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Knytt Underground, recensione

Nicklas Nygren approda su PSN con il terzo capitolo di Knytt, riassumendo in un solo platform la sua carriera di sviluppatore

RECENSIONE di Vincenzo Lettera   —   18/01/2013

"I miei giochi non sono niente di grandioso, ma uno è diventato piuttosto popolare". È così che, con un malcelato filo di modestia, lo sviluppatore svedese Nicklas Nygren sintetizza su Twitter la sua fama all'interno della community di sviluppatori indipendenti. Molti dei videogiochi che ha realizzato finora sono legati da un particolare filo rosso, all'insegna delle esperienze esplorative e del fascino della scoperta, ma senza dubbio l'autore scandinavo deve la sua fama alla serie Knytt, e in particolare a quel Knytt Stories che con il suo editor dei livelli è diventato un piccolo cult tra i giocatori più creativi, confermando Nygren come uno degli esponenti più interessanti della scena indipendente scandinava.

Knytt Underground, recensione

Pubblicato prima su PlayStation Network e successivamente su PC, Knytt Underground non è soltanto un nuovo capitolo più grande e curato dei precedenti, bensì è la summa delle principali opere realizzate dall'autore svedese, unendo assieme il gusto per l'estetica di NightSky, la singolarità dei paesaggi di Saira, e quel mix di immediatezza nei controlli e ambiguità narrativa che ha caratterizzato Knytt e Within a Deep Forest.

Avventura senza parole

I primi due Knytt erano platform decisamente atipici, con una grafica assai minimalista, nemici pressoché inesistenti e una trama appena accennata ma poi lasciata completamente in secondo piano. Il focus era tutto sull'atmosfera e sulla semplicità dei controlli, assicurando un'esperienza quasi rilassante mentre il giocatore si arrampicava sulle pareti e saltava da una sporgenza all'altra nel tentativo di cercare nuovi passaggi.

Knytt Underground, recensione

Knytt Underground riprende questo concetto e ci ricama sopra, raccontando di nuovo una storia vaga e piena di interrogativi. Ambientata nello stesso universo di Within a Deep Forest e dei precedenti Knytt, l'avventura si svolge in un mondo sotterraneo colonizzato da fate e bizzarre creature, dopo che la superficie si è trasformata in un luogo contaminato e invivibile. Il primo e interessante espediente dell'autore riguarda l'interazione coi personaggi secondari.

Knytt Underground, recensione

Il giocatore veste infatti i panni di Mi, una piccola creatura muta che a causa del suo handicap può comunicare soltanto grazie all'aiuto di due fate incontrate molto presto nel gioco. Ad ogni dialogo, bisogna così scegliere quale dei due spiritelli far intervenire, non conoscendo le risposte ma tenendo presente che ciascuna fatina ha un particolare carattere e interessi ben specifici: Cilia ad esempio odia la religione e cerca sempre risposte razionali, andando su tutte le furie se si trova davanti un predicatore, mentre Dora ha una personalità più pacata e disponibile nei confronti degli altri. Pur restando un elemento di contorno, la quantità di dialoghi e di sottotrame è nettamente superiore rispetto ai precedenti giochi di Nygren, il quale in alcuni casi appare nel gioco come una sorta di narratore esterno.

Trofei PlayStation 3

Knytt Underground non è un platino semplice: la ventina di Trofei sbloccabili non solo sfida a raggiungere stanze segrete ben nascoste, ma anche a risolvere missioni secondarie, portare a termine enigmi e assistere a un finale alternativo.

Il fascino dell'esplorazione

Knytt Underground è diviso in tre capitoli, due dei quali fungono quasi da tutorial: nel primo si impersona Mi, si fa pratica con le sue abilità di scalatrice e si prende confidenza con alcuni ambienti, mentre nel secondo si controlla una sfera rimbalzante di nome Bob, in grado di appesantirsi e raggiungere con un salto zone prima inaccessibili. Si tratta di un preludio piuttosto lineare, che lascia una certa libertà di esplorazione ma che alla fine guida il giocatore verso il terzo e ultimo capitolo. È proprio qui che il gioco si mostra in tutta la sua interezza, permettendo all'utente di trasformarsi all'occorrenza in Mi o in Bob, e dandogli così la possibilità di combinare le loro abilità di salto e arrampicata per accedere all'intera mappa. Mappa che per dimensioni supera di cinque volte quella dell'originale Knytt, sfidando ad esplorare 1800 stanze piene di piccoli segreti ed enigmi ambientali.

