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Una nuova assassina nell'ombra

Abbiamo provato Velvet Assassin, uno stealth game che ci vedrà protagonisti nel bel mezzo del secondo conflitto mondiale, impersonando una vera eroina di guerra.

PROVATO di Michele Bertini   —   23/04/2009
Velvet Assassin
Velvet Assassin
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Genere molto chiacchierato quello dei giochi stealth, dov'è premiato l'agire circospetto e spesso ogni azione avventata costa un prematuro game over, con un Metal Gear che si ostina a rimanere esclusiva Playstation nonostante i continui rumor ed uno Sprinter Cell che, a dispetto delle interessanti premesse, rimane restio ad uscire sul mercato. Replay Studios interseca le caratteristiche peculiari di questo filone in un contesto che a suo modo è diventato un classico della scena videoludica: la seconda guerra mondiale. Da questa insolita unione viene partorito Velvet Assassin, gioco che narra (con non poche licenze poetiche) le vicende di Violette Szabo, giovane eroina di guerra tra le file alleate.

La Regina Zabo

Violette Reine Elizabeth Bushell Szabo, il personaggio che impersoneremo nel gioco, è stata una spia anglo francese militante nelle file dell'esercito alleato durante il secondo conflitto mondiale. Durante la sua attività militare Violette ha portato a termine numerose operazioni d'infiltrazione oltre le linee nemiche che le hanno fatto conseguire, nonostante la prematura morte in un campo di concentramento nazista a soli 24 anni, un notevole numero di onoreficenze. In Velvet Assassin ci troveremo ad affrontare numerose missioni d'infiltrazione direttamente ispirate a quelle realmente intraprese in vita dalla letale protagonista: recuperare documenti segreti, uccidere gerarchi nazisti e molti altri saranno i compiti che dovremmo svolgere sempre in modo circospetto e senza render nota in alcun noto la nostra presenza al nemico. Tutto il gioco si presenta come una serie concatenata di flashback rivissuti dalla mente della stessa spia direttamente da un lettino d'ospedale su cui giace in coma profondo, anche se rimangono oscuri gli avvenimenti che hanno portato Violette in questa grave condizione.

Luci e ombre

Come ogni stealth che si rispetti anche Velvet Assassin fa perno sulla dicotomia luce e ombra. Tutto il gioco è caratterizzato da una tavolozza di colori particolarmente calda e da un forte contrasto così da rendere quasi surreale alcuni scorci paesaggistici che riflettono in questo modo la natura onirica dei ricordi di Violette Szabo. Nel corso della nostra prova abbiamo potuto visitare un sentiero montano, un bunker nazista e abbiamo fatto anche un giro in una Parigi occupata dall'esercito dell'Asse. Durante le azioni d'infiltrazione, ci verrà chiesto di attraversare aree presidiate dall'esercito tedesco, sfruttando i ripari ed i nascondigli che l'ambiente naturale o urbano ci offre e soprattutto giovando dei vantaggi che l'oscurità offrirà alla nostra eroina.

Una nuova assassina nell'ombra

È proprio intorno alla costante ricerca di un riparo occulto agli occhi delle pattuglie nemiche che gravita il gameplay di Velvet Assassin, ogni passo e ogni metro va guadagnato ponderando con attenzione quale sia il momento giusto per compiere la propria mossa studiando le ronde di pattugliamento e cercando di individuare quale sia il tragitto più sicuro da intraprendere per avanzare. Spesso potremmo anche sfruttare tramite delle azioni contestualizzate agli elementi dello scenario per un'eliminazione rapida e discreta degli avversari. L'uso delle armi da fuoco è, com'è immaginabile, disincentivato e spesso limitato a strumenti dotati di silenziatori complice anche il fatto che inizieremo ogni nuova missione sprovvisti dell'equipaggiamento raccolto durante le partite precedenti.

Lingerie mortale

Abbiamo parlato di alcune "licenze poetiche" che gli sviluppatori si sono presi nel raccontarci la storia di Violette Szabo e quella più evidente è una soluzione di gameplay piuttosto curiosa che consiste in una sorta di tramite tra la tragica condizione reale della giovane spia e la sua rivisitazione dei ricordi. Durante la missione è possibile ricorrere alla somministrazione di dosi di morfina, in questo modo Violette apparirà vestita della sola camicia da notte insanguinata, la stessa che indossa nel suo triste soggiorno in ospedale. In questa insolita condizione e per un tempo limitato saremo in grado di muoverci in una dimensione dove tutto è momentaneamente fermo, compresi i nemici che in questo modo saranno delle facili vittime della sensuale spia.
La versione da noi provata non soffriva di particolari problemi durante l'azione di gioco cosa che fa ben sperare per la versione definitiva. Le ambientazioni alternavano location più povere di dettagli come il bunker ad altre sicuramente più affascinanti come i dintorni della cattedrale parigina di Notre Dame, il tutto impreziosito da un notevole sistema d'illuminazione, vero fiore all'occhiello di tutta la produzione, esaltato dalla scelta di ambientare molte missioni durante albe o tramonti che infuocano la scena colorandola di una forte tonalità arancione.

Una nuova assassina nell'ombra

L'unico appunto che ci sentiamo di muovere è verso un tendenziale ripetersi delle meccaniche che si riducono principalmente nell'attendere di colpire alle spalle la guardia di turno, sempre secondo il solito schema d'azione. Per la versione finale del gioco gli sviluppatori promettono tra le altre cose un affinamento dell'intelligenza artificiale dei nemici, cosa che potrebbe rivelarsi provvidenziale nell'offrire una concreta diversificazione delle situazioni di gioco. Le impressioni, comqune, sono positive e non ci resta che attendere la recensione di Velvet Assassin nelle prossime settimane!

CERTEZZE

  • Impatto grafico
  • Ambientazione
  • Storia

DUBBI

  • Varietà dell'azione
  • Struttura dei livelli