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Palestra di bullismo

Lo sapevate che chi gioca con i videogiochi si allena al bullismo?

DIARIO di Andrea Pucci   —   16/06/2008
Palestra di bullismo

Tenete d'occhio questo deputato. Si chiama Luca Volontè e non stupitevi se il prossimo Disegno di Legge in materia di videogiochi porterà la sua firma. La scorsa settimana ha sollecitato un intervento del ministro della Pubblica Istruzione, a proposito del bullismo dilagante nelle scuole, tirando in ballo - che combinazione! - i videogiochi.

"...per combattere il bullismo serve un'azione forte da parte della famiglia, ma anche del governo: da una parte riportando l'ordine nelle scuole, dall'altra arginando i cattivi esempi provenienti da televisione e videogiochi, ormai vere e proprie palestre di bullismo. Il ministro (della Pubblica Istruzione, n.d.r.) Gelmini non sia sordo alle richieste della maggioranza 'sana' degli studenti che, come percepito dall'indagine chiede regole chiare e condivise per favorire una vera aggregazione scolastica".

Ma cosa dice questa ricerca di CittadinanzaAttiva a cui si riferisce il deputato Volontè tanto da tirare in ballo il ministro della P.I. per fare un intervento legislativo in merito ai videogiochi? E cosa significa maggioranza sana degli studenti?
Essenzialmente dice che metà degli studenti ha assistito a un episodio di bullismo e un terzo l'ha subito. Quello che venti anni fa era sinteticamente uno "scherzo pesante" è diventato un atto di bullismo. Così come una volta i ragazzi erano vivaci e oggi sono iperattivi e perciò devono prendersi 10 gocce di Ritalin. Ma non perdiamoci in chiacchiere. Dice la ricerca:

"Il tipo di violenza più diffusa è di tipo psicologico: dicerie, insulti, ridicolizzazione del compagno. Le principali vittime sono gli studenti maschi (29%), più piccoli di età (27%), a seguire gli stranieri (16%), e i disabili (7%). Fattore determinante il carattere: avere atteggiamenti provocatori (21%), essere eccessivamente timidi (18%), studiare molto (15%), mettersi in mostra (14%) sono le caratteristiche caratteriali che più di frequente scatenano la cattiveria.
Anche l'aspetto fisico ha la sua rilevanza, soprattutto la magrezza o il sovrappeso (23%), il cattivo odore o la sporcizia (19%).
Anche i docenti non sfuggono al bullismo: 1 su 10 ha dichiarato di essere stato vittima di atti aggressivi o scherzi indesiderati.
Secondo gli studenti le azioni più violente sono nell'ordine: utilizzare il videofonino per diffondere immagini degli studenti o insegnanti (27% e 31%); aggredire fisicamente i compagni (azione molto violenta per il 48% degli studenti); rubare le cose di un compagno e/o insegnante (solo il 26% la giudica molto violenta). ...
Rispetto alla cause che innescano i comportamenti violenti, i professori indicano il carattere aggressivo dei ragazzi come la causa prevalente (72%), ma il 71% ritiene anche che l'influenza dei media sia molto incisiva. Dato in parte confermato dai ragazzi che dicono di riprodurre o vivere a scuola scene viste in tv o in un videogame (38%).
Ben un quinto degli studenti e la metà degli insegnanti dichiara che viene fatto troppo poco per prevenire la violenza. Fra le possibili soluzioni i ragazzi chiedono maggiore educazione alla cittadinanza e alla legalità, maggiore dialogo, condivisione e ascolto fra studenti e docenti, più partecipazione alle decisioni che li riguardano. Anche per i docenti l'educazione alla legalità e alla convivenza, basata su regole condivise, è uno strumento efficace per prevenire i comportamenti violenti.
"

Ai miei tempi, ahimè, facevo parte del 23% degli studenti che subiva per via dell'aspetto fisico (ero, e sono, grasso). Non c'erano cellulari per riprendere quei "simpatici" scherzi, ma scommetto che se ci fossero stati, l'avrebbero usati. Era forse colpa dei cartoni animati? Attenzione alla frase chiave, su cui fa perno l'appello dell'onorevole Volontè, che dice che i ragazzi riproducono o osservano a scuola scene viste in tv o nei videogiochi. Ma non è forse dalla vita reale che gli sviluppatori (e registi, e attori e compagnia bella) prendono spunto per realizzare i videogiochi? Non sono spesso cose già successe che vengono ampliate, stravolte, deformate per trarne lo spunto di intrattenimento? Appare quasi ovvio, scontato, che i ragazzi rivivano quelle scene, perchè probabilmente sono già accadute, da qualche altra parte. Il videogioco e la tv amplificano e diffondono cose successe, rendendole universali. Mi ricordo che mentre frequentavo la quinta elementare, uscì "Karate Kid" e la mattina dopo ci ritrovammo tutti a fare la mossa della gru. E qualcuno, purtroppo, qualche calcio in bocca se l'è preso, per scherzo. Eravamo forse tutti bulli? Da che mondo è mondo gli scherzi, anche pesanti, ci sono sempre stati. Ma venti, trenta anni fa i genitori facevano i genitori, e gli insegnanti mettevano paura quando sbattevano il pugno sulla cattedra. Oggi se un insegnante alza la voce i genitori lo aspettano fuori dalla scuola per picchiarlo. E poi sarebbero i videogiochi la scuola di bullismo...
La maggioranza sana degli studenti sono tutti. E le cosiddette mele marce sono sempre esistite. Anche quando non chiedono niente, sicuramente vorrebbero genitori più presenti e insegnanti preparati sul mondo che li circonda, anche e soprattutto sui videofonini, internet e videogiochi. In poche parole, interlocutori attendibili, che sappiano e che possano condividere la vita con i loro studenti. Il problema invece è nella frattura che separa due mondi che viaggiano a velocità diverse. Il mondo è cambiato, e i videogiochi sono parte del cambiamento.