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Diario del capitano (affamato)

DIARIO di La Redazione   —   17/07/2000

Diario del capitano (affamato)

Su Punto Informatico è apparsa oggi una notizia molto, molto grave. Ne riporto uno stralcio:

"Secondo Cheli le non meglio definite "testate telematiche" devono essere sottoposte a nuove discipline capaci di entrare nel merito del rapporto tra quanto viene comunicato e la modalità con cui ciò avviene; che possano definire i diritti e i doveri della "funzione informativa"; che aprano le porte ad una classificazione dei "profili professionali". Con una postilla importante: per le testate che vogliano ottenere i benefici previsti dalla legge occorrono definizioni di "impresa editrice", "stampato" (?), "periodico".
..e ancora..
La presa di posizione di Cheli, che non prende atto del valore dell'afflato di libertà della poco regolamentata informazione online, mi sgomenta perché ha tutta l'aria della "quadratura del cerchio"."

Chiunque voglia leggere per intero l'ottimo commento di Paolo De Andreis sulla proposta di Cheli, l'Autorità Garante per le Telecomunicazioni, può farlo cliccando nel link indicato più in alto. Chi invece vuol sapere il mio pensiero in proposito può continuare.

In parole povere questo significa che è in atto in Italia il tentativo di mettere sotto il "giogo burocratico" anche il liberissimo territorio di Internet. E' la stessa questione che avvolge il delicato mondo del commercio elettronico. Negli USA, per il terrore di limitare lo sviluppo economico in atto, sono anni che rimandano la tassazione online (mentre in Europa si vocifera già di tasse, con un settore dell'e-commerce appena allo stato puberale, se confrontato con quello oltreoceano).
Il provvedimento annunciato da Cheli significa, ad esempio, che le fanzine italiane che trovate in giro per la rete, incluso attualmente Multiplayer.it, dovrebbero dotarsi di "direttori responsabili", o magari mettere sotto "contratto nazionale" i collaboratori che scrivono articoli, e molte altre questioni simili.

Sempre De Andreis afferma a proposito della dichiarazione del Garante:
"..fa pensare che la lobby corporativa (della carta stampata n.d.Pucci) intenda stringere i tempi. Magari per spingere il Parlamento ad approvare davvero nuove regole prima della fine della legislatura."

L'unico augurio che ci possiamo fare è che i tempi biblici di azione/reazione dello Stato che nel bene e nel male hanno contraddistinto molte attività pubbliche, coinvolgano anche questa proposta, rimandandola a più saggi propositi.