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Speciale Phantasy Star

Con la versione europea di Phantasy Star Online III all'orizzonte, Multiplayer.it vi propone uno speciale su una delle serie di Sega più amate, dall'esordio nel 1987 ad oggi.

SPECIALE di La Redazione   —   05/06/2004
Phantasy Star Online
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Phantasy Star

Il primo episodio della saga ci presenta subito il campo d'azione che diventerà il nucleo di tutta la quadrilogia, il sistema stellare Algol, formato da tre pianeti: Palma, verde e lussureggiante; Motavia, un pianeta desertico vicino al sole; e Dezoris, un pianeta ghiacciato lontano dalla stella più luminosa. Le tre razze principali che vi abitano sono i Palmiani (uguali agli umani), i Motaviani, esseri bassotti e pelosi molto socievoli, e i Dezoriani, esseri alti e magri, con la pelle azzurra e teste molto allungate.
In Phantasy Star, una nuova religione aveva iniziato a diffondersi nel sistema Algol, contagiando molte persone, predicata da un culto di sacerdoti misteriosi votati a qualche oscura divinità, che promettevano a chi li seguiva la vita eterna. Lassic, sovrano del sistema solare era rimasto affascinato da questa nuova religione, ed era divenuto un tiranno; sui suoi affari aveva indagato Nero, un giovane abitante di Camineet (la capitale di Palma), fino a che non era stato scoperto e ucciso dai tirapiedi di Lassic. La protagonista è dunque Alis, sorella di Nero, che giura di vendicarlo e di fermare una volta per tutte la follia del despota di Algol. Inizia così un viaggio fantastico in cui Alis incontrerà i suoi compagni di viaggio: un valoroso guerriero di nome Odin, un gatto parlante di nome Miau e Noah, uno dei pochissimi Maghi esistenti al mondo. Dopo aver viaggiato per i tre pianeti e aver recuperato le leggendarie armi fatte di Laconia, il materiale più resistente dell'universo, Alis riuscirà a sconfiggere Lassic. Tuttavia, si scoprirà che Lassic era in realtà stato il pupazzo nelle mani di una entità malvagia, Dark Falz (un errore di traslitterazione dal giapponese all'idioma occidentale e che nei seguiti sarà infatti chiamata Dark Force). L'epica battaglia finale vedrà Alis trionfare e prendere il posto di Lassic come regnante di Algol.
Come è evidente, la trama di Phantasy Star non è elaborata o complessa come quelle dei vari Final Fantasy, ma mantiene una certa dose di intrighi, colpi di scena e rivelazioni che la rendono intrigante fino alla fine, premiando gli sforzi del giocatore con un meritatissimo happy-end. Da notare che Phantasy Star, a quei tempi, era un assoluto capolavoro audio-visivo, sopratutto se rapportato agli scarni Final Fantasy e Dragon Quest per NES; in particolare, colpiva il dettaglio degli ambienti e sopratutto l'inedita esplorazione in prima persona dei dungeon e dei combattimenti (a tal proposito, è quasi impossibile decretare chi fra Phantasy Star e Dragon Quest abbia introdotto questo particolare punto di vista negli scontri). E pensare che il Master System era visto come un NES mal riuscito...

Speciale Phantasy Star
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Phantasy Star II