Knytt Underground, recensione

Le meccaniche di Knytt (Mi) e quelle di Within a Deep Forest (Bob) vengono insomma mescolate all'interno di uno stesso gioco, ma il risultato è decisamente coerente e ha permesso al team di sviluppo di sbizzarrirsi nella realizzazione di un level design più articolato e interessante. Lo scopo ultimo è quello di suonare sei campane nascoste nel sottosuolo, ma nel tentativo di raggiungerle si finisce spesso per esplorare percorsi alternativi o affrontare piccole missioni secondarie. Knytt Underground è pura esplorazione: né più e né meno. Nonostante la presenza di qualche trappola da superare, il gioco è una sorta di Metroid a cui hanno strappato via la componente action, concentrando tutte le attenzioni sulla scoperta di nuove aree e sulla risoluzione di enigmi. Una scelta del genere finisce ovviamente per allontanare chi nei giochi ama un certo tipo di progressione, sia nelle meccaniche che nella narrazione, ma la formula di Nygren ha portato ancora una volta a un platform rilassante, quasi zen.

Cambio di stile

In Underground, una delle novità più evidenti rispetto a Knytt e Knytt Stories riguarda senza dubbio la componente estetica, che pur restando semplice e non sfoggiando particolari effetti grafici offre momenti visivamente spettacolari. Gran parte del merito va a fondali pieni di fascino e ad un riuscito gioco di silhouette, luci e colori. Forse gli sprite estremamente semplificati e la grezza pixel art davano ai capitoli precedenti più personalità, ma anche dal punto di vista grafico è evidente come l'autore abbia voluto mescolare assieme i tratti più distintivi dei suoi ultimi giochi, come la scelta del nero per le sagome delle piattaforme e degli ambienti, derivata chiaramente da NightSky, oppure fondali che mescolano materiale fotografico e vettoriale, evoluzione di quanto già fatto con Saira. In maniera simile, le musiche sono un vero e proprio omaggio ai fan storici di Nygren, dal momento che mescola brani nuovi con arrangiamenti di alcuni già ascoltati in Within a Deep Forest, mentre abbiamo apprezzato il fatto che la colonna sonora si limiti a starsene sullo sfondo e ad accompagnare in maniera sobria l'avventura del giocatore, senza mai prendere il sopravvento.

Conclusioni

Versione testata: PlayStation Vita
Digital Delivery: PlayStation Network, Gamer's Gate
Prezzo: 12,99€
Multiplayer.it
8.5
Lettori (18)
7.3
Il tuo voto

Tra tutti i giochi di Nygren, Knytt Underground è senza dubbio quello in cui l'elemento narrativo è meno velato. Lo sviluppatore svedese si è chiaramente sforzato nell'inserire quanti più dialoghi, personaggi e missioni possibili, ma nonostante tutto l'opera non riesce a raccontare una storia coinvolgente. Vade retro poi chi è in cerca di un Metroidvania ricco d'azione: Underground punta tutto sull'esplorazione e sul fascino delle ambientazioni, dando la possibilità a chi gioca di orientarsi in un gigantesco mondo sotterraneo. La portabilità della versione Vita la rende senza dubbio la scelta migliore, ma è giocato con un paio di cuffie e la giusta atmosfera che il nuovo gioco di Nygren riesce a offrire un'esperienza assolutamente unica.

PRO

  • Il mondo da esplorare è enorme
  • Un'infinità di segreti da scoprire
  • Esperienza audiovisiva ottima...

CONTRO

  • A qualcuno mancherà lo stile dei vecchi Knytt
  • Trama inconsistente