1

Battaglia nell'oltretomba!

Arriva sul marketplace di Xbox Live un titolo atipico che ci mette nei panni di samurai zombie in lotta tra fazioni

RECENSIONE di Claudio Camboni   —   05/02/2013

La neonata software house dei 17-Bit (originariamente Haunted Temple Studios, ma hanno poi cambiato nome in omaggio all'originario team autore di Worms, Alien Breed e via dicendo su Amiga) è formata da quattro esperti esodati dalle fila di Electronic Arts: gente tosta che ha lavorato negli anni a blockbuster importanti dell'industra videoludica come ad esempio Command & Conquer, Medal of Honor, James Bond o Scarface, ma anche gente come Jake Kazdal, visual artist, che ha nel suo curriculum addirittura REZ e Space Channel 5, lavorati accanto a mostri sacri come Mizuguchi-San. Insomma, l'esperienza alle spalle di questo fresco e piccolo team non manca, a dispetto del fatto che Skulls of the Shogun è il loro primissimo titolo ad apparire su una console (Xbox 360, nello specifico, ma anche Windows 8 - necessario per giocare su pc - e Windows Phone).

Vecchie reminiscenze

E' proprio il co-fondatore dello studio Jake Kazdal a dichiarare com'è nato questo titolo: il suo amore viscerale per Advance Wars su Nintendo DS gli ha dato l'idea, giocando poi a Pixeljunk Monsters, Valkyria Chronicles e Piante vs Zombie il tutto si è concretizzato in modo molto naturale e spontaneo, visto anche che un altro membro del team aveva già un motore grafico pronto e funzionante. L'idea alla base di Skulls of the Shogun è quella di creare un gioco di strategia in tempo reale che sia però molto più "fluido" nel gameplay, senza tempi morti e continui entra/esci da menù di scelta multipla. Avviandolo, la prima cosa che notiamo non può non essere il particolarissimo stile grafico, un 2D cel shading con personaggi cartoon-style e super deformed, gommosi, pacioccosi ma non banali, piuttosto simpatici e irriverenti come potrebbe essere South Park. Tutto, a partire dai menù, riporta alla mente proprio quello che è nel DNA del "nome" del team: da Worms a un font molto simile a quanto visto per Alien Breed una decade fa su Amiga, fino al titolo stesso che riporta alla mente le vecchie avventure grafiche su PC, l'omaggio è chiaramente quello dell'epoca 16-bit.

Battaglia nell'oltretomba!

Skulls of the Shogun ha una modalità principale chiamata molto semplicemente "Campagna", attraverso la quale, dopo un piccolo incipit inserito per farci capire che siamo dei non-morti, dobbiamo affrontare schema dopo schema armate e Boss di fine livello. Ogni schema assomiglia, più che a una mappa convenzionale di un RTS, proprio a uno stage di un qualsiasi action game bidimensionale, con strade, scorciatoie, passaggi obbligati e sentieri attraverso ispiratissime ambientazioni. In modo abbastanza chiaro ci ha ricordato il vecchio "Mystaria/Blazing Heroes" (i vecchi fan di Sega Saturn avranno un sussulto), anch'esso un RTS fatto a livelli molto simili a un'avventura. Dopo pochi secondi di gioco abbiamo già racimolato, nell'aldilà, un nutrito gruppo di seguaci, vecchi Samurai che ci riconoscono ancora come autorità e pronti a tutto pur di seguirci: nel gioco non si comanda solo un personaggio ma un team composto dal "Comandante" e vari sottufficiali. Il fatidico "Game Over" si ha solo e soltando quando l'energia del comandante arriva a zero.

Obiettivi Xbox 360

Skulls of the Shogun mette "in palio" ben 400 punti da ottenere sbloccando 20 obiettivi, di cui quasi un terzo legati al multiplayer online, abbastanza tosti da ottenere tutti. Un altro terzo si ottengono automaticamente procedendo attraverso i livelli della campagna di gioco, mentre i restanti con particolari riconoscimenti. Ad esempio completare tutti i livelli in meno di 3 ore potrebbe essere abbastanza tosto. In generale, comunque, obiettivi a portata di "pad".

Un RTS atipico per gamer atipici

A differenza dei "normali" RTS, nei quali si spostano i personaggi all'interno del livello attraverso delle griglie "scacchi style" che ci fanno capire di quante mosse possiamo avanzare, in Skulls of the Shogun si attiva un cerchio d'azione all'interno del quale ci possiamo spostare liberamente con lo stick analogico, per poi decidere quale azione intraprendere in tempo reale, con un solo menù "on the fly" su schermo che ci ricorda le selezioni possibili, non invadente, senza perdite di tempo o troppi click inutili. Sicuramente una scelta che snellisce il gameplay "antico" di questo genere e lo rende molto più rapido sia nel movimento che nelle azioni eseguite: attacchi, magie, difesa, evocazioni e così via, tutte selezionabili al volo una volta che ci siamo fermati nel punto prescelto. Ovviamente per fare attacchi da arma bianca dobbiamo arrivare almeno vicini al nemico, al contrario, quando attacchiamo da lontano ci è permessa una certa distanza in base alla magia o all'arma in quel momento selezionata, ed il gioco tiene conto anche dell'ambientazione circostante (un masso interposto tra noi e l'obiettivo ci pregiudica il colpo, ad esempio).

