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The Rogue Prince of Persia, la recensione di un gioco fin troppo sottovalutato

La recensione di The Rogue Prince of Persia, un gioco che, a conti fatti, merita molto più di quanto si creda e che andrebbe valorizzato.

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   23/08/2025
Il principe protagonista di The Rogue Prince of Persia
The Rogue Prince of Persia
The Rogue Prince of Persia
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The Rogue Prince of Persia è un gioco davvero sfortunato. Intanto è uscito in accesso anticipato pochi mesi dopo Prince of Persia The Lost Crown, che in qualche modo aveva già placato la fame della serie dei relativamente pochi che sono rimasti a seguirla. Inoltre, è stato marchiato a fuoco da una certa fetta di videogiocatori per via di alcune scelte stilistiche, come il colore viola per la pelle del protagonista, con le polemiche che hanno completamente oscurato quanto di buono questo roguevania aveva da offrire.

Sì perché Evil Empire, studio che viene dal supporto prolungato di Dead Cells, per cui ha realizzato diversi, ottimi DLC, è riuscito a rielaborare alla perfezione la formula creata da Motion Twin, aggiungendoci tanto di suo, pur non rivoluzionandola, come vedremo nella recensione. Oltretutto, il periodo passato in accesso anticipato è stato particolarmente proficuo, visto che i problemi segnalati da quelli che ci hanno effettivamente giocato sono stati per la gran parte risolti, arrivando a una versione 1.0 molto rifinita, nonché migliore dal punto di vista tecnico rispetto alla prima.

Un principe scapestrato

In The Rogue Prince of Persia, il principe è un tipo davvero scapestrato, nonché arrogante. L'avventura è in realtà la parabola della sua crescita, ossia del suo diventare sempre più saggio morte dopo morte, acquisendo nuove conoscenze e nuovi poteri utili a fermare gli Unni, che hanno invaso il suo regno, mettendolo a ferro e fuoco.

In effetti, all'inizio del gioco il principe viene ammazzato senza pietà, dato che è completamente impreparato a difendersi. A graziarlo è però un medaglione che porta al collo, che gli permette di tornare nel passato dopo ogni uccisione, prima che accadano degli eventi decisivi, mantenendo alcune delle conoscenze acquisite. Gli consente anche di dare rifugio ad alcune persone fidate, che finiscono all'interno di una specie di bolla temporale, se così la vogliamo chiamare.

The Rogue Prince of Persia lanciato a sorpresa su PC, Series X/S e PS5, presto anche su Nintendo Switch 1 e 2 The Rogue Prince of Persia lanciato a sorpresa su PC, Series X/S e PS5, presto anche su Nintendo Switch 1 e 2

L'obiettivo non è solo quello di sconfiggere il boss finale, ma di farlo bene, per così dire, un po' alla maniera di Dead Cells, in cui partita dopo partita si sbloccavano armi, accessori e passaggi che davano accesso a nuovi biomi, a nuovi boss e a nuovi finali. Qui accade esattamente la stessa cosa, con gli sviluppatori che hanno lavorato un po' più a fondo sul lato narrativo, aggiungendo una mappa mentale, che consente di seguire i progressi dell'eroe nella sua missione, e qualche dialogo in più.

Una nave di uno degli ultimi biomi aggiunti a The Rogue Prince of Persia
Una nave di uno degli ultimi biomi aggiunti a The Rogue Prince of Persia

Ciascuna partita non consente di affrontare tutti i biomi, naturalmente, quindi bisogna scegliere di volta in volta il percorso da seguire, a seconda delle necessità e delle preferenze. L'oasi è sempre il punto di partenza, dove si sbloccano nuove armi e strumenti, dove si riscattano i premi degli obiettivi raggiunti durante il gioco, come ad esempio uccidere un certo numero di nemici dello stesso tipo, oppure usare una delle armi di un boss per ucciderlo una seconda volta; e dove si assegnano i punti esperienza a degli alberi delle abilità, che danno dei bonus speciali, come dei soldi a inizio partita (utili per acquistare o migliorare l'equipaggiamento durante il gioco), più punti salute, delle pozioni curative extra e così via. Il sistema lascia la totale libertà di costruzione del personaggio, in base al proprio stile, in linea con il genere.

Fattori di unicità

Come avrete capito, anche perché lo abbiamo ribadito più volte, le somiglianze con Dead Cells sono davvero molte, a partire dall'equipaggiamento base, formato com'è da un'arma e da un oggetto dai poteri vari: si va da un arco, che spara delle semplici frecce, a un coltello, che consente di arrivare dietro agli avversari per colpirli alla schiena, passando per un potente maglio, che crea dei veri e propri terremoti.

Un boss davvero molto grosso
Un boss davvero molto grosso

Le mappe sono piene di bonus da trovare, tra armi più potenti, medaglioni dagli effetti vari ed eventuali e le anime, che possono essere usate per sbloccare gli oggetti nell'oasi. Detto questo, The Rogue Prince of Persia ha anche degli elementi che lo rendono davvero unico.

In particolare, ci riferiamo al sistema di movimento, che è molto più elaborato rispetto al rivale. Il principe può infatti saltare, correre sui muri, arrampicarsi su dei pennoni, scattare a tutta velocità e superare anche i baratri più larghi e profondi mescolando tutte le sue abilità. Le mappe, che vengono generate casualmente, sono quindi progettate in modo molto diverso rispetto a quelle di Dead Cells, che erano davvero opprimenti. Qui ci sono spazi più ampi, con zone pensate per la velocità e con aree mirate a mettere alla prova le capacità acrobatiche del Principe.

