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Dropship

Dopo un lungo periodo di sviluppo sta per approdare su PlayStation 2 il nuovo interessante gioco di combattimenti aerei/terrestri prodotto da Sony Europe. Dobbiamo prepararci ad un atterraggio di fortuna o ad un trionfale sbarco?

ANTEPRIMA di La Redazione   —   07/01/2002
Dropship: United Peace Force
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Anno 2050. Lo scenario mondiale non promette nulla di buono, ostilità su larghe zone del nostro povero pianeta rischiano di collassare verso un punto di non ritorno. Come in ogni film action che si rispetti, per il bene della pace nel mondo viene riunito un nuovo gruppo speciale chiamato FPU (Forze Planetarie Unite). Per vostra sfortuna, voi sarete un membro di questa unità, e vivrete in prima persona il conflitto con preciso scopo di vincere e riportare a casa la pelle. L'obiettivo dell'avventura proposta da questo Dropship consisterà nel combattere in ogni direzione guidando/pilotando svariati veicoli sia aerei che terrestri, tra cui smisurate navi da trasporto, jeep, carri armati e aerei. Nel gioco tutte le missioni avranno degli obiettivi ben delineati, che potranno andare dalla semplice scorta all'attacco ad una basa nemica, ma questi obbiettivi potranno cambiare direzione nel corso della partita. Ad esempio un po' come accade in GTA 3 o Metal Gear Solid, se verrete scoperti nel corso di una missione top secret, tutto diventerà fastidiosamente problematico e dovrete necessariamente perdere tempo ed energia nello smistare le vostre tracce prima di poter tornare alla missione vera. Questa struttura dotata di una massiccia dose di eventi e situazioni inaspettate garantiranno presumibilmente alta la longevità e dovrebbero mantenere vivo l'interesse per questo gioco per molto tempo. Da quello che abbiamo potuto vedere, al momento il modello fisico dei mezzi terrestri sembra riprodotto in maniera un tantino approssimativa, quello dei mezzi aerei è più impegnativo ma in ogni caso vedere elicotteri che fanno il giro della morte e volano sottosopra come fossero jet, carri armati che si ribaltano ma poi tornano a posto in tutta tranquillità... non va certo al vantaggio del realismo globale. Se lo scopo era quello di creare una miscela con una grossa componente arcade allora metteremo da parte tutte le polemiche ma la palma di simulazione più bella su PS2 andrà ancora ad Ace Combat della Namco pur essendo incentrato solo sul combattimento in volo.

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Tecnicamente parlando, il sonoro sarà perfetto, con una localizzazione in italiano totale e finalmente impeccabile, mentre per quanto concerne grafica, dettaglio e frame-rate, importantissimi in un gioco del genere, scorreranno in maniera eccezionalmente fluida. Per rendere questo possibile dovremo forse attenderci scenari scarni e spogli di elementi di contorno? La speranza è che non sia così, del resto siamo rimasti piuttosto impressionati dalle immagini statiche e in movimento di questo gioco che cosmeticamente non sembra avere molti punti deboli. Tornando comunque a questo Dropship l'originalità ricercata dai programmatori della Camden Studio va senz'altro premiata, chi insegue sempre e comunque "il" gioco diverso non rimarrà affatto deluso e troverà in questo titolo una miscela interessante e divertente di elementi quali simulazione, strategia e azione. Se invece odiate gli ibridi o non apprezzate troppo il tema guerra in questo particolare momento storico, Dropship non vi interesserà, in ogni caso, e come spesso si dice, dovrete attendere ancora un po' per la recensione definitiva ed il giudizio finale col timbro di Joypad.it.

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    Anno 2002. Finalmente la nuova Playstation ha la capacità di spostare pesanti masse poligonali con tranquillità e finalmente anche gli utenti console cominciano a vedere simulatori di volo capaci di competere con quelli degli esagerati computer, ma Dropship è molto di più di un simulatore di volo, è un videogioco che torna quasi allo stile multi-evento, una tecnica molto in voga negli anni ottanta, un genere che miscela nel corso dell'avventura vari modelli di divertimento ma che raramente riesce a colpire in pieno nel segno forse perché come dice il saggio "chi troppo vuole"...