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In arrivo dall'Iran un gioco sulla fatwa di Salman Rushdie

L'integralismo religioso è una brutta bestia

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   29/06/2012

Prima della notiza sul gioco, rinfreschiamoci la memoria storica su quello che successe con la pubblicazione de "I versi satanici", il libro che fruttò a Salman Rushdie la fatwa a tutt'oggi in vigore. Leggiamo da Wikipedia Italia:

"[Rushdie] Nel 1988 scrisse I versi satanici (The Satanic Verses), una storia fantastica ma chiaramente allusiva nei confronti della figura di Maometto, e ritenuta blasfema dagli islamici.

La pubblicazione del libro provocò nel febbraio 1989 una fatwa di Khomeini che decretò la condanna a morte del suo autore, reo di bestemmia. Un privato cittadino offrì una taglia per la morte dello scrittore, tollerata dal regime khomeinista. Lo scrittore riuscì a salvarsi rifugiandosi nel Regno Unito e vivendo sotto protezione.

Il traduttore giapponese del romanzo, Hitoshi Igari, fu però ucciso da emissari del regime iraniano, mentre il traduttore italiano, Ettore Capriolo, fu ferito. Ferito fu anche l'editore norvegese del libro.

La fatwa è stata reiterata ancora il 17 febbraio 2008, in quanto "la condanna a morte dell'Imam Khomeini contro Salman Rushdie ha un significato storico per l'islam e non è semplicemente una condanna a morte"."

È notizia di oggi che l'Iranian Islamic Association of Students, sponsorizzata dal governo, ha annunciato lo sviluppo di un videogioco su Salman Rushdie. Non si sa nulla di genere e gameplay, se non che parlerà di "The Stressful Life of Salman Rushdie and Implementation of His Verdict", da cui si capisce che probabilmente i giocatori saranno chiamati a eseguire la sentenza di morte dell'Ayatollah Khomeini.

L'intento del gioco è quello di attirare i giovani iraniani per educarli e fargli conoscere il peccato di Rushdie, considerato imperdonabile. L'annuncio è stato fatto durante il Computer Games Expo di Tehran, in cui è stata mostrata una fiorente industria videoludica nazionale capace di produrre più di 140 giochi di propaganda islamica e iraniana.

Fonte: Time