Pubblico in delirio
Per quei tre o quattro che non lo sapessero, il titolo targato Namco è un picchiaduro in vero 3D. Dico “vero” per sottolineare il fatto che gli scontri si effettuano proprio in profondità. Infatti, mentre per prodotti come “Tekken Tag Tournament” gli spostamenti laterali sono una piccola variante, qui ci si può muovere molto più liberamente nelle arene poligonali. Altra nota significativa è la realizzazione tridimensionale dei fondali, a dispetto di quelle piatte che si notano in altri titoli del genere. Sul piano prettamente ludico SC2 presenta un’estrema immediatezza miscelata ad un altrettanto profonda complessità. Basti sapere che ogni videogiocatore riesce a crearsi, con adeguata esperienza, delle micidiali combo personalizzate, ovvero scegliendo di volta in volta i colpi da scagliare contro l’avversario. Oltre alla profondità fisica degli scontri, altra peculiarità che discosta questo prodotto da molti altri è la presenza di svariate armi a disposizione dei vari combattenti. Ad es. avremo colui che impugna uno spadone di due quintali (un certo Siegfried), una gentil donzella pronta a tagliarci la gola con un pugnale ninja (la bella e letale Taki) e così via. I personaggi presenti saranno diciotto, senza nulla sapere circa qualche altra possibile aggiunta. Comunque per la gioia dei vecchi aficionados molte vecchie conoscenze faranno il loro ritorno. Mi riferisco a gente come Mitsurugi, Ivy, Maxi, Hwang, Nightmare, Astaroth (imponente!), Cervantes ecc. Le new entries comprendono Cassandra (sorella minore di Sophitia), Hon Yun Sun (uno abbastanza “sveglio”) e Tarimu (una ragazzina di 15 anni). La cosa più galvanizzante è l’enorme diversità degli stili di combattimento propri di ogni personaggio. Per fare un esempio mentre in “TTT” ci sono diversi combattenti con lo stesso stile, qui ognuno è profondamente distinto dall’altro. Altra nota positiva è la cura con la quale tutte le discipline sono state riprodotte sul piccolo schermo. Eseguire certe combinazioni di colpi e vedere il proprio ego virtuale compiere spettacolari evoluzioni con il proprio “ferro del mestiere” risulta a dir poco sorprendente ed accattivante. Il sistema di controllo, a detta dei programmatori, risulterà quasi identico al capitolo precedente. Le uniche aggiunte, difatti, riguarderanno il repertorio di ciascun eroe. Non poco se si considera che l’episodio precedente, sul piano ludico, sfiora la perfezione e secondo molti resta ancora insuperato.
Il colpo del cigno…
Nei filmati propinati da Namco si possono benissimo notare tanti elementi che riguardano l’aspetto tecnico del prodotto. Innanzitutto aspettatevi migliorie grafiche di ogni tipo rispetto al vecchio “Soul Calibur”. Qui mi riferisco non solo ad un numero di poligoni largamente superiore, ma anche all’aumento spropositato di effetti e giochi di luci ed ombre. Ogni scontro tra le armi è accompagnato da un particolare scintillio che contribuisce a rendere ogni round ancora più spettacolare di quanto lo sia già. Le differenze cosmetiche tra le versioni dedicate alle tre console di punta del momento (PS2, GC e X-Box) si riducono ad alcune piccolezze. Per es. il gioco per la console Microsoft goderà di un numero maggiore di effetti luminosi, mentre quello per il cubo avrà dei colori più sgargianti. Piccolezze, quindi, che difficilmente potranno influire sulla qualità globale del prodotto che, in se e per se, rimarrà il medesimo. Altro aspetto degno di nota è la cura maniacale riposta dai producers del gioco alla caratterizzazione dei personaggi, ricchissimi di particolari e con i volti che cambiano espressione! Inoltre dai filmati disponibili traspare la fluidità del motore grafico che aggiorna lo schermo sessanta volte al secondo. Anche la definizione risulta abbastanza alta ma duole constatare come ci siano problemi di aliasing su tutte le versioni. E dire che sul mitico Dreamcast questa malattia non esisteva… Comunque si spera in un miracolo e confidiamo nelle mani esperte di Namco! Non si sa mai. Piccolezze a parte bisogna sottolineare anche la bellezza audio-visiva del titolo il quale non solo irradia di luce splendente i nostri occhi ma regala delle freschissime e piacevolissime note al nostro udito. Non scherzo ragazzi! Provate a dare uno sguardo ai fondali ed alle strutture poligonali di contorno e capirete la voglia di vincere di questo promettentissimo picchiaduro. Come nei vecchi capitoli il genere musicale che accompagnerà il nostro eroe nelle sue imprese balistiche cambierà a seconda dello stage e del nemico da affrontare, rendendo giustizia alla tradizione della serie.