Sono passati 1000 anni da quando Alis ha sconfitto Lassic. Il mondo si è molto evoluto e un enorme computer, chiamato Mother Brain, controlla e regola la vita degli abitanti di Algol. Palma è ormai un pianeta abitato solo dalla nobiltà, pieno di immense città e luoghi favolosi. Motavia, sotto l'influsso di Mother Brain, è diventato un mondo fertile, la culla dell'agricoltura di Algol, un pianeta verde, vera sede della vita del sistema stellare. Dezoris è ancora ghiacciato, ed è in parte devastato da enormi scavi che sono stati fatti per cercare il Laconia e per costruire lo spazioporto di Skure.
Un giovane abitante di Paseo, la capitale di Motavia, sogna tutte le notti di una fanciulla, che lotta da sola contro un demone (Alis contro Dark Falz, in pratica). Come agente del governatore di Motavia, Rolf inizia ad indagare sulle cause delle recenti inviasioni di mostri nel sistema stellare. Insieme a lui c'è Nei, la prima Newman a fare la sua apparizione in Phantasy Star, una fanciulla misteriosa che un giorno Rolf aveva incontrato sperduta per Motavia e che aveva accolto nella sua abitazione. Nel corso delle sue indagini Rolf conoscerà moltissimi compagni di viaggio, e vedrà morire Nei per mano di NeiFirst, la sua metà malvagia. Scoprirà infatti che Nei era un esperimento, diretto da Mother Brain, di fusione di un umano con un biomonster, che aveva dato origine agli Newmen. Comprendendo quale minaccia Mother Brain rappresenta per Algol, Rolf inizierà la sua lotta, scoprendo durante la sua avventura di essere l'ultimo discendente di Alis, e incontrando Noah (adesso chiamato Lutz) che si era ibernato su Dezoris aspettando la sua venuta. Noah sarà da qui in poi una sorta di creatura leggendaria e immortale, che si reincarna nei secoli per proteggere Algol.
Dopo aver recuperato le armi necessarie alla battaglia finale, ormai tradizione della saga, Rolf e i suoi compagni scopriranno che Mother Brain era stato creato dai Terrestri, che avevano lasciato la Terra dopo la sua distruzione ed erano arrivati in Algol, eleggendolo a loro nuova patria. Costoro erano a loro volta stati contaminato dalla Dark Force, che li aveva fatti impazzire e resi malvagi, cercando di distruggere Algol. Di conseguenza, la battaglia finale vedrà impegnati Rolf e i suoi compagni... proprio contro i Terrestri. Importante è la distruzione di Palma ad opera di Mother Brain che avviene ad un certo punto della storia e che rappresenterà un nuovo starting point per la saga. Phantasy Star II, com'è evidente, approfondisce una sceneggiatura che già ora sembra coprire ben più che delle avventure singole, legandole tra loro in modo inaspettato e sconvolgente.

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Phantasy Star III: Generations of Doom

Il terzo episodio della saga, pur non seguendo cronologicamente il prequel, si incastra perfettamente in una sceneggiatura che ormai sta diventando un Mito videoludico, chiarendo alcuni punti oscuri e aprendo la porta a Phantasy Star Online (come vedremo in seguito).
Quattrocento navi avevano lasciato Palma prima della sua distruzione, tuttavia la Dark Force si era intrufolata su una di queste e negli anni successivi le aveva distrutte una ad una, finché sulla penultima non era stata intrappolata da due condottieri, Orakio e Laya. Mille anni dopo gli abitanti di questa nave, ormai neppure più coscienti di abitare una immensa astro-arca (la nave era congegnata come un insieme di sette mondi collegati tra loro, in una sorta di mini-galassia), dovranno fare di nuovo i conti con la Dark Force. Per la prima volta in un Phantasy Star e, soprattutto, in un JRPG, ci sono quattro finali alternativi in questo gioco, e in uno di essi, ritenuto il finale ideale benché ben lontano da essere un happy-end, l'arca spaziale Alisa 3 si schianta su un pianeta sconosciuto: gli abitanti si sacrificano ma riescono ad intrappolare la Dark Force, allontanandola apparentemente per sempre dal resto dell'universo.
La caratteristica più interessante di Phantasy Star III, vista in seguito in uno dei primi Fire Emblem di Nintendo e che si evince dal sottotitolo, è il fatto che la trama si svolge attraverso diverse generazioni di eroi, sui rapporti tra le quali il giocatore agisce direttamente con le sue scelte, e che in un modo o nell'altro si trovano ad avere sempre a che fare con la Dark Force e con il male che le ruota attorno e che si esprimerà in una sanguinosa guerra civile tra gli abitanti di Neo Palma. Anche Phantasy Star III mantiene il sistema di gioco dei due prequel, arricchendolo con poche caratteristiche degne di nota ma con la consueta dose di abilità e capacità in più per i vari protagonisti.

