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It's me! Mario!

Nel giorno dell'arrivo nei negozi europei di Super Mario Sunshine, il nostro Salvatore “Jotaro” Elia ripercorre le tappe e le piattaforme solcate dall’idraulico italiota più famoso nel mondo. Correva l’anno 1981 quando…

APPROFONDIMENTO di La Redazione   —   05/10/2002

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1981 – Un grande anno per l’homo ludens

Fatto buon viaggio nel tempo? Sembra di si. Corre l’anno 1981 e la crisi dei videogiochi si fa sentire ora a causa di scelte errate da parte dei produttori, ora per mancanza di originalità nell’offerta. Fatto sta che i videogiocatori non hanno pane per i loro denti. Sede Nintendo – a causa di assenza di idee e di qualità nei prodotti offerti al pubblico viene, molto casualmente, assunto un nuovo game designer, figlio di un amico di Yamauchi (ex presidente Nintendo) – e poi dicono che le raccomandazioni non sono tutto… A quel tempo Nintendo era già famosa ma soprattutto nel campo dei giocattoli per bambini e roba del genere. Il nuovo arrivato (Shigeru Miyamoto) è colui che sarebbe diventato il dio nel campo dell’intrattenimento videoludico. Ma allora era ancora un ragazzino che capiva poco e niente di informatica ma che aveva spiccate doti in fatto di creatività. In quel periodo la casa di Kyoto stava lavorando ad un progetto per sale giochi di scarsa fattura. Accortosi di ciò il giovane Shigerusan decise di smantellare il progetto creandone uno tutto nuovo, frutto della sua immaginazione. Ecco che sempre nello stesso anno il mondo intero ha avuto l’immenso piacere di conoscere il primo prodotto di Miyamoto, ovvero “Donkey Kong” (inizialmente doveva chiamarsi “Monkey Kong” ma ci fu un errore di traduzione dall’inglese al Giapponese). Il titolo calamitò fin da subito l’attenzione di grandi e piccini presentando un divertimento illimitato, una struttura mai vista prima ed un’ottima realizzazione tecnica (almeno per la “preistoria”). Il gioco ha fatto vedere a noi comuni mortali i primi personaggi che di lì a poco sarebbero diventati dei veri e propri eroi nell’immaginario collettivo ludico. Questi sono lo scimmione, “Donkey Kong”, la principessa da salvare, “Pauline”(la futura Peach), e LUI, il tubista più amato e famoso: “Jumpman”! Ma come “Jumpman”? Essì, questo fu il primo nome affibbiato al futuro “Mario”, poi mutato nel secondo prodotto Nintendo. In “DK” s’impersona questo strano tipo col baffo che ha il compito di salvare la principessa dalle grinfie del cattivo di turno, ovvero dello scimmione. Per far ciò si deve superare una miriade di ostacoli quali barili infuocati e non, avendo a disposizione un numero molto limitato di azioni eseguibili. Queste sono la corsa ed il salto. Procedendo per i vari livelli la difficoltà aumenta fino a richiedere delle ottime doti in fatto di pazienza e concentrazione per risolvere tutto il gioco. Questa produzione nata dall’accoppiata Nintendo – Miyamotosan ebbe così tanto successo da risollevare le sorti del business dei videogames. Diciamo grazie a Nintendo tutti insieme… GRAAAZIE!

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Il platform-game nel 1984, questo sconosciuto.

