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Killzone: Liberation

Halo Killer? No, non chiamatelo più così, anche perchè Killzone per PSP non è nemmeno un Fps...

ANTEPRIMA di Andrea Palmisano   —   08/09/2006
Killzone: Liberation
Killzone: Liberation
Killzone: Liberation

Only on PSP

Sicuramente ciò che è mancato nei primi mesi di vita del portatile Sony sono stati i giochi sviluppati in esclusiva attorno alle caratteristiche della console. All’interno di un trend che sembra finalmente destinato a invertire rotta si pone questo Killzone Liberation, episodio della serie omonima che abbandona però le meccaniche fps in favore di qualcosa di estremamente più adatto a PSP. Conservando infatti l’ambientazione e la direzione artistica che ha contraddistinto il primo capitolo su Ps2, Liberation cambia le carte in tavola diventando così un action game in terza persona con visuale a volo d’uccello. Una scelta coraggiosa, ma che dimostra la volontà da parte di Guerrilla di non limitarsi ad uno svogliato porting, ma piuttosto di creare qualcosa che abbia senso all’interno delle potenzialità di PSP. E il risultato sembra essere pienamente riuscito, almeno a giudicare dagli otto livelli disponibili nella copia di pre-produzione che abbiamo avuto modo di giocare. Come già detto, lo schema di gioco è stato modificato, pur mantenendo però un ritmo particolarmente elevato e condividendo molti aspetti del genere fps. Sì perchè l’attività principale nella produzione Sony è senza dubbio sparare, a qualsiasi cosa che si muova o no; l’arsenale a disposizione del protagonista è particolarmente vasto, e non manca la possibilità di espanderlo acquistando nuove armi o potenziando quelle già in proprio possesso spendendo degli appositi punti. L’azione si svolge all’interno di livelli piuttosto vasti, popolati da Hellgast (i nemici classici della serie), e caratterizzati da corridoi e stanze più o meno ampie da percorrere. Malgrado la attività principale, come già detto, vada ricercata nell’abbattimento degli avversari, gli obiettivi presenti nel gioco cercano di donare maggiore varietà e complessità alla formula richiedendo di liberare prigionieri, far esplodere oggetti strategici, o più semplicemente attivare interruttori o cercare tessere magnetiche per aprire delle porte. Benchè al protagonista non sia fornita la capacità di saltare, la varietà di azioni effettuabili è più che sufficiente; oltre a sparare è possibile infatti lanciare bombe a mano o piazzare mine e C4, accucciarsi dietro a qualsiasi cosa offra riparo, eseguire delle capriole e sferrare pugni. Come se non bastasse, in Killzone Liberation la discreta interazione con l’ambientazione offre la facoltà di prendere il controllo di torrette o di mezzi come carroarmati, con tutti i benefici che questo comporta. Inoltre in alcune missioni, il protagonista può essere affiancato da un compagno; quest’ultimo è in grado sia di agire da solo, sia di rispondere ad una serie di ordini (da impartire tramite un semplice menù) per spostarsi, attaccare nemici o compiere determinate azioni.

Killzone: Liberation
Killzone: Liberation
Killzone: Liberation

Viva la liberazione

Dal punto di vista tecnico, Killzone Liberation rappresenta un ottimo esempio della fase di maturità di PSP; graficamente il lavoro svolto dai programmatori è molto buono, e la visuale dall’alto permette di godere di un discreto colpo d’occhio su ambientazioni complesse, ricche di dettagli e davvero ben disegnate. Lo stile è realistico e vagamente post-atomico, con terre desolate distrutte dalla guerra o impianti industriali enormi e diroccati. Alcuni difetti si scorgono solo durante le sequenze non giocabili di intermezzo realizzate in tempo reale con lo stesso motore grafico, in cui la telecamera si avvicina parecchio mostrando texture non sempre di alta qualità e qualche modello poligonale un po’ povero. Il frame rate è invece piuttosto stabile, con qualche leggero calo solo nelle situazioni più concitate. I punti deboli del gioco, perlomeno da questa prova su una versione ancora lontana dal completamento, sembrano da ricercarsi in un sistema di puntamento accettabile ma tutt’altro che preciso e in un livello di difficoltà da limare, che passa dal molto facile della prima ambientazione al decisamente impegnativo della seconda. Discutibile anche l’intelligenza artificiale dei nemici, ma in realtà il ritmo concitato del gioco mette tale questione in secondo piano. Tutto sommato quindi, siamo rimasti piacevolmente colpiti da questo Killzone Liberation, che sembra avere tutte le carte in regola per rappresentare una gradita e azzeccata new entry nel catalogo di PSP.

Killzone su Ps2, primo titolo del team olandese Guerrilla, di certo non si può ritenere un capolavoro. Senza dubbio però la malsana idea di marketing di definirlo “Halo killer” contribuì ad affossare la produzione Sony ben oltre i propri demeriti, impedendo a molti di godersi quello che era un onesto e più che discreto fps. Dopo la incredibile sequenza (fmv o real time? Ai posteri...) di quel Killzone 2 che giocò la parte del leone durante la presentazione di Ps3 all’E3 2005, si sono però perse le tracce tanto del brand in questione quanto del team responsabile del progetto. In attesa che si concretizzi il reale sequel sul nuovo monolito del colosso nipponico, entrambi sono in procinto di tornare sugli schermi di PSP con un progetto davvero interessante.