Se dal punto di vista narrativo, quindi, Unlimited SaGa promette un meccanismo ancora più ingegnoso del finora impareggiato Trinity Sight System visto in Suikoden III (di Konami), dal punto di vista strettamente ludico mostra un sistema di gioco altrettanto complesso e originale, ma anche ambiguo e tutt'altro che intuitivo. Dimenticate i classici dungeon al quale SquareEnix ci ha abituato nel corso degli anni: in Unlimited SaGa ci si sposta seguendo pattern prefissati in location, interamente disegnate, composte da "griglie" dove ogni casella rappresenta un ghiotto tesoro o magari un potenziale pericolo, sotto forma di un nemico in agguato o una trappola e dove le abilità dei propri personaggi determinano il successo o il fallimento di ogni azione selezionata per affrontare quella determinata situazione. A questo proposito, va' segnalato l'originale sistema di potenziamento dei personaggi, che non aumentano di livello con l'esperienza, come in decine di giochi simili: sono infatti le caratteristiche stesse dei personaggi ad aumentare ad ogni combattimento vinto, mentre le abilità, i vari attacchi speciali e le magie si apprendono utilizzando allo spasmo quelli già in possesso.
Anche il sistema di combattimento è atipico: non importa quante unità compongano la squadra in campo, il giocatore ha a disposizione un massimo di cinque azioni per turno e starà alla sua astuzia e ingegnosità concordare l'ordine e la funzione di ogni comando, nel tentativo di eliminare il nemico il più in fretta possibile, magari scatenando micidiali combinazioni di attacchi (seguendo l'evoluzione dello stesso combo system di SaGa Frontier, apportata dal secondo episodio con risultati altalenanti) o sfruttando le decine di attacchi speciali e incantesimi dei quali dispongono i personaggi. Resta da vedere quanto i giocatori gradiranno la slot-machine associata a quello che promette di diventare un nuovo punto di riferimento per i futuri battle-system videoludici: infatti, ogni azione decisa sul campo di battaglia verrà determinata ufficialmente da una sorta di "ruota della fortuna" e, di conseguenza, benchè sia il giocatore a determinare fisicamente il risultato bloccando la ruota al momento opportuno, una buona pianificazione guidata dal caso potrebbe condurre a disastrose disfatte…
L'atipicità del sistema di gioco, comunque, si riflette anche sulla realizzazione tecnica: Unlimited SaGa è rappresentato, su schermo, interamente attraverso un'infinita serie di splendidi artwork, veri e propri dipinti statici curati magistralmente da artisti SquareEnix come Yusuke Naora (Final Fantasy X) e Tomomo Kobatashi (SaGa Frontier 2), che rappresentano il mondo del gioco con aria fiabesca ed eterea. La realizzazione visiva, così particolare, è accompagnata da una colonna sonora d'eccezione: non solo il gioco supporta il Dolby Surround II, ma presenta una delle migliori soundtrack mai udite su PlayStation2, composta da un Masashi Hamauzu particolarmente in forma, che regala brani di pregevole fattura.
Insomma, Unlimited SaGa, come da tradizione, sarà ancora una volta un gioco contraddittorio, in grado di piacere o non piacere senza mezzi termini, tuttavia senz'altro da provare, se non altro per sperimentare le idee di una software house che, checchè ne dicano i detrattori, è tutt'altro che sterile dal punto di vista dell'innovazione. Resta da vedere se l'utenza occidentale apprezzerà una struttura ludica così particolarmente nipponica...
Fin dalla sua prima edizione per Gameboy monocromatico, relativa al lontano 1989 e con l'americanissimo (e nonsense) titolo Final Fantasy Legend, la serie SaGa è sempre stata per Square un calderone, un puntuale momento di sperimentazione atto a re- inventare il genere con meccanismi nuovi e il più lontani possibile dai clichèt videoludici più noti.
Da questo punto di vista, ogni episodio di SaGa, benchè per comodità inserito tra gli esponenti più noti del genere JRPG (Final Fantasy, Breath of Fire, Suikoden), va' identificato come un vero esperimento, una "novità" che si distacca dal genere a cui appartiene per convenzione, contaminando (e fancendosi contaminare) da idee che con esso hanno poco arbitrariamente a che fare.
Unlimited SaGa ne è forse l'esempio più lampante. Il nuovo prodotto Square prende atto delle invenzioni ludiche concepite in SaGa Frontier (1997, PlayStation) e SaGa Frontier 2 (1999, PlayStation) e approda a qualcosa di nuovo e diverso, un mix intrigante dei due precedenti (e sfortunati) episodi che, come i suddetti, spaccherà inevitabilmente in due il giudizio della critica e, soprattutto, dell'utenza. Del resto, il primo SaGa Frontier era una vera e propria ventata di aria fresca, con i suoi sette personaggi dalle trame intrecciate, trame talmente trasparenti, però, da non giustificare un'esperienza di gioco ai limiti della frustrazione. SaGa Frontier 2, invece, era un titolo ancora più frustrante e complesso, caratterizzato però da una realizzazione tecnica e da una storyline davvero eccezionali.
Unlimited SaGa eredita da SaGa Frontier la struttura multipla dei punti di vista: la trama, imperniata intorno a Sette fantomatiche Meraviglie del Mondo e ai tentativi di entità malefiche di impadronirsi dei loro poteri, è vissuta di fatto da sette atipici personaggi principali, ai quali si affiancheranno ogni volta eterogenei gruppi di compagni. Di conseguenza, la varietà narrativa non manca a Unlimited SaGa, che costringe il giocatore a gustare l'esperienza per ben sette volte allo scopo di cogliere ogni minimo dettaglio della storia, impersonando carismatici e originali personaggi come il buffo Armic, il geniale Mythe, l'ex- piratessa Laura e la chiromante Ruby.