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The Witcher - Provato

In attesa di andare tutti quanti a caccia di mostri con The Witcher, noi l'abbiamo provato in anteprima per voi!

ANTEPRIMA di Rosario Salatiello   —   19/10/2007
The Witcher - Provato
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The Witcher - Provato

La versione che abbiamo avuto modo di testare stavolta costituisce un ottimo banco di prova per iniziare ad analizzare le caratteristiche di The Witcher dato che si tratta di un preview code molto prossimo al finale, dato l’avvicinarsi della data prevista per l’uscita del gioco, ma ancora bisognoso di qualche aggiustamento soprattutto di natura tecnica piuttosto che relativa al gameplay in sé stesso, per cui ci concentreremo su quanto abbiamo avuto modo di vedere del gioco lasciando in secondo piano la performance del motore grafico, una versione di quello creato da BioWare per Neverwinter Nights (l'Aurora Engine) e modificato per l’occasione da CD Projekt. Sin dalla presentazione, senza alcuna remora definibile come una delle più belle viste di recente in un videogioco, The Witcher dà pienamente l’idea di essere un gioco completamente incentrato sulla figura di Geralt, uno dei pochi Witcher rimasti, tra cui è considerato il più potente: i Witcher sono infatti dei cacciatori di mostri geneticamente modificati, ed è proprio grazie a un errore che ne conserva parte del proprio patrimonio di DNA umano che Geralt deve la sua forza, nonostante la perdita di memoria legata a un misterioso incidente che lo condizionerà pesantemente nel corso dell'avventura.

The Witcher - Provato
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L’avventura inizia con un attacco da parte di banditi di cui si ignora la provenienza al quartier generale dei Witcher. Durante questa fase iniziale, il giocatore attraversa una sorta di tutorial in cui prendere dimestichezza con tutte le voci e i menu del gioco, tra cui il sistema delle abilità: quanto appare in The Witcher è leggermente diverso dagli altri RPG, in quanto i punti ottenuti dall’avanzamento di livello sono unificati sia per le statistiche del personaggio sia per l’albero di talenti (in stile World of WarCraft per intenderci), che a sua volta si divide tra l’arte del combattimento con la spada e quella dei Segni, le magie che i Witcher sono in grado di utilizzare durante le battaglie. Le fasi di lotta si presentano abbastanza varie e coinvolgenti, con l'introduzione di un sistema di combo con la spada, che premendo il tasto del mouse al momento giusto provoca maggior danno all'avversario: l'idea è semplice ma efficace, in quanto il classico effetto da hack'n'slash che porta a premere freneticamente sulla periferica di gioco è scongiurato, mantenendo inoltre alta l'attenzione del giocatore durante lo svolgersi del combattimento. Per fronteggiare i nemici Geralt ha inoltre a disposizione diverse stance, che gli permettono di effettuare attacchi potenti, veloci o di gruppo, in modo da opporsi efficacemente a qualsiasi esigenza in battaglia: sta ovviamente al giocatore avere la capacità di gestire al meglio queste modalità.
Non manca infine all’interno del gioco il classico minigame, rappresentato in questo caso da una sorta di poker coi dadi attraverso il quale ottenere qualche soldo in più come premio per il completamento delle quest.

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Tecnicamente, nonostante le riserve in merito descritte all’inizio dell’articolo, possiamo anticipare che ci troviamo di fronte ad un prodotto che spreme quasi al massimo le tecnologie messe a disposizione dalle DirectX 9, rivelandosi più che piacevole pur non ricorrendo alla versione 10 delle stesse e dando quindi la possibilità alla grandissima maggioranza dei giocatori di godere del massimo livello grafico del gioco. Il mondo gotico e decadente è rappresentato alla perfezione ed il giocatore ha inoltre la possibilità di scegliere se utilizzare una visuale isometrica da RPG classico, una telecamera posta alle spalle del personaggio più orientata verso lo stile action, oppure una modalità ibrida tra le due appena citate, per un totale di scelta tra 3 stili di gioco differenti. Anche il livello di difficoltà è selezionabile ad inizio gioco e non riguarderà tanto l’asprezza dei combattimenti ma Geralt stesso: ad esempio, se nel livello più facile le pozioni utilizzate dai Witcher costituiscono quasi un optional, la situazione cambia diametralmente in quello più difficile, dove per sopravvivere è necessario ricorrere all’alchimia e ad un utilizzo assennato delle pozioni. In sintesi, ci troviamo di fronte a quello che potrebbe essere il candidato al titolo di miglior gioco di ruolo della stagione invernale, e attendiamo tutti con impazienza la versione finale che sarà recensita da Multiplayer.it il prossimo venerdi, 26 ottobre.

The Witcher - Provato
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The Witcher sarà disponibile per PC.

Ai più sarà sicuramente poco conosciuto, ma Andrzej Sapkowski è uno scrittore polacco che proprio con la saga di The Witcher ha ottenuto un discreto successo in giro per l’Europa, mentre inspiegabilmente in Italia rimane quasi un perfetto sconosciuto, basti pensare che i suoi libri sono stati tradotti in Ceco, Slovacco, Tedesco, Russo, Lituano, Francese e Spagnolo. A far conoscere Sapkowski nella nostra nazione potrebbe essere proprio la trasposizione videoludica della serie scritta dall’autore polacco, di cui gli sviluppatori del gioco, CD Projekt, sono connazionali. Nelle loro intenzioni, il progetto legato alle avventure di Geralt, il protagonista dei libri e del videogame, è stato sin dai primi momenti di quelli ambiziosi, volto alla creazione di un RPG abbastanza lontano dagli schemi tradizionali: per fare ciò, la prima idea è stata quella di cambiare la classica impostazione del gioco di ruolo legato troppo spesso alle sole statistiche del personaggio ed alle ricompense ottenute dalle varie missioni, per privilegiare quelle che sono le scelte che vanno a comporre in un certo modo il comportamento ed il carattere che il giocatore imprime al proprio alterego virtuale con le scelte compiute durante l’esperienza di gioco; per fare un esempio pratico, ciò che decidiamo di fare di fronte ad un bivio si ripercuote sull’intera trama, mostrando magari gli effetti dopo diverse ore di gioco in cui ci si era completamente dimenticati di quella determinata scelta.