Siamo nel 1984 in qualche parte del mondo (dove volete). Proviamo a fare una domanda ad un ragazzo che si diverte a “Space Invaders” in un bar. Gli chiediamo:” scusa ma cosa sono i platform-game?” Che fa questi? Ci guarda stranito e poi con fare infastidito si gira dall’altra parte riprendendo la sua partita. Questo per farvi capire come a quel tempo non esisteva un genere di videogiochi chiamato “platform”. Un anno più avanti. Precisamente Venerdì 13 Ottobre 1985. Miyamotosan colpisce ancora, è il suo momento, ed anche il nostro. Esce nelle sale giochi e, in un secondo momento, sul vetusto ma mitico NES ciò che da lì in poi avrebbe definito il genere del platform-game. Esce “Super Mario Bros”. Inchiniamoci di fronte a tanta bellezza. Per quei due o tre nel mondo che non lo sapessero questo titolo rappresenta una pietra miliare non solo nel suo genere ma su tutto il fronte dei videogames. Il protagonista è sempre quello strano tizio con i baffi, vestito da idraulico. La storia? Due righe: la principessa Peach (sempre lei) viene rapita da un malefico tartarugone sputa fuoco di nome Bowser. A chi il compito di salvarla? Ma semplice! Sempre lui, quel tipo con la ciccia e col cappello (ribattezzato da lì e per sempre Mario) coadiuvato da suo fratello Luigi (nella sua prima apparizione ufficiale), un po’ più alto e snello ma sempre con la faccia da fesso. Attraverso otto mondi virtuali (ognuno diviso in diversi livelli) il nostro protagonista deve fare strage di nemici a colpi di palline infuocate e gusci di tartaruga al fine di arrivare alla meta (letteralmente) del suo viaggio. Questo si dovrà concludere con la liberazione di Peach. Il prodotto offriva, ed offre tuttora, una giocabilità ai massimi livelli condita da una profondità di gioco che ancora oggi riesce a dire la sua. Basti pensare ai numerosi segreti e passaggi nascosti presenti in alcuni livelli che portavano la longevità del prodotto alle stelle. Ciò che maggiormente stupiva, per quei tempi, era la grande libertà d’azione offerta al giocatore che mai poteva pensare di arrivare a godere di un titolo di quello spessore. Insomma…se “Mario Bros” non ci fosse stato (insieme al suo designer) chissà cosa sarebbe successo nel mondo. E’ importante anche dedicare qualche riga ad un altro gioco uscito nel 1983, tale “Mario Bros”, in cui è presente una schermata fissa ambientata nelle fogne di una città. Qui bisogna eliminare un numero crescente di creaturine fetenti come tartarughe, api, granchi e via discorrendo anche con l’aiuto dell’ormai mitico “POW” onnipresente nelle altre produzioni a seguire della grande N sempre dedicate al famoso idraulico. In questo titolo ci si diverte tantissimo soprattutto in presenza di un amico da sfidare (e solo il Signore sa quanto gaudio regala sopraffare un amico nei vg…).

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Un altro passo verso l’evoluzione della specie

Se negli anni 1988-1989 si vedeva per strada gente che attaccava animali con piante estirpate dal terreno non preoccupatevi. A tutto c’è una spiegazione… Un piccolo passo indietro. Anno 1988. L’homo ludens, tanto assetato di una nuova opera Mariesca, è disidratato. Ci pensa sempre LUI, Shigerusan, a reintegrare il suo metabolismo. Ad Ottobre, e sempre sul NES appare come per magia un gioco sulla copertina del quale si nota sempre quel simpaticone baffuto e cicciottello: MARIO! Signori, è “Super Mario Bros 2” (uscito anche in versione migliorata sul GBA) che vuole ossigenare le vostre menti e farvi fondere nuovamente i polpastrelli. Il gioco si presenta sempre come un platform condito con un pizzico d’azione in più del prequel che non guasta. Sempre otto mondi da esplorare, ognuno diviso in tre sotto-stage e con il suo miniboss da affrontare fino ad arrivare al classico mostrone finale. Novità da sottolineare è la possibilità offerta al giocatore di selezionare tra ben quattro personaggi prima di ogni partita. Questi tutti facenti parte della classica “armata” Nintendo ovvero Mario, Luigi, Peach e Toad ognuno con peculiarità differente. Ad es. la principessa riesce a planare dopo un salto, il funghetto parlante ha una maggior velocità, l’idraulico risulta il più equilibrato mentre suo fratello salta più in alto (queste scarpe di oggi…). La struttura dei livelli sempre intrigante e misteriosa riesce sempre ad entusiasmare il fruitore che si lascia trasportare nella magia di quei mondi quasi tangibili. E come non parlare della musichetta ormai entrata nel cervello di persone che giocano e non, grandi e piccoli, obesi e magri, ovvero di tutti? Quel motivetto principale ti accompagna dolcemente in quelle lande fantastiche e colorate facendoti sentire a tuo agio ed in simbiosi col prodotto ludico. Insomma un’altra pietra miliare partorita da Miyamoto che si attesta su altissimi livelli qualitativi. Staccarsi dal mitico pad NES durante una partita al titolo in questione risulta a dir poco ostico e fastidioso ma mai quanto…

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…quanto “Super Mario Bros 3”!!!

