Queste pagine ospitano di rado articoli dedicati ai portatili, macchine tradizionalmente poco adatte al gaming. Ancora più raramente - addirittura un inedito - abbiamo messo sotto la lente di ingrandimento un notebook Apple. Azienda i cui prodotti sono da sempre pensati con in testa esigenze diverse rispetto a quelle di un giocatore in cerca di un device con cui sfruttare la sua libreria di titoli. Il top di gamma della casa di Cupertina, però, è da qualche mese quel MacBook Pro da quindici pollici con montato un pannello Retina, che finalmente qualche soddisfazione potrebbe regalarcela non fosse altro per l'eccellente qualità e resa del display. Ma sarà così? E soprattutto, ci sono abbastanza cavalli sotto il cofano per renderla non solo un'ottima soluzione per lavorare, ma anche un investimento interessante per chi vuole giocarci? Lo abbiamo provato per un paio di settimane cercando di venire a capo di queste domande.
Non solo Retina
In termini di qualità, senza tirare per un attimo in ballo le performance 3D e il prezzo, il MacBook Pro da 15" con Retina display lascia davvero ben impressionati ancora prima di premere il pulsante d'accensione: l'ingombro è quello standard imposto dalle dimensioni del monitor ma lo spessore di appena 1.8 cm e il peso attorno ai 2 chilogrammi lo rendono davvero semplice da trasportare. Con i modelli più piccoli, se e quando arriveranno ad esempio i 13", c'è il rischio di fare concorrenza interna ai MacBook Air.
Il restyling ha visto scomparire lettore DVD e porta ethernet in favore di un ingresso Thunderbolt, che può ospitare un adattatore venduto a parte. Ad esclusione di queste assenze che rispondono a due trend oramai consolidati, le porte laterali sono quelle che ci si aspetta, HDMI e SD incluse. La scocca unibody non si allontana dagli standard qualitativi imposti precedentemente e lo stesso vale per la tastiera che, come già sull'Air, integra il tasto per accendere e spegnere il portatile abbandonando quindi la soluzione scavata nel corpo in metallo. Ci sono tutta una serie di buone caratteristiche tecniche extra, come la telecamera frontale a 720p e gli altoparlanti a lato della tastiera che tutto sommato si difendono, pur non potendo competere con soluzioni dedicate esterne anche modeste, seppur sia immediatamente chiaro che non si tratta di un portatile pensato per giocare. L'assenza di DVD e porta Ethernet di cui sopra, ad esempio, sono accettabilissime per un utente generico ma potrebbero far storcere il naso a qualche giocatore, mentre la tastiera è adatta a scrivere ma non gode certo dell'ergonomia necessaria per godersi al meglio uno strategico o un titolo di massa online. Sono dettagli banali, ma visto che qui si parla comunque di videogames è bene specificarli. Ciò che però conta davvero per muovere applicazioni tridimensionali è l'hardware montato sotto questo guscio ed Apple ha optato per la soluzione più scontata ma tutto sommato efficace: Intel ed Nvidia si dividono il processore quad-core Core i7 da 2.3GHz (o 2.7GHz a seconda dei modelli) e la scheda video discreta GTX 650M, di recente approdo sul mercato, affiancati da 8GB di memoria e un disco fisso unicamente allo stato solido compreso tra i 256GB e i 768GB.
Insomma una configurazione che sulla carta è adatta a farsi qualche partita in buone condizioni, nonostante come vedremo la grossa sfida sia effettivamente quella di stare al passo con la poderosa risoluzione messa in campo dal Retina display. In generale il livello di assemblaggio di questo MacBook Pro è fantastico: la sensazione di solidità ottima nonostante dimensioni e peso siano contenuti e l'estetica, per quanto sia ovviamente soggettiva, lascia poco spazio alle critiche. Come l'Air, sembra che nel processo di "assottigliamento" anche il Pro scaldi un po' di più dando fastidio ai polsi nelle situazioni più intense, ma tutto sommato è una eventualità non così comune a meno che non ci si dedichi, appunto, a lunghe sessioni di gioco. La batteria, che giocando si consuma piuttosto rapidamente al punto da consigliare di farlo, come sempre, attaccati all'alimentazione, supera invece abbondantemente le sei ore quando si lavora connessi via wi-fi, navigando, guardando video e utilizzando il portatile per qualsiasi altra attività quotidiana. Non è semplice dire quando un prezzo sia corretto oppure invece eccessivo ma, per quanto "a partire da 2'300 euro" possa spaventare, non vediamo in circolazione altri prodotti dedicati ad un utenza mainstream che possano giustificare altrettanto bene questa cifra.
