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Switch è l’ultima isola felice per i videogiochi tradizionali? Nintendo, tra innovazione e tradizione

Nintendo ha ceduto qualcosa ai tempi che corrono, ma complessivamente non si è allontanata troppo dalla filosofia del mercato tradizionale

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   28/11/2017

Dopo il Black Friday, Nintendo Switch si conferma sempre più come la sorpresa del 2017, quantomeno per l'industria videoludica (ma non solo). La macchina ibrida di Nintendo sembra avere un appeal spaventoso per il pubblico, nonostante non offra l'hardware più performante sulla piazza e molti titoli tripla A multipiattaforma siano tecnicamente peggiori rispetto alle versioni per le console concorrenti.

Insomma, i suoi risultati positivi, che vengono ormai cantati a ritmo giornaliero, ai più appaiono come un mistero, anche in virtù del fatto che, nonostante le innovazioni concettuali che porta con sé, per molti versi Switch è la console più conservatrice sul mercato.

Nintendo ha fatto concessioni alla modernità su più fronti, sposando in alcuni casi la politica degli aggiornamenti costanti (pensate ad ARMS e Splatoon 2), in altri quella dei DLC a pagamento (The Legend of Zelda: Breath of the Wild) e non disdegnando più il lancio di patch per sistemare bug e problemi vari dei suoi giochi. Da Miitomo in poi ha anche mosso dei grossi passi nel settore mobile, passi che sono culminati nel successo di Animal Crossing: Pocket Camp, dopo il mezzo passo falso di Super Mario Run e l'ottimo riscontro di Fire Emblem Heroes.

Switch è l’ultima isola felice per i videogiochi tradizionali? Nintendo, tra innovazione e tradizione

Insomma, continuare a parlare di Nintendo come di un produttore incapace di stare al passo con i tempi è quanto mai ingiusto, nonostante i suoi innegabili problemi nello sfruttare efficacemente internet e molte altre nuove tecnologie: tanto per dire, a Switch mancano ancora una serie di servizi online come la Virtual Console o l'annunciata infrastruttura multiplayer, di cui si sono perse le tracce.

Detto questo è impossibile non notare come il successo di Switch abbia fatto bene anche a tutta una serie di titoli e generi che molti davano per morti, evidentemente legati a una concezione più tradizionale del mercato rispetto a quella di altre produzioni più in vista. Insomma, per alcuni Switch è diventata la piattaforma di riferimento per gli sviluppatori indipendenti, grazie anche a Sony, Microsoft e Valve che hanno ridotto il supporto per questa fetta di mercato, ma la verità è che sta attraendo anche la gran parte di ciò che resta del mercato tradizionale, garantendo vendite a produzioni di nicchia (pensate a Super Bomberman R) che non troverebbero spazio sulle altre piattaforme. Mercato tradizionale che, nonostante le molte pressioni, è ancora vivo e vegeto, pur non avendo a disposizione lo spazio di un tempo. Insomma, sembra quasi che Switch provenga da una realtà parallela dove vigono altre regole rispetto alla nostra, regole che hanno un occhio al futuro e uno al passato, stilate da chi sa dove vuole andare, ma ricorda anche da dove viene.