Anno 1990. Mentre i NES di tutti i videogamers del mondo perdevano qualche colpo (ricordate il vecchio metodo del “soffio-potente-sulla- cartuccia” per far partire i giochi?) a causa di un surriscaldamento dei circuiti dovuto a troppe ore di gioco, la mitica accoppiata Nintendo- Miyamoto dice ancora la sua. Infatti il 12 Febbraio (segnatevi questa data) fa la sua bella comparsa sugli scaffali giapponesi il seguito delle avventure di Mario e co., “Super Mario Bros 3”! E fu subito amore. Pubblico in delirio, orde di zomb…ops di persone accodate nei negozi di giocattoli e videogames, gente che si accavalla e si calpesta per acquistare la propria fantastica copia del gioco-capolavoro. Ma si sa, quando c’è l’amore si giustifica tutto. Pensate che ancora oggi questo prodotto detiene il primato per quanto riguarda le vendite globali che ammontano a circa quindici dico quindici milioni di copie! Ma perché tutto questo successo? L’arcano è presto svelato. “SMB3” rappresenta ancora oggi il miglior platform-game bidimensionale di tutti i tempi. Ad una giocabilità semplicissima ma profonda e ricca di spessore allo stesso tempo si unisce una struttura dei livelli geniale con difficolta crescente e ottimamente calibrata. Ma la cosa che colpisce maggiormente è la presenza di quell’atmosfera magica e ricca di misteri che contraddistingue un po’ tutte le opere DEL game designer summenzionato. Anche il sonoro ancora una volta vince su tutti i fronti offrendo tantissimi motivetti allegri e piacevoli da sentire. Come dire, musica per le mie orecchie. Qui Mario può passeggiare, correre, saltare, volare, sparare, lanciare martelli ed addirittura trasformarsi! La longevità del gioco è assicurata non solo dalla presenza di innumerevoli stages (in tutto ottanta divisi in dieci mondi) ambientati in diversi luoghi di derivazione Miyamotiana, ma anche dalla quantità di segreti ed extra sparsi qua e là. Vi ricordate il film “Il piccolo grande mago dei videogames”? No? Tranquilli. Non vi siete persi nulla, a parte qualche trucchetto applicabile a “SMB3”…

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Si apre l’era dei 16 bittoni!

Si boys. Tutti invecchiano, tutte le persone come tutte le console. La tecnologia corre e ha fretta, spesso pure troppa. E’ così che Nintendo e Sega (rivali dell’era otto bittiana) decidono di rinnovare il loro scontro nella nuova generazione videoludica. SNES vs Megadrive: una lotta a suon di giochi. Ma vediamo un po’… cosa potrebbe far esplodere la console della grande N nel mercato? Cosa rappresenta quella marcia in più di cui ha goduto e gode tuttora la casa di Kyoto? Forse il franchise legato a Mario Bros? Risposta esatta! Ed infatti nell’Agosto del 1991, insieme al lancio della console, fa la sua uscita una specie di “Super Mario Bros 3” all’ennesima potenza in cui si può cavalcare anche il conosciutissimo Yoshi! E’ “Super Mario World” gente. Il gioco considerato all’epoca il nuovo standard nel campo dei platform-game ed oggi visto come uno dei più bei titoli di sempre. Nel prodotto sono presenti tutti gli elementi che hanno decretato il successo dei vecchi episodi più svariate novità non solo sotto il profilo della giocabilità ma anche nella struttura dei livelli e nella risoluzione degli enigmi che di frequente si prostrano dinanzi alla zona cerebrale del giocatore. La durata del divertimento offerta da “SMW” ha dell’eccezionale risultando ancora maggiore di quella del prequel. Una miriade di possibilità attendono solo di essere imboccate come quella di poter cavalcare Yoshi e tutti i suoi compagni, di trovare le chiavi nascoste nei vari livelli che aprono l’ingresso a nuovi sotto-stage, di seguire la mitica “Star Road” e di affrontare tutti i quadri segreti che contiene ecc. Tutto ciò e molto altro in un’unica cartuccia (o in una cartuccia UNICA, perché questo è). Anche a livello uditivo si rimane soddisfatti come sempre in tutti i giochi dedicati alle peripezie di Mario e co. con musichette solari e allegre che accompagnano perfettamente la nostra missione (sempre quella di salvare la principessa Peach dalle grinfie del malefico Bowser). Ai pochi sfortunati che non hanno avuto l’opportunità di godere della magia offerta da “SMW” consiglio di accalappiarsene una copia magari sul piccolo portatile Nintendo sotto il nome di “Super Mario Advance 2” (le uniche differenze si trovano nel sonoro, più ricco in versione pocket). Imperdibile!

