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Io sono Skywalker!

Spielberg e Zemeckis parlano di videogiochi e cinema

DIARIO di Andrea Pucci   —   18/09/2004

Le puntate precedenti del Diario del capitano

Se vi siete persi le puntate precedenti del Diario del capitano (oltre 1200 editoriali), ecco le coordinate per rintracciarle:

- successive al 3 maggio 2004
- dal 2000 al 30 aprile 2004

Per il diario di oggi ho trovato ispirazione in un intervento di Steven Spielberg e Robert Zemeckis tenutosi all'università della California del Sud lo scorso martedì, per inaugurare un laboratorio di sviluppo videogiochi sponsorizzato da Electronic Arts, all'interno della Facoltà di Cinema e Televisione (e questo fatto di per sé meriterebbe una discussione a parte date le condizioni vetuste delle nostre università).
I due, reduci dalle "riprese" del film in grafica digitale "The Polar Express" che uscirà il prossimo Natale, hanno ammesso di aver pescato a piene mani all'interno delle tecniche adottate nello sviluppo di un videogioco, in particolare nella fase di motion capture dei movimenti dei personaggi (in Polar Express è Tom Hanks a prestare volto e movimenti al suo alter-ego digitale).
Hanno affermato che film come Matrix e Spider-Man sono figli della nuova epoca videoludica, aggiungendo che cinema e videogiochi rappresentano due facce della stessa medaglia, con il cinema che si muove verso stili sempre più vicini al concetto di videogiochi e lo sviluppo di videogiochi che mutua un approccio da cineasti (basti vedere l'approccio di un Max Payne o del più recente Chronicles of Riddick: Escape from Butcher Bay).
Un ulteriore osservazione è "chi controlla la scena": nel cinema è evidente, è il regista. Nei videogiochi invece c'è confusione: è il programmatore o il videogiocatore? Il concetto del pesce rosso nella boccia di vetro che si muove liberamente entro confini invisibili.
Se due mostri sacri del cinema come Spielberg e Zemeckis arrivano ad ammettere ad una platea di studenti universitari della Facolta di Cinema e Televisione che "negli anni '70 e '80 il cinema era influenzato dalla televisione, mentre dalla fine degli anni '90 è influenzato dai videogiochi" allora le nostre previsioni su cosa e come giocheremo tra dieci anni sono tutte da rivedere. Sentite questa.
Anno 2015. Un gruppo di amici va al cinema a vedere un film di fantascienza. I biglietti di ingresso costano dai 20 ai 100€. Si siedono in posizioni differenti. Non va più di moda stare vicini. Chi ha speso 100€ ha garantito un posto in prima fila. Non si limiterà a vedere meglio il film, ne sarà il protagonista, decidendo insieme agli altri protagonisti cosa accade e cosa no. Chi ha pagato di meno farà solo la comparsa. Impossibile? No, solamente un po' avanti nel tempo.
Se la convergenza tra cinema e videogiochi continuerà come auspicato da Spielberg, la terza trilogia di Guerre Stellari la vivremo da dentro. Chi si prenota per interpretare l'adulto Skywalker?