Il sistema di movimento particolarmente elaborato ha consentito l'aggiunta di molte stanze prova, come questa
Il sistema di movimento particolarmente elaborato ha consentito l'aggiunta di molte stanze prova, come questa

Presa confidenza con i controlli, è davvero un piacere correre da una parte all'altra dei livelli, lanciandosi in corse spericolate e mettendo alla prova le abilità acquisite giocando. Come detto, ci sono anche delle sezioni pensate appositamente per evidenziare questo punto di forza, come degli inseguimenti di bambine che vengono rapite da degli stregoni e che dobbiamo raggiungere superando gli ostacoli il più velocemente possibile, o delle stanze prova che offrono delle sfide davvero impegnative, fruttando però degli ottimi bonus.

Indubbiamente il sistema di movimento è la carta vincente di The Rogue Prince of Persia, quella cioè che riesce a differenziarlo dalla concorrenza. Allo stesso tempo è associato un sistema di combattimento molto più dinamico di quello di Dead Cells, con il principe che può scavalcare gli avversari, piombargli in testa, prenderli a calci per farli cadere dalle piattaforme o usare una delle sue tante abilità andando a tutta velocità, lì dove l'altro seguiva un modello più lento e maggiormente incentrato sulla potenza delle armi. Qui è un piacere combattere con stile (senza dimenticare che i nemici fanno male).

Le armi hanno effetti differenti
Le armi hanno effetti differenti

Insomma, ci troviamo comunque di fronte a un metroidvania ibridato con un roguelike, ma che, in ultima istanza, risulta più fresco di quanto ci aspettassimo, tanto da trasmettere un feeling di gioco completamente diverso rispetto al precedente lavoro dello studio. Probabilmente gli sviluppatori hanno voluto integrare alcune delle caratteristiche portanti della serie all'interno del gameplay, con un risultato complessivamente ottimo.

Lato tecnico

Come abbiamo detto in apertura, The Rogue Prince of Persia è stato molto criticato per alcune scelte stilistiche, in particolare per il colore della pelle dell'eroe, in origine viola, visto come un omaggio alla versione CGA di Prince of Persia, ma anche per la grafica stilizzata, che nelle intenzioni degli autori doveva richiamare l'arte persiana delle miniature (dei piccoli dipinti su carta usati per illustrare dei libri, solitamente), conferendo un maggiore senso di regalità al tutto.

La grafica ha più dettagli rispetto a quella della prima versione, ma ha perso un po di unicità
La grafica ha più dettagli rispetto a quella della prima versione, ma ha perso un po di unicità

Purtroppo la scelta non è piaciuta, soprattutto per motivi politici (il viola viene associato immediatamente alla cosiddetta cultura woke) e il team di sviluppo ha dovuto fare più di un passo indietro, cambiando il colore della pelle del principe e aggiungendo dettagli ai fondali. Ora l'impatto visivo del gioco è sicuramente più diretto e di semplice lettura, quindi ha un colpo d'occhio migliore, ma è anche meno raffinato e originale rispetto all'altro. Non che sia brutto, intendiamoci, ma ha perso un po' della sua unicità, diventando più generico.

D'altro canto i videogiochi bisogna pur venderli. Quindi, gli sviluppatori si sono dovuti piegare alle richieste, per provare a recuperare un po' del terreno perso. Come detto, il risultato è comunque ottimo, soprattutto lì dove le mappe lasciano intravedere meglio i fondali che sono davvero d'impatto, nonché pieni di piccole animazioni che li rendono vivi, ma fa sempre una certa impressione vedere un videogioco penalizzato per questioni simili. Bellissime anche le musiche, che mescolano sonorità antiche e moderne, per dei brani di accompagnamento che sono davvero azzeccati.

Uno dei boss
Uno dei boss

Altra questione, in questo caso negativa, è l'uscita repentina dall'accesso anticipato. Diciamo che The Rogue Prince of Persia avrebbe avuto bisogno di qualche mese in più per essere ampliato e ripulito, visto che dei bug sono ancora evidenti (ad esempio quello della barra della salute che non riflette lo stato effettivo del principe). Niente di distruttivo, ma ci si fa caso, soprattutto giocando molto. Capiamoci: si finisce in circa 20 ore (facendo quasi tutto), che sono più che sufficienti per un titolo simile, ma è evidente come gli sviluppatori avessero pianificato di renderlo un'esperienza molto più ampia, per essere poi frenati dalle scarse vendite e dalle polemiche.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Prezzo 29,99 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (1)
8.1
Il tuo voto

The Rogue Prince of Persia è sì uno strano Prince of Persia, ma uno di quelli da giocare. Fa bene un po' tutto e s'impegna anche moltissimo per distaccarsi dalla concorrenza, proponendo delle meccaniche di gioco uniche, che producono delle dinamiche completamente diverse rispetto a quelle di un Dead Cells (tanto per citare il nome cui viene associato più spesso). Se riuscite a superare i pregiudizi che lo riguardano, vi troverete tra le mani un ottimo titolo, pieno di spunti che si spera vengano ripresi anche in futuro.

PRO

  • Il sistema di movimento
  • Tanto da scoprire e tanti oggetti da sbloccare

CONTRO

  • Purtroppo è uscito troppo di corsa dall'accesso anticipato