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Phantasy Star e il Game Gear

Anche sulla mini-console Sega apparve Phantasy Star, nella forma di due RPG estremamente semplici non necessariamente legati alla quadrilogia originale. L'orrendo Phantasy Star Adventure raccontava una vicenda totalmente parallela alla saga e si giocava quasi come un'avventura testuale, scarna e mal realizzata. Il ben più curato Phantasy Star Gaiden, invece, narrava un "what if..." in cui Alis abbandonava Algol per creare un nuovo regno in un altro sistema stellare. Entrambi i titoli non furono mai tradotti in lingua inglese, rimanendo confinati al mercato orientale.

Phantasy Star IV: The End of the Millennium

Come il sottotitolo lascia presagire, Phantasy Star IV rappresenta il capitolo conclusivo della secolare battaglia tra gli eroi e i discendenti del sistema stellare Algol e l'entità che l'aveva minacciato a lungo nella forma della Dark Force, e che qua si rivela nella sua vera identità distruttrice.
In molti sono caduti per ere e ora, finalmente, un nuovo manipolo di eroi si erge per porre fine alla minaccia. Mille anni dopo Phantasy Star II la grandiosa civiltà di un tempo è andata perduta, la ricostruzione del mondo dalle sue ceneri è stata molto difficoltosa ma il sistema stellare Algol sta iniziando ad affacciarsi a un nuovo periodo di benessere. Tuttavia i mostri stanno ricominciando ad apparire e per combatterli viene istituita una nuova forza militare, gli Hunter. Nei panni di Chaz, un giovane Hunter, si inizia ad indagare su questi mostri, e solo verso la fine dell'avventura, dopo lunghi viaggi e moltissimi incontri, si scoprirà la verità su Algol: agli albori del tempo e dello spazio c'erano due entità, la Grande Luce e la Profonda Oscurità, in guerra tra loro. Vinse la Luce, che riuscì ad intrappolare l'Oscurità in un'altra dimensione, costruendo un sigillo sulla porta di questo piano astrale, un sigillo formato da tre pianeti, il sistema stellare Algol stesso cioè, e abitato da tre razze, i cosiddetti Protettori del Sigillo, ovvero gli abitanti del sistema solare. Tuttavia ogni mille anni questo sigillo si indeboliva temporaneamente, permettendo all'Oscurità di mandare nel mondo una sua incarnazione, la Dark Force appunto, nel tentativo di distruggere Algol e spezzare il sigillo. Come abbiamo visto, nel corso dei millenni la Dark Force era sempre stata sconfitta, tuttavia durante Phantasy Star II Palma era stato distrutto, ed ora il sigillo non è più completo, e la liberazione dell'Oscurità è prossima. Spetterà a Chaz e ai suoi compagni, dopo aver vissuto innumerevoli avventure, aver sconfitto ben tre Dark Force e aver scoperto il quarto pianeta di Algol, l'invisibile Rykros, il compito di sconfiggere in una battaglia memorabile la Profonda Oscurità stessa, all'interno della sua dimensione oscura, ponendo fine una volta per tutte al male nel sistema Algol. Importanti nel corso della storia la battaglia con Zio, un sacerdote della Dark Force reso praticamente immortale e invincibile dal suo dio oscuro e l'incontro con Rune, l'ultimo mago di Algol, quinta reincarnazione del leggendario Lutz/Noah. Da notare che al gruppo si unisce anche Wren, il cyborg che era stato uno dei protagonisti in Phantasy Star III.

Speciale Phantasy Star
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Phantasy Star IV: The End of the Millennium

Con Phantasy Star IV ci troviamo indubbiamente di fronte a un capolavoro videoludico senza tempo, non solo dal punto di vista narrativo (incredibile la coerenza e la precisione della sceneggiatura, in cui tutto torna perfettamente conducendo il giocatore a un finale assolutamente epico in un crescendo di tensione e drammaticità) ma anche tecnico e ludico. Audiovisivamente, Phantasy Star IV nel 1994 reggeva il confronto con praticamente qualsiasi gioco dello stesso periodo e fu un'innovazione l'idea di Sega di inserire durante l'avventura, a sottolineare gli eventi più importanti, degli artwork digitalizzati in sequenza che, in un certo modo, possono essere considerati precursori dei più recenti filmati in FMV. La struttura ludica, seppur restando quella già vista nei tre prequel, viene arricchita da moltissimi elementi più moderni, come per esempio le quest opzionali, i mini-game e, per la prima volta in un videogioco, gli "attacchi combinati", che consentivano ai personaggi di unire le proprie tecniche speciali in sequenza per generarne nuove ancora più micidiali (sistema che rivedremo spessissimo in seguito, basti citare Chrono Trigger di Square o Tales of Phantasia di Namco, entrambi su SNES nel 1996).

