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Quando le licenze nei videogiochi sono ingombranti

Le licenze sono spesso il punto di forza di giochi sportivi come FIFA e NBA 2K, oppure di giochi di guida come Gran Turismo e Forza. Ma se questo fosse un limite?

VIDEO di Francesco Serino   —   15/07/2019

Negli ultimi anni, il pubblico ha imparato a vedere i giochi privi di licenze ufficiali come giochi di scarsa qualità, a basso budget, come se il nome di un giocatore, di una macchina, di un pilota o di un'arma fossero elementi indispensabili per il divertimento, cosa che non solo non è vera ma a volte porta persino ad insopportabili stagnazioni. Un esempio su tutti? I giochi sportivi che un tempo erano tanti e vari, mentre oggi si sono ridotti a uno o due esponenti per ogni categoria. Questo succede perché, come ci ha spiegato più volte Rob Jones, il producer di NBA 2K che da anni, essendo cresciuto in Italia, vorrebbe lavorare a un titolo calcistico, nessun publisher si azzarda più a creare un prodotto simile senza costosissime licenze, e queste oggi sarebbero troppo salate per un gioco che avrebbe comunque bisogno di diversi anni per farsi un nome. Anche perché c'è già Pes in circolazione, sopravvissuto a Fifa proprio grazie al gameplay, e solo perché nato in un'epoca in cui le livenze avevano ancora un'importanza relativa.

Con altri sport va ancora peggio: la National Football League ha deciso da molti anni di concedere la licenza a un solo gioco per volta, ma questo gioco è sempre l'NFL di Electronic Arts. Che dire poi dei giochi di guida? Le licenze ce li hanno appiattiti col risultato che oggi, i più famosi, sembrano a prima vista tutti uguali, e sapete una cosa? Lo sono! Cambia la fisica, cambia il target ma il gioco in fondo è sempre lo stesso. Del resto molti dei limiti seriali di cui sono vittima questi giochi provengono proprio dalle licenze: sono i produttori di automobili a decidere in che modo le loro vetture possono danneggiarsi, e c'è sempre un estenuante tira e molla per le statistiche da inserire nei giochi, questo per non apparire inferiori alla concorrenza. Anche i giocatori di Fifa hanno iniziato a lamentarsi delle abilità tecniche assegnate da EA alle loro riproduzioni digitali! Naturalmente non vogliamo che i giochi su licenza scompaiano, tutt'altro: noi vogliamo che tornino in auge, che abbiano insomma una possibilità, tutti quei giochi che non ne hanno ma che proprio per questo possono permettersi idee di gameplay che gli altri non possono per motivi contrattuali permettersi.

Dove sono finiti giochi come Soccer Brawl di SNK, in cui due squadre di androidi se le danno di santa ragione in un fantasy football di qualità, o l'equivalente dedicato alla pallavolo Hyper V-Ball della Micro System? E che dire di Speedball, il gioco Bitmap Brothers è riuscito a creare una lega immaginaria, con regole immaginarie che ancora oggi ogni utente Amiga o Atari St non può non ricordare. Anche Ea aveva il suo Fifa Street, Sega il suo Soccer Slam, e naturalmente Nintendo con la sua lunga lista di sportivi dedicati al Regno dei Funghi come Mario Striker e il recente tennis per Switch. Persino Polyphony Digital, oggi alla continua ricerca di un realismo di facciata impeccabili, un tempo ha sviluppato due giochi come Motor Toon Madness e relativo seguito, e dopo i due primi Gran Turismo. Ci siamo insomma persi per strada una grossa fetta di giochi stradivertenti perché senza Messi, Federer e Honde Civic non possiamo più stare... ma è davvero cosi?