Il picchiaduro dell’anno?
Come fa un beat’em up 3D ad essere molto longevo? Il discorso è interessante. Gli elementi necessari al fine di rendere godibile un picchiaduro nel tempo sono: gameplay saporito, elevato numero di personaggi, bellezza cosmetica, varietà di situazioni e spettacolarità degli incontri. Tutti d’accordo? Se prendiamo in esame SC2 noteremo come tutti questi elementi coesistano, riuscendo a mescolarsi in maniera tanto armoniosa da portare il gioco nell’olimpo dei must-buy futuri. Certo è presto per dirlo ma le premesse ci sono tutte. Soffermandoci sulla varietà bisogna dire che saranno presenti molteplici modalità che soddisferanno il videogiocatore. Innanzitutto il cuore del titolo Namco è rappresentato dallo “Story mode” il quale prevede una serie di missioni da portare a termine in svariate località del mondo (ambientato nella seconda metà del 16° secolo). Queste somiglieranno molto a quelle vecchie incluse nelle versioni precedenti. Poi ci sarà anche un “Time attack”, un “Survival” e l’immancabile “Versus” in cui dilettarsi con il proprio sfortunato ed inesperto amico di turno. Tutto tace su eventuali modalità (anche se si vocifera che nella versione X-Box ci saranno delle features esclusive). Comunque siamo sicuri che tutte queste opzioni riusciranno a tenere il videogiocatore incollato al joypad per tantissimo tempo, così come hanno fatto i suoi antenati sia su Psone che su DC. Questo SC2 ha tutte le carte in regola per essere una vera e propria killer application su tutte le piattaforme di ultima generazione. E chissà se non imporrà nuovi standards qualitativi e se non uscirà vincente contro tutti i suoi diretti rivali (primo fra tutti “Tekken 4”). Forza Namco!
Welcome back to the stage of history!
Si ragazzi. La storia continua. Ovviamente mi riferisco alla genesi ed all’evoluzione di un titolo che per molti è il top, ed addirittura l’attuale standard, nel campo dei beat’em up 3D. Correva l’anno 1997, il mondo videoludico era dominato da una scatoletta grigia (una certa Psone), quando Namco diede vita ad un progetto che aveva lo scopo di distinguersi tra la massa ma, soprattutto, da un’altra sua creazione, ovvero da “Tekken”. Il nuovo titolo fu battezzato “Soul Edge” (“Soul Blade” in occidente) e non impiegò molto tempo a conquistare i cuori del pubblico a colpi di spade e chako. I suoi punti di forza erano, e sono tutt’ora, giocabilità immediata ma profonda al tempo stesso ed una realizzazione tecnica sopra la media. Circa due anni dopo un altro scossone interessò l’ambiente videogiocoso. Infatti Namco a dirlo (bella questa) gli sviluppatori, spinti dall’entusiasmo di grandi e piccini, rilasciarono sul mercato il seguito, il mitico “Soul Calibur”, ma solo su Dreamcast. Il prodotto si rivelò un successone e già nella prima settimana sbancò tutti i botteghini tanto da far registrare cifre di vendita da record. Anche in questo episodio il lavoro svolto dai programmatori è a dir poco sorprendente sotto tutti i punti di vista. Non solo il comparto tecnico-ludico ma anche quello sonoro presenta dell’epico e del superlativo. Oggi, anno 2002, Soul Calibur viene ancora considerato da moltissimi il punto d’arrivo (o di partenza) in ambito di picchia-picchia. Per fortuna Namco ha deciso di regalarci un altro capitolo di questa fantastica serie che, si spera, non finisca mai…ma questa volta su tutte le piattaforme. Questo come per dire: ”nessuno dovrebbe perdersi un gioco come questo”. Affermazione più che giusta. Cosa pretendete di più? E’ “Soul Calibur 2” ragazzi!