I giochi, la vera sfida
Come detto questo nuovo MacBook Pro top di gamma porta con sé tutti i pregi solitamente riconosciuti ai portatili Apple - e i difetti come il prezzo, ovvio - ma in più aggiunge il discusso display Retina. Il pannello ha una risoluzione nativa impressionante, 2880x1800 con cinque milioni di pixel stipati su 15", moltissimi rispetto non solo alla media ma anche ai precedenti modelli Apple. La densità per pixel è di 220ppi, meno degli ultimi iPad e iPhone ma comunque Retina in quanto da osservare a distanza superiore rispetto ai suddetti.
Mettendo da parte quelle che sono più che altro formule utilissime in ambito marketing, la resa è impressionante: in assoluto la differenza maggiore la si nota nella lettura del testo, ad esempio navigando il Web con Chrome o scrivendo su Evernote, ma i risultati si possono apprezzare osservando video e foto e non si limitano alla definizione, coinvolgendo anche un amplissimo angolo d'osservazione. Peccato che abbassando la luminosità, magari per risparmiare qualcosa in termini di batteria, non tardino a mostrarsi dei fastidiosi riflessi che si fanno ancora più noiosi quando in condizioni di luce non ottimali o all'aperto. Cotanto monitor sembra prestarsi naturalmente a gaming: Diablo III, titolo con cui è stato lanciato per il supporto alla risoluzione nativa, gira poco sopra le venti immagini al secondo con tutti i dettagli al massimo, chiedendo di scendere un po' a compromessi per migliorarne la fluidità ma restituendo nel complesso un'esperienza ottima. Nella maggior parte dei casi - il titolo Blizzard è ideale perché leggero e molto curato esteticamente, risultando spettacolare da vedere ma poco esoso - la scelta migliore per un possessore di MacBook Pro resta comunque quella di scendere a 1900x1200 e magari installare Windows attraverso BootCamp.
A queste due condizioni la Nvidia GTX 650M e il processore Intel garantiscono un'esperienza di gioco più che dignitosa. Max Payne 3 con i dettagli medi, ad esempio, supera senza problemi i 40 frame per second e ancora meglio fa Batman: Arkham City, che le stesse performance le registra con le opzioni grafiche ad Alto. Con TES V: Skyrim si potrebbe addirittura azzardare di salire a Ultra ma, oltre ad un framerate ballerino si riscontrano in questo caso alcuni crash. Comunque nel complesso si può dire che ad una risoluzione più ragionevole e soprattutto installando Windows, l'oggetto di questo articolo si dimostri una soluzione quantomeno percorribile per giocare. Purtroppo l'ambiente Mac OS X nonostante alcuni annunci, come Guild Wars 2 attualmente in beta, non garantisce di per sé ancora un ecosistema adatto per il gioco né in termini puramente numerici, né ad esempio in quanto ai driver, con la stessa macchina che gestisce meglio le applicazioni ludiche 3D sotto il sistema operativo Microsoft. Chi volesse comunque restare in ambiente Apple sappia che Steam dispone di un client Mac e oramai un buon parco titoli, non solo sviluppati internamente. Certo la scelta è ancora limitata ma combinando lo store Valve con l'App Store e le iniziative dei singoli sviluppatori come Blizzard, ArenaNet e Firaxis, la conversione di qualche buon titolo da giocare si trova. Un trend in crescita, quello degli ultimi 3 o 4 anni, che segnala come investendo sulla piattaforma si possano ottenere risultati interessanti.
In conclusione
Non è semplice dare su queste pagine un giudizio complessivo sul Mac BookPro da 15" con Retina display. Di certo quelle performance in ambito gaming, soprattutto ad un prezzo che parte da più di duemila euro, non possono essere inserite tra le primissime scelte in quanto a rapporto qualità-prezzo. Non si tratta di un notebook da gioco, non lo è nemmeno il sistema operativo né l'ergonomia. Chi cercasse un prodotto specifico, insomma, dovrà rivolgersi altrove. Nonostante ciò però, si tratta di un portatile eccellente: costruito meglio dei precedenti modelli, dotato di un hardware di tutto rispetto e di un pannello da urlo, con una risoluzione che si scontra con la possibilità di far muovere fluidamente la maggior parte dei videogame ma è una meraviglia nelle attività quotidiane. Insomma non ha molto senso comprarlo solo per giocare, ovvio, ma chi già avesse intenzione di farlo sappia che con qualche aggiustamento e scendendo un po' a compromessi può fare anche questo.