Speciale Phantasy Star
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Phantasy Star Online e Phantasy Star: i collegamenti

Questo paragrafo interesserà sicuramente gli appassionati della saga che nella fruizione si Phantasy Star Online cercano anche qualcos'altro oltre alla nuova super-arma o al prossimo livello di esperienza. Infatti, quello che ha lasciato veramente perplessi gli amanti di una saga splendida come lo è Phantasy Star, è stato il totale disinteresse di Sega nel mantenere uno straccio di riferimento nei confronti della quadrilogia. In PSO ritroviamo moltissimi elementi legati alla saga originale come Nei, gli item (Dimate, Trimate, Moon Atomizer, eccetera), le armi (la Psycho Wand, la stessa arma che aveva permesso a Chaz e compagni di infrangere l'invulnerabilità di Zio), i Newmen e, sopratutto, la Dark Force. Ma si tratta solo di citazioni o ci sono, a tutti gli effetti, dei collegamenti che rendono la storia di Phantasy Star Online più profonda di quanto non sembri?
Partiamo da un semplice presupposto: come può esistere ancora la Dark Force in Phantasy Star III e in Phantasy Star Online se nel quarto e ultimo episodio viene sconfitto il dio che ne sta alla base? Semplice, perché in Phantasy Star II una delle Dark Force era entrata nelle navi e non era stata uccisa, ma solo intrappolata. E anche alla fine del III capitolo non viene sconfitta ma nuovamente intrappolata, ecco perché la ritroviamo in PSO. Si potrebbe addirittura ipotizzare che, dopo la sconfitta dell'Oscurità, questa unica Dark Force potrebbe aver ottenuto nei secoli un'autocoscienza, diventando una sorta di divinità minore indipendente. E la Pioneer 2, l'astro-arca dalla quale ha inizio l'avventura in Phantasy Star Online, da dove viene? Non dalla Terra (vedi Phantasy Star II) e non da Palma, che tra l'altro è stata distrutta minimo 2500 anni prima. E' innegabile però che molti elementi della civiltà della Pioneer 2 siano in comune con il sistema Algol. Ma se ragioniamo, l'astronave di Phantasy Star III era la penultima rimasta della flotta di quattrocento partite da Palma quindi, in sostanza, mentre l'Alisa 3 si schiantava sul pianeta misterioso che potrebbe benissimo essere Ragol, teatro di PSO, l'altra astro-arca potrebbe aver trovato un nuovo mondo da abitare, un pianeta in cui stabilirsi, Coral, che però dopo qualche secolo è stato distrutto per cause sconosciute; e questo ci riconduce alla Pioneer 2, partita da un pianeta decadente e che, destino crudele, raggiunge proprio Ragol, dove millenni prima si era schiantata la Alisa 3 con i Palmensi. Questo si ricollegherebbe anche al ruolo di Protettori dell'universo che è proprio degli abitanti di Algol, chiamati ancora una volta dalla sorte a vedersela con Dark Force (che in PSO ritorna a chiamarsi Dark Falz).
Solo ipotesi, solo congetture, ma con un po' di fantasia potrebbero benissimo sostenere l'epica narrazione che da sempre ha caratterizzato la saga e che ha spinto fan come il sottoscritto a scrivere veri e propri romanzi sulle vicende passate, presenti e future degli avventurieri di Algol e i loro discendenti.