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Ma procediamo nel tempo

Agosto 1993. Col pensiero che forse qualcuno si sia perso qualche episodio della serie di Mario sul NES, Nintendo pubblica una completa raccolta di giochi contenente “SMB”, “SMB2”, “SMB3” e “SMB The lost levels” (che sarebbe il “SMB2” uscito in Giappone anni prima). Ben quattro titoloni in un’unica cartuccia. Un vero affare insomma. I suddetti capolavori della raccolta sono sostanzialmente invariati rispetto agli originali. Le uniche differenze si trovano nella grafica, leggermente ritoccata e migliorata in quest’ultima incarnazione. Ma balziamo di due anni più avanti… Ottobre 1995. Dopo che tutti i videogiocatori (nel significato più puro del termine) hanno letteralmente fuso la propria copia di “SMW” in questi cinque anni ecco che la vincente accoppiata Nintendo-Miyamoto compie un altro mezzo miracolo. Si tratta del seguito ufficiale del titolo appena menzionato, ovvero di “Super Mario World 2:Yoshie’s Island”. Gioco ripetitivo e scarno di novità? Niente affatto gente! Il genio colpisce ancora e sforna un nuovo prodotto dalle qualità tecniche e ludiche esagerate. Innanzitutto per la prima volta viene sfruttato il fantomatico chip grafico Super FX2 implementato nell’hardware SNES (il quale permette di deformare sprites, ruotarli a piacimento e a dare quella sensazione di tridimensionalità); poi viene modificata leggermente la struttura di gioco per avvicinarla maggiormente a quella di un gioco d’azione. Cocktail perfetto! In questo titolo il protagonista non è più il più grande idraulico di tutti i tempi ma bensì il suo amico Yoshie, il quale dovrà accompagnare in groppa un “baby-Mario” molto baby tra le varie locazioni dell’isola su cui è ambientato il gioco. La realizzazione tecnica grida al miracolo (pensate di essere nel ’95 e confermerete la mia tesi) con sprites ottimamente animati e brillantemente colorati. Le azioni eseguibili dal draghetto verde (e dai suoi “compari”) sono la corsa, il salto ed i vari strumenti con cui danneggiare i nemici. Questi possono essere o ingoiati tramite la sua robusta lingua oppure messi da parte in “box-uova” per essere poi sparati a distanza contro gli altri malefici nemici. Il divertimento offerto da questo prodotto è molto elevato ma ciò che stupisce di più è la sua grande originalità. Ovviamente anche questo “SMW2” ha venduto moltissimo e rappresenta un'altra pietra miliare nel mondo del platform/action game.

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Nintendo elevata a 64.