Battaglia nell'oltretomba!

L'apparenza pacioccosa e divertente di questo gioco potrebbe trarree in inganno molti: Skulls of the Shogun è un RTS che necessita di un'attenta pianificazione delle mosse, la conoscenza dell'ambiente di gioco e lo sfruttamento di tutte le risorse presenti nel livello. Insomma, in una parola sola: strategia. Potrebbe essere scontato, ma non lo è in un titolo che ha la pretesa di essere un RTS "leggero" a causa della sua rapidità e maneggievolezza. Capirete fin dal primo livello che andare avanti a testa bassa comporta immediatamente una punizione. Il Comandante è il guerriero più potente che abbiamo nell'armata, quello che infligge più danni e quello capace delle evocazioni e magie più potenti, ma non è possibile schierarlo in prima linea alla mercè dei nemici perchè il game over è assicurato in pochi minuti. Ci sono tre classi principali (fanteria, cavalleria e arcieri), ognuna con caratteristiche specifiche di mobilità e attacco/difesa. Gestirle al meglio porta ad un grosso vantaggio sull'avversario, ad esempio, ma non è tutto qua perchè esistono decine e decine di variabili in gioco.

L'importanza dei Teschi

Oltre alle variabili date dall'ambientazione, ricca di ripari, anfratti, strade secondarie, esistono anche le evocazioni. Ad esempio se riusciamo a prendere il possesso dei Templi possiamo avere dalla nostra parte gli spiriti degli antichi Monaci Guerrieri. Alcuni di loro sono in grado di spazzare via più nemici contemporaneamente attraverso le loro magie, altri hanno dalla loro le pozioni di cura, altri ancora sono temibili nel corpo a corpo: usarli con intelligenza è una tattica vincente. Un'altra variabile è costituita invece da altre zone infestate, zone il cui colore cambia in base alla squadra che ne ha preso possesso (e che ovviamente possono essere riconquistate a loro volta). Il nome stesso del gioco, infine, ci fa intuire l'ennesima feature dello stesso, ovvero i teschi che giocano un ruolo preponderante nel gameplay. Ogni qual volta uccidiamo un guerriero avversario e rimane sul campo di battaglia il suo teschio, possiamo assimilarlo (si, siamo nell'aldilà dopotutto) e ottenerne i benefici. Ognuno di essi ci fa guadagnare ulteriore energia, mentre prendendone tre di fila la nostra unità si trasforma in "demoniaca" e ottiene un turno extra (sempre utile!). La grossa peculiarità di Skulls of the Shogun è anche quella di essere uno dei pochi giochi "cross platform" per adesso disponibili, visto che si può giocare su Xbox 360 per poi continuare sui nuovi dispositivi portatili Windows Phone, oppure su un PC dotato di Windows 8 con il salvataggio di gioco sulla "nuvola" e che ci segue ovunque.

Battaglia nell'oltretomba!

Se proprio vogliamo trovargli qualche difetto, dobbiamo necessariamente dire che il sistema di controllo "libero" sulla mappa, nei momenti più affollati, spesso porta ad un po' di confusione perchè non si distinguono bene i nostri soldati dai nemici, e a volte è difficile anche rintracciare il più grosso Generale dell'armata. Un compromesso, in definitiva, che ci piace ma che inevitabilmente porta a qualche problema di ordine e pulizia su schermo. In definitiva, di carne al fuoco ce n'è molta, a patto che i giocatori più navigati e smaliziati riescano ad andare "oltre" la facciata colorata e simpatica dei Samurai non-morti potendone carpire tutta la profondità del gameplay e la bontà del sistema di controllo a turni. Oltre al "gioco" base, poi, c'è tutto dal multiplayer online, in locale fino a 4 giocatori, e cross platform. I vecchi giocatori ringraziano, ed aspettano future espansioni già annunciate.

Conclusioni

Versione testata: Xbox 360
Multiplayer.it
8.0
Lettori (6)
8.6
Il tuo voto

Il primo lavoro dei già esperti 17-Bit risulta assolutamente passionale che trasuda voglia di giocare da ogni poro. Skulls of the Shogun è un RTS divertente, immediato ma profondo e strategico, bello da vedere e simpatico, ricco di humor in pieno stile anni '90. L'ostacolo più grande al suo successo, per altro, potrebbe essere proprio il suo caratteristico look in cel-shading che potrebbe far storcere il naso ai fan del genere "serio" tipo Total War, pur essendo una cosa ben più leggera e immediata. I problemi di sovraffollamento su schermo non ne intaccano più di tanto la bontà e le innovazioni portate, ma potrebbero rendere ancora più ostico l'ingresso dei giocatori più interessati a questo genere di giochi. Skulls of the Shogun è una buona interpretazione degli RTS più classici.

PRO

  • Immediato e divertente
  • Tante variabili di gioco
  • Bello lo stile grafico..

CONTRO

  • ..ma potrebbe non piacere a tutti
  • Un po' di confusione in alcuni frangenti non aiuta