televisione lo si fa sempre con la puzza sotto il naso, associando videogames e brufoli. Ovvero ragazzini imberbi, magari pirati, asociali e con qualche sindrome maniaco-depressiva. Ma non è così. I videogiochi, anche grazie alle nuove console sempre più strumenti di entertainment casalingo con il lettore dvd incorporato, sono un'alternativa al cinema o alla partita a carte, e ci giocano tanto i bambini a Natale, quanto gli adulti durante la settimana. Cosa ci vorrà ancora per portare il nostro settore sotto i riflettori del grande business?
E mi trovo d'accordo con Matteo Bittanti quando dice che il settore del cinema sta disperatamente cercando un'allenza con quello dei videogiochi, tentando di creare franchising validi per tutti e due i settori. Ormai non esce film Disney che non sia accompagnato da relativa versione videoludica multipiattaforma. Tanto per fare un esempio, il prossimo film d'animazione Disney-Pixar, Monsters & Co., è in fase di lancio in Gran Bretagna (dopo un ottimo successo negli USA) con un battage pubblicitario diretto a spettatori e videogiocatori inglesi di 4 milioni di sterline, ovvero più di dodici miliardi di lire. Un passo in questa direzione era la linea intrapresa dalla RAI nella trasmissione del martedì dedicata alla tecnologia, in cui, grazie ad una interazione con Multiplayer.it, si era riusciti a creare uno spazio fisso per i videogiochi. Ma non sempre certe idee hanno vita lunga, e si scontrano con la rigida visione di anziani burocrati d'alto livello.
Ma come diceva una mia vecchia conoscenza "l'acqua buca il sasso" e con il tempo, anche questo argomento diventerà buono per le fiabe della sera.

Mi dispiace segnalare (su indicazione sia di Fabio Cristi sia di altre persone) che la Square Pictures, la divisione cinema della SquareSoft, ha chiuso i battenti la scorsa settimana, avendo perso diversi milioni di dollari sul film di Final Fantasy. I'm sorry.