Siamo alla fine del ventesimo secolo. Il mondo intero non è sconvolto dalle esplosioni atomiche. L’homo ludens è sempre più assetato e pretenzioso. Gioca tanti titoli, ma la maggior parte non sono di suo gradimento e li accantona. Ma vogliamo essere più precisi. 29 Settembre 1996. Questo, signori, non è un giorno come un altro (almeno per chi professa la religione dei videogames). Infatti in questa data il platform game 2D lascia la sua eredità in mano alla tecnologia, al futuro, al campo del 3D. Anni prima vi divertivate vedendo le evoluzioni del signor Mario a destra e a manca, in su e in giù per lo schermo? Si ma il tempo corre e non può aspettare. Tutto ciò che prima della suddetta data vi sembrava un desiderio irrealizzabile nel campo dei videogames oggi è realtà (o quasi…). “Super Mario 64”. Ho detto tutto. Ma sono buono e procedo con la favola sottolineandovi come il prodotto in questione abbia rivoluzionato il modo di giocare, fare e concepire i videogiochi (e soprattutto di piattaforme e d’azione). Libertà di movimento infinita, tecnicamente fantastico, giocabilità immediata, ricca di possibilità e longevità assicurata dall’abnorme numero di situazioni in cui trovarsi nei diversi mondi che il gioco offre a noi comuni mortali. Mario vive, respira, addirittura si addormenta e sogna! Inizia a parlare e a dire cose che hanno un senso (se ci penso non proprio molto). Prende fuoco alle chiappe e corre come un forsennato, vola, si arrampica sugli alberi, nuota in abissi e mondi sommersi da un’acqua talmente realistica (soprattutto nella fisica) che quando hai il joypad in mano senti quasi l’umidità sul corpo (giocate con un po’ di vitamina C accanto). Passaggi segreti di stampo Miyamotiani a go-go e stelline nascoste a iosa (in tutto sono 120 ma per completare il game in modo “light” ne bastano 70) sono pane e nutella per i denti di ogni giocatore che si rispetti. Anche sul piano del sonoro il titolo gode di squisita qualità e bellezza. Dalla critica mondiale “SM64” viene sempre considerato come il platform/action game migliore di tutti i tempi. Come dare torto a tale affermazione dopo aver provato un gioco così? Non ci avete mai giocato? No? Allora vi siete persi tanti anni di storia dell’arte. Sentite il parere del sottoscritto: ”correte ai ripari e rifatevi. C’è sempre tempo!”.

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Spin-off ed altre apparizioni sul piccolo schermo

Ritorniamo nel presente. Mario è una star di livello internazionale. Grazie a lui tutti noi videogiocatori abbiamo passato momenti magici ed indimenticabili. Ecco perché quando è nell’aria un prodotto a lui dedicato si è sempre con il fiato sospeso. Questo perché abbiamo l’opportunità di riprovare le stesse emozioni di quando eravamo più piccoli. Dopo aver passato in rassegna solamente i platform-games dedicati all’idraulico sembra più che doveroso dedicare qualche parola anche ad altri giochi (almeno quelli degni di nota) che hanno come protagonisti i personaggi del ”armata” Nintendo. Innanzitutto preme ricordare il titolo corsaiolo più divertente che ci sia, ovvero quel “Super Mario Kart” (SNES, Settembre 1992) che tutti conoscete, amate e dal quale non vi staccherete mai. Perché questa, gente, è una cartuccia che resiste nel tempo ed alla folle corsa della tecnologia. Praticamente l’esempio che i poligoni non sono necessari allo scopo di fare un ottimo videogame. Col mitico “Mode 7” si ha di fronte un falso 3D ma che svolge benissimo il suo dovere. Divertimento alle stelle (soprattutto in multiplayer) ed ottimi elementi di contorno. Insomma un gioco grandioso. Questo poi è stato portato sul Nintendo 64 sotto il titolo di “Super Mario Kart R” che presenta svariate migliorie ma solo a livello grafico, grazie alla differente potenza di hardware, in quanto la frittata è sempre la stessa (e quanto mi piace questa frittata!). Altro giocone da menzionare assolutamente è “Super Mario Rpg: legend of seven stars” (SNES, 13 Maggio 1996), nato dalla collaborazione tra Squaresoft e la grande N. Questo titolo non è mai stato portato sul mercato europeo. La causa risulta sconosciuta ma per fortuna esiste la versione americana. Vi sembrerò ripetitivo ma anche questo prodotto si attesta su livelli qualitativi di primissimo piano ed ha fatto strage di cuori tra fans e non. Ecco alcuni degli elementi: tanti personaggi vecchi e nuovi, combattimenti a turni, grafica isometrica che colpisce subito l’occhio del giocatore e longevità di un “highlander”. Shakerate il tutto ed avrete un rpg di tradizione Square con i tocchi di classe Nintendo. Un’altra cartuccia imperdibile ed un altro successo. Tra gli altri titoli (degni di essere ricordati) in cui si nota la presenza/onnipresenza di Mario citiamo “Tetris e Dr. Mario”, classico puzzle game in cui l’idraulico diventa un medico in famiglia; la serie di “Mario Party”(tra poco arriverà al quarto episodio su Gamecube), praticamente un gioco da tavolo virtuale con tutta la bad company Miyamotiana. Divertentissimo! E ancora i due games dedicati alle mazzate, “Super Smash Bros” (N64) e “Super Smash Bros Melee” (GC), dove esiste la facoltà di prendere a calci nel retrò il giallognolo Pikachu (ho detto tutto). Comunque due bei titoli che comunque hanno incontrato giudizi contrastanti tra la critica specializzata. Procedendo troviamo “Mario Golf” e “Mario Tennis” che, ovviamente, non potevano mancare (e a quando un gioco di calcio? Magari un “Mario Soccer”, per essere originali). Giochi molto curati con il solito divertimento offerto da mamma Nintendo. Infine va ricordato il bellissimo “Paper Mario” uscito su N64 non troppo tempo fa. Questo riprende tutti gli elementi dei platform Nintendo e li applica in un titolo che appare tradizionale e innovativo al tempo stesso. Particolarissima e meritevole la soluzione grafica adottata grazie alla quale i personaggi sullo schermo appaiono di carta presentando delle animazioni esilaranti. Il tutto è colorato magistralmente con una palette molto ricca che si presenta dolcemente ai vostri occhi. Se poi unite a ciò un accompagnamento sonoro che ricorda mooolto da vicino i vecchi titoli della casa di Kyoto…beh! Capirete subito che vi trovate di fronte ad un signor gioco.

