Cavanagh l'ha fatto di nuovo. In un momento di quasi totale assenza d'idee, il designer indie di Cambridge torna sul palco a reclamare con forza le luci della ribalta. Terry Cavanagh mette franchise tripla A da una parte, scene d'intermezzo dal piglio hollywoodiano dall'altra e proprio poco prima di Natale dona al mercato la massima espressione del suo concetto di ludus: gameplay semplice, puro e di qualità. Nato come gioco in flash ed evolutosi in Super Hexagon, l'ultima creatura di Cavanagh è la più minimalista tra le sue opere, dal design audio-video basilare ma tremendamente stimolante e con un'anima hardcore che metterà a dura prova anche il più esperto dei suoi fan. La nuova creatura del rispettabile designer indie non ha impiegato molto per arrivare su Steam, dopo il successo iOS, aggiungendo al pacchetto cinque livelli di difficoltà, alcune leaderboard online ed un paio di tracce audio realizzate dall'abile artista Chipzel.
E’ un mondo di esagoni
Descrivere Super Hexagon è semplicissimo, la sua filosofia ne fa un prodotto talmente immediato da sembrare quasi un passatempo piuttosto che un titolo con propria dignità ludica. Come una sorta di running game, la plancia di gioco a due dimensioni scaglierà contro la piccola freccia protagonista ostacoli geometrici concentrici da evitare muovendosi in senso orario o antiorario, traslati su tastiera nell'alternanza di sinistra-destra.
Ad arricchire il piatto interviene la continua rotazione simultanea e totalmente casuale della plancia, che rallenterà o accelererà il movimento della freccia proprio in base alla sinergia del senso di rotazione. Il concept che permea il titolo riflette la filosofia di Cavanagh, che punta a offrire prodotti di semplice utilizzo, immediati ma che se completati ripagano tutte le energie mentali spese. E' un'idea di base che accomuna moltissimi titoli indie i quali, quasi a voler far riscoprire le gioie ed i dolori del videogiocare di una volta, sono diventati un po' i rappresentanti ideali degli arcade dei tempi andati.
Sei lati di sfida
Facile da descrivere, impossibile da finire. O quasi, naturalmente, visto che la ben nota difficoltà alla base dei prodotti di Cavanagh raggiunge in Super Hexagon un nuovo picco e permea ogni sessione della giusta dose di casualità e anche di frustrazione. Quella positiva però. La bravura del designer inglese ha prodotto un gameplay così basilare e diretto che l'errore non dipenderà mai da difetti di sviluppo o di costruzione dell'infrastruttura di gioco, bensì solo ed unicamente dalla coordinazione occhio-mano del giocatore, che verrà messa pesantemente sotto stress sin dal primo dei 6 livelli di difficoltà disponibili.
Con sessioni di gioco velocissime (parliamo soprattutto di quelle di pochi secondi, saranno le più frequenti) non ci sarà tempo per abituarsi a un pattern di generazione delle barriere che si avvicinano. A rendere il tutto più complesso intervengono alcuni ostacoli che potranno essere superati solo se il senso di rotazione della freccia sarà identico a quello della plancia, beneficiando della velocità maggiore necessaria in molti frangenti. Udire il consueto "Game Over" diverrà routine nei tentativi di avanzamento, caratterizzati tutti da una barra di completamento che coerentemente con il titolo del gioco fa di nomi di forme geometriche i divisori tra lo stile delle varie aree che compongono il livello. Una trovata simpatica, che insieme allo stile psichedelico e a una colonna sonora in stile techno minimale crea un quadro visivo e acustico perfetto nel suo accompagnamento.
Conclusioni
Super Hexagon è un titolo secco, rapido e decisamente difficile. Con un gameplay basilare basato su prontezza di riflessi e sangue freddo, il titolo di Cavanagh torna alle origini del gaming, togliendo tutto il superfluo e impegnando le attenzioni sul necessario. Pochi elementi ma sufficienti per tenere incollati allo schermo per ore fino al completamento dei cinque obiettivi presenti. Una sfida impegnativa per occhi e mano a soli 3 €: cosa chiedere di più?
PRO
- Veloce, immediato, frenetico
- Prezzo irrisorio
- Vecchio feeling da sala giochi
- Molto difficile...
CONTRO
- ...ma veramente molto, molto difficile
- Sentirsi ripetere continuamente "Game Over" può snervare