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Alti e bassi nelle recensioni di State of Decay 2: quanto conta la grafica in un prodotto di questo tipo?

State of Decay 2 è un buon titolo, ma qualcuno non ha affatto digerito gli scarsi passi in avanti dal punto di vista tecnico

NOTIZIA di Davide Spotti   —   17/05/2018

State of Decay 2 non è ancora arrivato nei negozi ma lo farà molto presto: la nuova opera di Undead Labs sarà infatti disponibile a partire dal 22 maggio e contestualmente potrà essere fruita anche dai possessori di Xbox Game Pass, come prevede l'ormai nota strategia di Microsoft legata ai prodotti first party.

Scaduto l'embargo, la stampa specializzata ha iniziato a fare il punto della situazione su un titolo atteso con curiosità dagli appassionati del precedente episodio, pubblicato su Xbox 360 nel 2013 e poi riproposto anche su Xbox One due anni più tardi. Come è stato riportato questa mattina, le valutazioni comparse finora in rete si sono rivelate piuttosto altalenanti. Nell'elenco delle prime recensioni si leggono svariate votazioni comprese tra il 7,5 e l'8.5, ma non mancano una serie di articoli sensibilmente più critici, che oscillano tra la bocciatura senza mezzi termini e la sufficienza risicata.

Alti e bassi nelle recensioni di State of Decay 2: quanto conta la grafica in un prodotto di questo tipo?

Come avrete già notato, State of Decay 2 è stato apprezzato da Rosario Salatiello, che nel suo articolo ha illustrato nel dettaglio quelle che sono le principali caratteristiche e novità da aspettarsi in questo sequel. Trattandosi di un gioco costruito attorno al concetto di sopravvivenza, State of Decay 2 offre ancora una volta una certa libertà di pianificazione delle proprie azioni all'interno di un contesto in cui i rapporti con gli altri sopravvissuti e il razionamento delle risorse rappresentano due pilastri imprescindibili dell'esperienza ludica. La Piaga del Sangue e il disperato tentativo di salvaguardare la specie umana sono in buona sostanza i veri protagonisti dell'esperienza di gioco, che per contro ci mette nei panni di individui dotati di caratteristiche uniche ma costantemente sospesi tra la vita e la morte.

Ritorna quindi uno dei capisaldi del passato, ovvero l'impossibilità di riportare in gioco un personaggio qualora vengano compiuti errori o scelte avventate. In situazioni di crisi il gruppo ha la precedenza sul singolo soggetto, ed ecco perché è necessario monitorare senza intervalli la quantità di scorte a propria disposizione, le strutture già costruite e quelle in edificazione all'interno della propria base, la ricerca dei materiali nelle zone non sicure e la stipulazione di alleanze con le altre enclavi presenti nei paraggi. Come viene precisato nel pezzo, "nulla vieta però di trasformarsi nel Negan della situazione, facendo piazza pulita di tutti i membri dell'enclave vicina per impossessarsi degli averi da essi custoditi", e questo è un altro degli aspetti più interessanti che, a suo modo, rende State of Decay unico nel panorama dei videogiochi a tema zombie.

Alti e bassi nelle recensioni di State of Decay 2: quanto conta la grafica in un prodotto di questo tipo?

Prevedibilmente uno degli anelli deboli della produzione riguarda il versante grafico, che ha beneficiato solo in minima parte del cambio di motore (da CryEngine 3 ad Unreal Engine 4), donandoci un'esperienza ludica non priva di alcune problematiche tecniche evidenti. In fondo, facendo una summa degli articoli pubblicati in rete fino a questo momento, è proprio questa la principale criticità che viene evidenziata un po' da tutti. Per qualcuno si è trattato di un elemento negativo non sufficiente ad inficiare il giudizio sull'opera nel suo insieme, mentre per qualcun altro sembra essere stata una fonte di frustrazione difficile da digerire.

Tralasciando il fattore tecnico, l'altro aspetto più discusso riguarda la struttura della modalità cooperativa, che come avrete letto offre una dinamica di tipo drop-in/drop-out nel caso in cui si renda necessario ricevere supporto in specifiche situazioni. Questa soluzione potrebbe effettivamente far storcere il naso a chi, già dai tempi del primo capitolo, attendeva in grazia l'implementazione di una modalità condivisa di stampo tradizionale, che desse quindi modo ai partecipanti di far crescere il proprio campo base e i relativi personaggi senza soluzione di continuità. In effetti, riflettendo sulle migliori qualità di State of Decay 2, quest'ultima ipotesi sarebbe stata un ulteriore punto a favore dell'opera e una caratteristica di sicuro richiamo per un certo tipo di pubblico. Peraltro, al di là delle valutazioni di merito su State of Decay 2 - che al netto delle mancanze appena citate rimane un buon gioco - quello che in questo momento manca a Microsoft è un catalogo di titoli first party realmente in grado di sfruttare le caratteristiche di una console premium come Xbox One X. Auguriamoci che all'E3 si muova finalmente qualcosa, anche in funzione delle recenti dichiarazioni ufficiali provenienti da Redmond.

Vi ricordiamo che State of Decay 2 sarà disponibile in due edizioni: quella standard, venduta al prezzo di 29.99 euro e la Ultimate Edition, che per 49.99 euro offre una copia gratuita di State of Decay: Year-One Survival Edition e l'accesso ai futuri DLC Inpendence Pack e Daybreak Pack.

Voi che ne pensate? Darete un'occasione a State of Decay 2 o in questo momento avete altre priorità? Fatecelo sapere nei commenti!