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Assetati di Mario

Ne è passato di tempo da quando il mitico Jumpman saltava i barili di Donkey Kong. Eh si! Eppure le emozioni che Nintendo sa trasmettere attraverso i suoi prodotti non sono cambiate in tutti questi anni. In un mondo in cui tutti sembrano invecchiare, Mario è sempre lo stesso, agile, scattante e pronto a nuove acrobazie pur di risolvere gli ostacoli che gli si pongono davanti. E noi, anche più adulti, come dei fanciulli gli stiamo dietro, lo guidiamo e lo accompagniamo in quei mondi fantastici creati dalla fantasia di un genio (si, sempre LUI) e mai ci stancheremo a fare tutto ciò, anzi! Proviamo gioia nell’essere immersi in quelle lande colorate e ricche di misteri e soffriamo soltanto nel momento in cui tutto finisce, la principessa è salva (e ora chi salvo?) e ritorniamo nella nuda e a volte grigia realtà. Per fortuna Shigerusan non si è dimenticato di noi (e neanche degli introiti Nintendo, ovvio) e vuole farci vivere nuovamente una lunghissima esperienza con i soliti simpaticoni che in questi anni abbiamo imparato ad apprezzare: Mario, Peach, Toad, Yoshie e via discorrendo. E’ il momento amici. In Giappone è già fuori, così come anche in America. Solo noi “poveri” europei dobbiamo ancora attendere fino al 4 Ottobre per avere a casa e al nostro fianco ancora lui! Mario! In… “Super Mario Sunshine”!!! Un nuovo platform/action game Nintendo; una specie di “Super Mario 64” elevato al cubo. Ma questa è un’altra storia. Se volete saperne di più tenete d’occhio la sezione “Preview” di “Joypad.it”. E ricordate che c'è sempre un po' di Mario in ognuno di noi. Stay tuned!

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Quando eravamo piccini

In questo speciale verrà ripercorsa la storia del mitico “Mario”, eroe videoludico e mascotte Nintendo fin dalla sua prima apparizione sugli schermi. Si, avete capito bene. Parlo di quel tipo baffuto con addosso una salopette ed un cappello in testa. Ma come mai tutto questo successo? Perché oggi, ma anche ieri, Mario riesce e riuscì a scaldare così facilmente i cuori di tutti i videogiocatori? Tutto merito di Shigeru Miyamoto, ovvero del suo creatore? Diciamo di si, anche se ormai la mascotte della grande N, grazie all’amore dei fans sparsi per tutto il mondo e non solo, è come se fosse dotata di vita propria. Come il Pinocchio di Collodi che prende vita grazie alla bacchetta magica di una fata, Mario ha preso vita grazie alla geniale mente del più grande game designer di tutti i tempi. Tanto di cappello. Ma come sono andate le cose? Addentriamoci nel vivo e facciamo un balzo nel passato.