Il Destino di Phantasy Star

Indubbiamente e misteriosamente la saga di Phantasy Star, di così grande successo, è stata accantonata da Sega per dar luce a nuovi progetti, tra i quali proprio il rivoluzionario Phantasy Star Online, ma sembra che la quadrilogia sia sempre rimasta nel cuore della casa di Sonic che, ogni tanto, tira fuori dal cilindro qualche iniziativa ad essa dedicata. E' il caso dei due Phantasy Star Collection finora prodotti, uno nel 1998 per Saturn che includeva in un lussuoso cofanetto tutti e quattro gli episodi insieme a una miriade di extra, e uno giusto l'anno scorso, per Game Boy Advance, che per motivi di capienza della cartuccia ospitava, purtroppo, solo i primi tre capitoli. Quest'ultimo progetto ha subito pesantissime quanto giustificabili critiche, in quanto Sega non si degnò minimamente di migliorare la realizzazione di tre giochi vecchi di dieci anni, riproponendoli al pubblico del 2003 esattamente com'erano nel 1990, cosa che, comprensibilmente, non è stata esattamente gradita dai meno nostalgici in un momento in cui Namco riproponeva sull'handheld Nintendo il "remake del remake" di Tales of Phantasia e la stessa cosa faceva Capcom con i primi due Breath of Fire.
Tuttavia, Sega ha deciso di realizzare dei remake del primo e secondo episodio di Phantasy Star per PlayStation 2 proprio l'anno scorso per la sua raccolta Sega Ages 2500; si vocifera, tra l'altro, che Sega stia lavorando a un remake di Phantasy Star IV che godrà, esattamente come quelli appena citati, di una nuova veste grafica bidimensionale in alta risoluzione. Quindi, cosa possiamo aspettarci dal futuro? E' una bella domanda, ma è difficile trovare una risposta. Con Phantasy Star Online: C.A.R.D. Revolution alle porte in versione PAL e Phantasy Star Online Blue Burst in uscita per PC, ai quali va ad aggiungersi il nuovo, misterioso Phantasy Star Universe presentato all'E3, del quale si sa soltanto che si giocherà via Internet, sembra che la ex-grande S voglia puntare i suoi sforzi "phantastici" sulla versione online delle popolazioni di Algo lma, considerando il lento ma inesorabile declino che PSO sta attraversando, non è da escludersi che, prima o poi, in un mercato sempre più ricco di RPG per tutte le console, non si risenta parlare di Lutz, della Dark Force e di quel sistema stellare Algol che, davvero, sarebbe bello se esistesse sul serio lì, da qualche parte, nello spazio sconfinato, con i suoi memorabili eroi e i suoi favolosi mondi...

Si ringrazia Giuseppe "Rolf" Spartà per la preziosissima collaborazione.

