Censura sui videogiochi, polemiche da Primo Emendamento
Il tanto chiacchierato spostamento del mercato dei videogiochi verso una tipologia di consumatori più maturi, voraci di contenuti forti e e temi adulti, non sta solo cambiando la fisionomia dell'universo ludico, ma anche generando nuove polemiche di stampo legale. Una delegazione di avvocati e rappresentanti della IDSA - Interactive Digital Software Association, infatti, si è recentemente presentata di fronte alla corte federale per discutere l'argomento della violenza nei videogiochi. I rappresentanti dell'industria hanno voluto ricordare che ogni contenuto presente nei videogiochi andrebbe sempre garantito e tutelato sotto la legge di libertà di parola del Primo Emendamento, insistendo per il ribaltamento di una sentenza del tribunale di St. Louis che aveva limitato la vendita e il noleggio di videogiochi dai contenuti adulti ai minorenni e che l'IDSA ritiene in odore di censura. In supporto della legge, tuttavia, rimangono ancora molti avvocati e le pressioni di gruppi come il SAVE (Students Against Violence Everywhere), che ritengono il contenuto di molti videogiochi inadatto e potenzialmente dannoso per l'audience giovanile. Il caso verrà discusso questa primavera in una serie di dibattiti, che indicheranno probabilmente interessanti spunti di riflessione sulla percezione pubblica delle pratiche dei videogiocatori e dei produttori.