Secondo Tetsuya Mizuguchi, visionario game designer da sempre dedicato alle sperimentazioni videoludiche in campo audio-visivo, i videogiochi non sono ancora arrivati al punto da poter essere considerati opere d'arte.
Secondo il creatore di Child of Eden, i prodotti videoludici si avvicinano a tale definizione, in ogni caso: "penso che non si sia ancora arrivati a quel punto, ma manca poco", ha detto a IGN, "Siamo ancora all'inizio, l'esperienza si sta espandendo come l'industria stessa. Solo 40 anni fa, stavamo partendo da uno sfondo nero con dei punti bianchi, nessuna musica, solo suoni elettronici. Poi sono arrivati i colori, il 2D, il 3D ma avremo evoluzioni ancora maggiori nel futuro".
E per quanto riguarda la sua produzione più recente: "la sfida di Child of Eden è stata il creare qualcosa più organico e felice, così come emozionale. Avevo bisogno della musica - vari tipi di musica - e anche di usare un personaggio come una metafora... è una specie di narrativa". E' stata una sfida, dice Mizuguchi, anche il voler creare una particolare "alchimia dall'unione di musica e impulsi visivi", integrati con l'implementazione della fisica. Potremo vederne il risultato il 17 giugno su Xbox 360 (con Kinect) e a settembre su PlayStation 3 (con Move).
Fonte: IGN