La saga di Phantasy Star non è molto nota tra i videogiocatori, forse perchè si è bruscamente fermata ben dieci anni fa con Phantasy Star IV: The End of the Millennium su Megadrive; oggi, in un mondo videoludico dominato da Final Fantasy e altri RPG più o meno noti, sembrerebbe incredibile parlare di Phantasy Star come di un precursore di tempi e idee, di un vero pioniere. Ma le cose andarono veramente così.
Nel 1987, quando il primissimo Phantasy Star fece capolino sugli scaffali dedicati al Master System, non c'era praticamente concorrenza: su NES era uscito un timido, sconosciuto RPG intitolato Final Fantasy e l'unico JRPG veramente competitivo era Dragon Quest, giunto al suo secondo capitolo. Quindi, in un certo senso, Phantasy Star ebbe la fortuna di nascere su una tabula rasa. Il titolo fu convertito per il mercato americano da Sega in brevissimo tempo e già l'anno successivo anche i giocatori occidentali poterono godere dell'originale avventura concepita dalla (non ancora) casa di Sonic. Originale, senz'altro, anche perchè i pochi JRPG sul mercato presentavano ambientazioni fantasy-medievaleggianti, mentre Phantasy Star aveva un background sia narrativo che ambientale puramente fantascientifico, mescolato con un pizzico di fantasy ben mascherato. Phantasy Star era il primo videogioco ad essere compresso in una cartuccia di ben 4 MB, che permise agli sviluppatori di sbizzarrirsi e progettare i vari dungeon in una sorta di simil-3D, esplorabili in prima persona. Insomma, già il primo episodio straripava di idee nuove e innovative.
Phantasy Star II non tardò a farsi vivo e Sega decise di svilupparlo per Megadrive. Rispetto al prequel rappresentava contemporaneamente un passo avanti... e uno indietro: tecnicamente mostruoso, per l'epoca, compresso in una cartuccia di ben 6 MB, Phantasy Star II era quanto di meglio gli amanti degli RPG potessero trovare sul mercato, ma Sega per qualche regione decise di adattarsi agli standard, abbandonando alcune bizzarre quanto originali idee come quella dei dungeon esplorabili in prima persona, adesso invece visualizzati a volo d'uccello. Dal 1989 la sfida si fece più ardua, altre software house cominciavano a nutrire sempre più interesse per il genere RPG, e Sega prese una strada ancora diversa: mentre i vari RPG si serializzavano attraverso episodi completamente slegati tra loro, Phantasy Star si basava invece su una trama coerente che collegava i primi due episodi con riferimenti a fatti, luoghi e personaggi. Phantasy Star III, per esempio, non era un vero e proprio sequel di Phantasy Star II, ma prendendo spunto da un evento del prequel presentava una nuova vicenda e nuovi personaggi legati sempre e comunque al Sistema Stellare Algol, in un certo senso vero protagonista della serie.
Arriviamo infine a Phantasy Star IV, a tutti gli effetti considerato ancora oggi una pietra miliare del genere e uno dei migliori videogiochi mai realizzati in assoluto: nel 1993 erano già parecchi i concorrenti per Sega e la sua fortunata serie di RPG e per qualche motivo l'allora grande S... mise la parola fine a Phantasy Star. Infatti, semplicemente, Phantasy Star IV è la fine della saga. Ne parleremo approfonditamente nei prossimi paragrafi, adesso invece facciamo un bel salto temporale e passiamo in un lampo al 2000, ben sette anni dopo Phantasy Star IV, quando su Dreamcast fa capolino Phantasy Star Online. Le differenze sono talmente tante ed enormi che è perfino inutile paragonare o mettere semplicemente sullo stesso piano i due giochi, non per l'aspetto tecnico (palesemente) o per la meccanica di base, quanto per un semplice fattore, evidente dal titolo: Phantasy Star Online si gioca via internet. In un certo senso questo nuovo Phantasy Star non ha niente a che vedere con la quadrilogia originale, condividendone solo alcuni dettagli. O forse c'è qualcosa di più? Forse, tra le righe, esiste una connessione, non tanto evidente ma per i più attenti e per i fan piuttosto chiara, tra la nuova generazione di Phantasy Star e quella dell'era a 16 bit? Anche di questo parleremo dopo, ma qua faremo una conclusiva considerazione. Il mondo dei videogiochi negli ultimi anni si è pesantemente trasformato e l'uscita di scena di Sega dal mercato delle console ne è un chiaro segno. Internet ormai domina e contamina tutte le produzioni e questo può essere sia un bene che un male. Si è già parlato del fenomeno Phantasy Star Online creato da Yuji Naka, dell'aspetto umano e sociale del gioco che scavalca quello prettamente ludico, in un altro Speciale, qua basterà solo sottolineare la quantità spropositata di aggiornamenti e versioni rilasciate sul mercato a seguire quel primo PSO uscito nel 2000. Versione 2, Versione 2.1, Episode I&II, Blue Burst, C.A.R.D. Revolution... Anche Phantasy Star, opera che fino a dieci anni fa si distaccava dal mercato per qualità propriamente originali che la caratterizzavano, si è piegata alle esigenze di marketing? Niente è rimasto della chiara passione che muoveva i programmatori durante la stesura della quadrilogia originale, a cominciare dall'amore evidentemente riposto nella sceneggiatura, completamente assente nella nuova serie Online?
Non si può propriamente rispondere a queste domande tranne che con un malinconico "forse". Eppure, proprio l'anno scorso Sega approntava una cartuccia per Game Boy Advance, Phantasy Star Collection, contenente i primi tre episodi (ignoto il motivo dell'assenza del quarto) e realizzava due remake per PlayStation 2 di Phantasy Star e Phantasy Star II. Come a dire che la bizzarra e quanto mai originale storia di Phantasy Star è ancora tutta da raccontare...