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PS5 e Xbox Series X: SSD fondamentale ma dubbi sui 60 frame al secondo come standard, secondo Frogwares

Frogwares dice la sua su PS5 e Xbox Series X, spiegando come il passaggio all'SSD rappresenta un evento fondamentale ma spiegando anche come i 60 frame al secondo potrebbero essere difficili da ottenere per alcuni.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   26/04/2020

PS5 e Xbox Series X porteranno delle evoluzioni hardware notevoli, ma sembra che tra gli sviluppatori l'opinione più diffusa riguarda soprattutto l'importanza del passaggio all'SSD e alle tecniche di compressione dei dati, come riferito anche da Frogwares, i quali dimostrano invece alcuni dubbi sul fatto che i 60 frame al secondo possano diventare un nuovo standard comune anche con la next gen.

Intervistato da WCCFTech, Sergey Oganesyan di Frogwares (autori di The Sinking City, Sherlock Holmes: The Devil's Daughter e vari altri capitoli della serie) ha dimostrato grande apprezzamento per l'utilizzo della memoria a stato solido, prima di tutto.

"Siamo felici del passaggio a un sistema di immagazzinamento dati su SSD molto più veloce, per i giochi open world, sarà un cambiamento in grado di dare un aiuto enorme", ha riferito Oganesyan, il quale si è invece dimostrato molto più dubbioso sul fatto che i nuovi hardware siano in grado di garantire i 60 frame al secondo come standard diffuso.

"Penso che sempre più sviluppatori offriranno la scelta tra risoluzione e frame-rate. Io personalmente spero che i 60 frame al secondo diventino uno standard condiviso, ma l'ottimizzazione non è facile, specialmente per i team più piccoli".

Per lo sviluppatore Frogwares, insomma, la questione non è così semplice e dipende comunque dalla quantità di tempo e risorse si riescano a collocare nell'ottimizzazione per una maggiore fluidità, cosa che può diventare difficile per team indie o molto piccoli.

Inoltre, secondo Oganesyan il passaggio a PS5 e Xbox Series X probabilmente non introdurrà un salto molto percepibile fin dall'inizio, anche perché i giochi saranno cross-gen per un periodo di tempo piuttosto lungo all'inizio, cosa che non consentirà di sfruttare appieno i nuovi hardware e probabilmente impedirà di far vedere un salto generazionale vero e proprio.